Spazio 1999: un affascinante viaggio verso l’ignoto
Spazio 1999
«We’re all aliens, until we get to know one another».
Titolo originale | Space: 1999 |
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Lingua originale | inglese |
Paesi | Italia Regno Unito |
Anni | 1975-1977 |
Stagioni | 2 |
Episodi | 28 |
Durata | 50 minuti a episodio |
Genere | Fantascienza |
Prima puntata | 28 Luglio 1975 |
Uscita italiana | 31 Gennaio 1976 |
Alla deriva
Prima che il digitale uccidesse l’analogico, quando i computer erano ingombranti e il rock psichedelico contaminava la scena italiana, prima ancora della TV di Berlusconi, c’era Spazio 1999. Questa epica serie di fantascienza del 1973 appartiene a quel tempo mitologico in cui la Rai non solo investiva in produzioni destinate a essere vendute anche all’estero, ma aveva anche il coraggio d’abbracciare generi diversi da quelle che, nell’ultimo quarto di secolo, sono divenute le uniche emanazioni delle produzioni fatte in casa: preti e melò.
Quando la Rai investiva nella Fantascienza
Spazio 1999 fu, infatti, una co-produzione italo-britannica. Negli anni ’70 la televisione di stato italiana vedeva nella Fantascienza un genere popolare, redditizio e di successo, che portò alla nascita di opere come Gamma o A come Andromeda e che ebbe il suo canto del cigno nel 1987, con la versione futuristica de L’isola del tesoro, con Anthony Quinn nel ruolo di Long John Silver.
Il 9 Settembre 1999, il comandante John Koenig, interpretato dal leggendario Martin Landau, assume il comando della Stazione Spaziale Alpha. Questo avamposto lunare permanente è considerato la testa di ponte per la ventura missione d’avvicinamento al pianeta Meta, fonte d’origine di un misterioso segnale radio. Come nelle migliori speculazioni futuristiche, il nostro satellite è sfruttato come centro di raccolta per le pericolose scorie nucleari terrestri e, proprio da esse, ha origine il catastrofico incidente che dà impulso alla vicenda.
Un viaggio verso l’ignoto
L’esplosione del deposito di scorie imprime una spinta così potente al nostro satellite da spingerlo fuori dalla sua orbita, condannandolo insieme al suo equipaggio a una deriva senza ritorno, verso le profondità del cosmo. Comincia così un viaggio verso l’ignoto, che porta il personale della base a conoscere realtà sconosciute, razze aliene amichevoli e non e problematiche morali, su cui fioriscono rigogliose le complesse tematiche affrontate.
I coniugi Anderson
Lo staff che diede vita a Spazio 1999 poteva vantare su alcune autentiche eccellenze del settore. La produzione era nelle mani dei coniugi Anderson, già responsabili di numerosi successi come UFO e Thunderbirds, pietre miliari dell’immaginario collettivo di quegli anni, che spinsero soprattutto Gerry a vedere nel progetto Spazio 1999 il culmine di un processo creativo che aveva ormai assunto la dimensione di poetica.
La tematica catastrofista, così in auge all’epoca dei fatti, fu abilmente cavalcata in sede di scrittura, dando vita a un prodotto che, pur rifacendosi al viaggio verso l’ignoto già sviscerato da Star Trek, aveva nell’impossibilità del ritorno a casa un elemento divergente e totalmente originale. Pur con tutto l’Universo a disposizione, quindi, gli eroi di Spazio 1999 erano immersi in atmosfere claustrofobiche, decisamente più drammatiche di quelle cui il pubblico occidentale era abituato.
Il cast e i modellini
Ai protagonisti ufficiali del cast, tutti veterani del piccolo schermo, si affiancavano numerosi pezzi da novanta del mondo del cinema, come Peter Cushing o Christopher Lee, affascinati dalla prospettiva di collaborare a un progetto così insolito e accattivante.
Ma la lama più affilata della loro rastrelliera stava negli effetti speciali: i modellini delle Aquile, le astronavi in cui ancora oggi s’identifica la serie e che rappresentano un vero e proprio filone collezionistico, la base Alpha e tutti gli altri elementi di stupore analogico erano a cura di Brian Johnson, direttore che aveva già alle sue spalle l’esperienza di 2001: Odissea nello Spazio e che, poi, avrebbe lavorato a progetti del calibro di Star Wars e Alien.
Una metafora dei tempi televisivi recenti
Al successo della prima serie, però, seguì la disfatta della seconda. Il disimpegno della Rai, alcune perplessità sul cupo spirito di fondo del soggetto stesso, problemi di budget e soprattutto il divorzio degli Anderson, si abbatterono sulla qualità della seconda stagione che, se non altro, riuscì a non perdere il suo spirito originale.
Lo spunto di Spazio 1999 ha anche dato il via ad Asteroide Argo, uno spin-off di Nathan Never, serie bonelliana di fantascienza, in cui un laboratorio spaziale e il suo equipaggio finiscono alla deriva nel cosmo, senza nessuna possibilità di ritorno a casa. Questa è un po’ una metafora della science fiction all’italiana che, dopo aver toccato alti picchi di qualità, ha finito per smarrirsi, ingoiata in un buco nero di miope scetticismo produttivo, dietro cui si nasconde la malvagia casalinga di Voghera.
Le sigle complete di Spazio 1999
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Titolo originale | Space: 1999 |
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Lingua originale | inglese |
Paesi | Italia Regno Unito |
Anni | 1975-1977 |
Stagioni | 2 |
Episodi | 28 |
Durata | 50 minuti a episodio |
Genere | Fantascienza |
Prima puntata | 28 Luglio 1975 |
Uscita italiana | 31 Gennaio 1976 |