Misery non deve morire: il thriller in una stanza
Misery non deve morire
«Il pinguino guarda sempre verso Sud».
Titolo originale | Misery |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Data d’uscita | 30 Novembre 1990 |
Durata | 107 minuti |
Genere | Horror Thriller |
Regia | Rob Reiner |
Cast | James Caan Kathy Bates Richard Farnsworth Frances Sternhagen Lauren Bacall Graham Jarvis Jerry Potter |
Pinguini
Nel mondo del cinema ci sono thriller, horror e slasher. Poi c’è Misery non deve morire. Tratto dal romanzo Misery (1987) di Stephen King e per la regia di Rob Reiner, il film ci conduce attraverso la tragica storia dello scrittore Paul Sheldon, interpretato da James Caan il quale, guidando verso l’hotel dove soleva rifugiarsi per terminare i suoi libri, è vittima di un grave incidente stradale. È trovato e salvato dalla dolce e gentile infermiera Annie Wilkes, impersonata dalla magnifica Kathy Bates. Mentre i due si avviano verso casa della donna, Annie lo rassicura e lo tranquillizza, dicendo d’essere un’infermiera.
La fan numero uno
Annie lo medica e gli somministra antidolorifici, prendendosi scrupolosamente cura di lui. In questo periodo di ricovero casalingo e forzato, lo scrittore scopre che lei è una sua grande ammiratrice. Così, ingenuamente le fa leggere il manoscritto in procinto d’essere finito. Sarà l’inizio di un incubo: il momento in cui lei scoprirà che la protagonista della saga letteraria, Misery, sarebbe morta alla fine della storia coinciderà col suo punto di rottura.
Prigioniero
Paul si vedrà prigioniero, impossibilitato a camminare per le ferite riportate e obbligato ad assecondare gli sbalzi d’umore della sua salvatrice, ora carnefice, al punto da vedersi costretto a riscrivere il romanzo da capo, per non uccidere la protagonista così amata dalla sua aguzzina.
Disteso nel letto, accudito e nutrito, lo scrittore elaborerà un piano per fuggire; sfruttando i momenti in cui Annie lascia la casa, si spingerà fuori dalla stanza, strisciando, raccogliendo informazioni, cercando un telefono. Il climax sembra quindi portare a una fuga ardita, a un finale eroico e rassicurante.
Quel sadico di Stephen King
Ed è qui a intervenire il gusto sadico di Stephen King, maestro di un terrore feroce perché inaspettato, qui dalle sembianze di una donna apparentemente innocua e modesta. Un pinguino in porcellana e un pesante martello a due mani suggelleranno una delle scene più angoscianti e disturbanti della storia del cinema.
Misery non deve morire poggia principalmente sulle spalle di Kathy Bates. La sua Annie è stato definita da molti il «cattivo perfetto»: inizialmente docile e ingenua, muterà in una folle psicopatica, imprevedibile e diabolica. Kathy Bates dà vita a una donna enigmatica, inquietante nel suo volto paffuto e dal quale affiorano due occhi gelidi e vuoti, dallo sguardo fisso; è sola e inizialmente si prova pena per lei, avvolta nella sua camicia a fiori, coperta da un sempiterno gilet marroncino e con una molletta infantile a tenere i capelli perennemente composti.
Una discesa nel delirio
La discesa nel delirio omicida di Annie sarà lenta e inesorabile, fatta di scatti d’ira e di sguardi vitrei, di silenzi insondabili e di logorrea, di minacce velate rivolte durante uno sproloquio e tenendo in mano del liquido infiammabile. Il suo è un personaggio talmente potente, da portare Kathy Bates a piangere più volte sul set. Un dolore, però, destinato a portarle un Golden Globe e un Oscar come Migliore Attrice Protagonista. James Caan è l’altro pilastro portante di Misery non deve morire, sebbene inizialmente Rob Reiner avesse chiesto a Jack Nicholson d’interpretare Paul Sheldon, subendo un rifiuto dovuto alla paura dell’attore di legare troppo il suo nome ai film tratti da opere di Stephen King, avendo già figurato in Shining.
Il thriller in una stanza
A Rob Reiner, inoltre, dobbiamo riconoscere una bravura straordinaria: non è da tutti confezionare un film quasi interamente girato in un unico ambiente, un vero e proprio thriller in una stanza; è un’operazione cinematografica che scomoda illustri predecessori, come Alfred Hitchcock. Eppure, Misery non deve morire inchioda allo schermo e pompa l’adrenalina a mille. Non si trattava di un romanzo semplice da portare al cinema, sapendo quanti avessero fallito nello stesso tentativo con un libro di Stephen King tra le mani.
Scritto poco dopo la sua liberazione da alcol e droga, è ricco di significati che vanno oltre la storia stretta: Annie rappresenta l’alienazione di quel periodo, il sentirsi solo, sperduto in un luogo isolato; Paul invece il tentativo di fuggire dalla dipendenza, per potersi salvare e redimersi. Ovviamente nel film sono presenti notevoli differenze dal romanzo originale: lasciamo a voi il gusto di trovarle e di valutarne l’efficacia.
Un cult
In ogni caso, Misery non deve morire è giustamente ritenuto un cult del genere, quasi un film a sé stante per come ogni elemento s’incastri alla perfezione per confezionare un thriller perfetto, dopo il quale guarderete con sospetto chiunque collezioni animaletti in porcellana.
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Titolo originale | Misery |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Data d’uscita | 30 Novembre 1990 |
Durata | 107 minuti |
Genere | Horror Thriller |
Regia | Rob Reiner |
Cast | James Caan Kathy Bates Richard Farnsworth Frances Sternhagen Lauren Bacall Graham Jarvis Jerry Potter |