No time to die | Una conclusione emozionante | Recensione
Il voto di Nerdface:
3.5 out of 5.0 stars
Titolo originale | No time to die |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | Regno Unito USa |
Anno | 2021 |
Durata | 163 |
Uscita | 30 Settembre 2021 |
Genere | Azione Drammatico |
Regia | Cary Fukunaga |
Sceneggiatura | Cary Fukunaga Neal Purvis Robert Wade Phoebe Waller-Bridge |
Fotografia | Linus Sandgren |
Musiche | Hans Zimmer |
Produzione | Metro-Goldwyn-Mayer Columbia Pictures EON Productions Danjag LLC |
Distribuzione | Universal Pictures |
Cast | Daniel Craig Rami Malek Léa Seydoux Lashana Lynch Christoph Waltz Ralph Fiennes Ben Whishaw Naomie Harris Rory Kinnear David Dencik Jeffrey Wright Ana de Armas Dali Benssalah Billy Magnussen Mounir Echchaoui |
Il voto di Nerdface:
3.5 out of 5.0 stars
«Quando il suo segreto verrà fuori, per te sarà la fine»
Quella di James Bond è una delle saghe cinematografiche più lunghe e redditizie di sempre. Ispirate ai romanzi dello scrittore Ian Fleming, le avventure di 007 hanno negli anni coinvolto un gran numero di appassionati e interpreti sempre diversi. Sean Connery, George Lazenby, Roger Moore, Timothy Dalton e Pierce Brosnan nel corso degli anni hanno avuto il compito di portare sul grande schermo le rocambolesche vicende dell’agente segreto britannico più famoso di sempre.
Un franchise longevo
Il franchise di 007 è dunque uno dei più longevi di sempre, considerando pure la sua ottima salute: 25 pellicole, in grado d’aver attraversato i decenni e mantenuto quasi del tutto intatto il fascino e il carisma di James Bond. È il 2006 quando MGM paga 10 milioni di dollari per i diritti sul romanzo Casino Royale e decide così di portare al cinema un nuovo 007, dopo l’uscita di Pierce Brosnan nel 2002, dopo l’uscita de La morte può attendere. Inizia così l’era di Daniel Craig, il quale in Casino Royale veste i panni di un James Bond alle origini della sua carriera, molto differente rispetto all’agente segreto tutto d’un pezzo cui eravamo stati abituati in passato.
Il doppio zero di Daniel Craig è presentato come un uomo violento e sempre pronto a usare le mani, prima ancora che a puntare sul suo fascino. La storia d’amore con Vesper Lynd è infatti ben lontana dalle classiche liason tramandate dal passato cinematografico di James Bond, un rapporto triste e tormentato che darà vita al mito di 007 così come lo conosciamo.
La fine di un’era
Il successo di Casino Royale permise l’uscita di numerosi sequel, fino a questo gran finale dell’epopea. Questo è il gravoso compito di No time to die, destinato a portare la storia al suo naturale epilogo, un film che segna la fine di un’era e che ha peraltro subìto un numero esagerato di posticipi a causa dell’emergenza sanitaria mondiale.
Un po’ di trama
Dopo gli eventi di Spectre, James Bond e Madeline Swann decidono d’abbandonare il mondo dello spionaggio, tanto che l’agente segreto si ritira in Giamaica, per godere la meritata pensione. Ovviamente, però, 007 sarà costretto a tornare nuovamente in azione quando scoprirà che il suo vecchio amico ed ex collega Felix Later chiede il suo aiuto per salvare lo scienziato Waldo Obruchev, rapito da alcuni non meglio identificati terroristi.
James Bond è quindi costretto a entrare nuovamente in contatto con l’MI6, aiutato questo volta anche dalla nuova doppio zero Nomi (Lashana Lynch). Presto, l’agente scoprirà che un nuovo e misterioso avversario, Lyutsifer Safin (Rami Malek), ha intenzione di minacciare il mondo intero: ex membro dell’organizzazione criminale Spectre, è infatti in possesso di terribili armi genetiche e sembra mosso da un risentimento personale. L’uomo dal volto sfregiato, infatti, sembra avere un qualche tipo di rapporto proprio con Madeline.
Chiudere il cerchio
Proseguendo la storia intrapresa con Casino Royale e proseguita nei film successivi, No time to die ha quindi il delicato compito di chiudere il cerchio dell’universo incarnato dal volto algido di Daniel Craig e lo fa nel modo più semplice possibile. Il film diretto da Cary Fukunaga è folgorante nei punti giusti, con sequenze d’azione piazzate con sapienza, per non annoiare lo spettatore per via della forse eccessiva durata della pellicola. L’introduzione del villain interpretato da Rami Malek innesca gli sviluppi drammatici della trama, sebbene la sceneggiatura di Phoebe Waller-Bridge, pur non avendo dalla sua veri e propri buchi in grado d’infastidire lo spettatore, sembra non portare a una reale conclusione logica degli eventi, snaturando gran parte del pathos promesso.
Tanti personaggi
L’ultima avventura dell’agente segreto è infatti innanzitutto un film d’intrattenimento nella sua forma più pura e semplice e che nella parte centrale e nel terzo atto mostra il fianco alle critiche, specie per alcuni colpi di scena non propriamente funzionali al contesto. Fukunaga strizza l’occhio al ritmo sincopato dei vari Bourne e John Wick, specie quando si tratta delle sequenze d’inseguimento. Il regista s’avvale di un cast di comprimari convincenti: Ana De Armas con la sua Paloma mette in scena un’agente alle prime armi, non la solita Bond Girl cui siamo stati abituati per anni; Lashanna Lynch, nel ruolo dell’agente doppio zero rivale, è un personaggio decisamente atipico, tanto muscolare quanto incerto nella sua esecuzione. Meno riuscito è il villain interpretato da Rami Malek, comunque molto bravo: un cattivo macchiettistico, che invece avrebbe potuto essere una nemesi perfetta.
Dal punto di vista tecnico ed estetico, No time to die sorprende: Matera e Gravina fungono da sfondo per i primi minuti della pellicola, ricordando ancora una volta perché l’Italia sia uno dei luoghi più belli e suggestivi del mondo. Le musiche firmate da Hans Zimmer, poi, hanno una potenza innegabile e il tema finale è in grado d’emozionare anche chi non è mai stato fan della saga.
I difetti
La pecca più grande di No time to die è probabilmente la ricerca costante di creare a tutti i costi un prodotto che possa rendere omaggio a tutti i precedenti, ricadendo così in una serie di citazioni, spesso del tutto fuori luogo, che ritroviamo non solo nei dialoghi, alcuni dei quali al limite del nonsense, ma anche nelle azioni di determinati personaggi.
Daniel Craig
A brillare, fortunatamente, in maniera indiscussa è Daniel Craig, in grado di donare al suo 007 un ultimo, epico sforzo in grado di farlo entrare di diritto nella leggenda. Nonostante le cicatrici di una vita passata ad affrontare pericoli, amori e tradimenti, James Bond ha ancora la forza necessaria a intraprendere un’ultima e pericolosa missione ad alto rischio, prima del suo definitivo addio allo smoking. No time to die è quindi un epilogo in grado di soddisfare una vasta fetta di pubblico, grazie alla capacità, ancora una volta, di dare un tocco d’umanità al personaggio ideato da Fleming. Nonostante la pellicola di Fukunaga soffra di alcuni limiti, è comunque capace du regalare un finale emozionante e a tratti commovente e forse riuscirà a rimanere a entrare nell’immaginario collettivo come altri film dedicati all’intramontabile James Bond.
Condividi il post
Titolo originale | No time to die |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | Regno Unito USa |
Anno | 2021 |
Durata | 163 |
Uscita | 30 Settembre 2021 |
Genere | Azione Drammatico |
Regia | Cary Fukunaga |
Sceneggiatura | Cary Fukunaga Neal Purvis Robert Wade Phoebe Waller-Bridge |
Fotografia | Linus Sandgren |
Musiche | Hans Zimmer |
Produzione | Metro-Goldwyn-Mayer Columbia Pictures EON Productions Danjag LLC |
Distribuzione | Universal Pictures |
Cast | Daniel Craig Rami Malek Léa Seydoux Lashana Lynch Christoph Waltz Ralph Fiennes Ben Whishaw Naomie Harris Rory Kinnear David Dencik Jeffrey Wright Ana de Armas Dali Benssalah Billy Magnussen Mounir Echchaoui |