Mimì e la nazionale di pallavolo: la fatica di arrivare lassù
Mimì e la nazionale di pallavolo
«Per migliorare ci vuole umiltà».
Titolo originale | アタックNo.1 |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Anni | 1969-1971 |
Episodi | 104 |
Stagioni | 1 |
Character design | Eiichi Nakamura |
Regia | Eiji Okabe Fumio Kurokawa Yoshio Takeuchi |
Musica | Takeo Watanabe |
Studio | TMS Entertainment |
Uscita italiana | 1981 |
Quanta fatica!
«Tute colorate, noccioline, gelati, gomma americana, bandierine e noi qui. Squadra nazionale dei colori del cuore, Mimì…». Erano i primi anni ’80 e non c’era ragazzina in Italia alla quale non fosse nota la bandiera del Giappone: nei cortili delle scuole, in palestra, al parco o in spiaggia volevamo essere tutte Mimì Ayuhara, a dispetto dei nostri coetanei maschi i quali, esaltati dalla vittoria ai Mondiali di Calcio del 1982, litigavano per ottenere l’ambito ruolo di Paolo Rossi, avvolti dal tricolore. Era la squadra nipponica di pallavolo quella cui, invece, noi tutte volevamo appartenere.
Un binomio indissolubile
La pallavolo e Mimì erano diventate un binomio indissolubile; sullo sfondo, un Monte Fuji, noto e lontanissimo, tagliava la distanza fra il mondo del Sol Levante e il nostro. Tratto dal manga di Urano Chikako, tra le fondatrici del genere Shōjo, destinato cioè a un pubblico femminile, Mimì e la nazionale di pallavolo è il primo spokon anime dedicato a uno sport per ragazze.
Il manga originale
Il motivo della scelta proprio della pallavolo sta nel fatto che alle Olimpiadi di Tokyo del 1964 la nazionale femminile giapponese s’aggiudicò la medaglia d’oro, superando la grande URSS. Prodotto qualche anno dopo, nel 1969, dalla Tokyo Movie Shinsha, con la regia di Okabe Eiji e Kurokawa Fumio, la famosissima serie Attack No.1 si componeva di 104 episodi.
In Italia, la ragazzina mora dai giganti (ossessione tutta orientale) occhi verdi, che legava i capelli con un nastro giallo, arriva sulle TV locali nel 1981, col titolo Quella magnifica dozzina, ma è con l’acquisto dei diritti da parte di Fininvest, nel 1982, che il cartone animato si diffonde in ogni casa della Penisola, accompagnato dalle note de La fantastica Mimì, cantata da Georgia Lepore. Ed è subito un successo.
Un successo immediato
Le vicende di Kozue Ayuhara, Mimì Ayuhara nella versione italiana sono ambientate negli anni ’70, vicino Tokyo, città che la ragazza deve lasciare a causa della tubercolosi, per trasferirsi in un’altra sul mare, che giova alla sua salute. Qui Mimì deve farsi accettare dalle nuove compagne di scuola ed essere notata dal suo nuovo allenatore.
Grazie alla gentilezza del suo carattere e alla determinazione nel superare i propri limiti, riesce presto a oltrepassare i primi ostacoli, ma la strada verso l’affermazione appare subito tortuosa e piena di difficoltà, sacrifici, sofferenze e dolori. Il carattere drammatico della storia si palesa sin dai primi episodi.
Allenamenti durissimi
Gli allenamenti durissimi ai quali si sottopone la giovane studentessa liceale turbarono le notti di non pochi spettatori. Chi non ricorda Mimì ricevere le pallonate con le mani incatenate e i polsi sanguinanti? O la drammatica puntata dove muore Sutomo, il suo fidanzato, precipitando col furgone dal Monte Fuji, mentre lei aspetta di vederlo comparire in tribuna, durante una partita? Di contro, però, a farci sognare c’erano i salti mortali, le schiacciate che incurvavano il pallone, quella goccia di ciclone che vedeva la palla sparire in aria per poi ricomparire ingigantita e atterrare, spiazzando ogni avversario.
Per non parlare delle tecniche di gioco delle sue avversarie: una fra tutte, l’attacco triplo delle sorelle Aghisawa. Ogni puntata una partita, ogni partita una sfida da superare e vincere. E Mimì non s’arrendeva mai.
L’ascesa di una campionessa
Insieme alla sua compagna di gioco e amica, Midori, porta per ben due volte la sua squadra in finale al Torneo Nazionale Scolastico ed è poi scelta per far parte della Nazionale Juniores, con la quale disputa il Campionato Mondiale negli USA e porta il Giappone al secondo posto, dopo l’URSS. Ma è qualche tempo dopo, in Bulgaria, che Mimì corona il suo sogno: scelta dalla Nazionale maggiore, partecipa al Campionato Mondiale Femminile, nel quale il Giappone vince proprio contro l’URSS e Mimì è proclamata la migliore giocatrice, Attack Number 1.
Le leggende su Mimì
Molte sono le curiosità legate alla ragazza più amata dei cartoni animati degli anni ’80: fra queste, la leggendaria parentela che legherebbe Mimì a Mila Azuki, di Mila e Shiro. Mai esistita realmente, fu inventata da Fininvest per sfruttare il successo di Mimì e lanciare il nuovo cartone animato.
Ancora: il riadattamento degli anni ’90 sostituisce il nome di alcune nazioni. Scompaiono dal doppiaggio originale l’URSS, la Cecoslovacchia e la Germania Est, sostituite dai nomi del nuovo assetto geopolitico successivo alla fine della Guerra Fredda: rispettivamente, Russia, Repubblica Ceca e Germania.
Ma fra le nostre preferite, c’è l’aneddoto riguardante i Radiohead: non tutti forse avranno notato lo sticker raffigurante Mimì sulla chitarra, una Fender Telecaster Plus di gran valore, di Jonny Greenwood, che lo ha accompagnato in moltissimi concerti. Chissà che anche lui non si sia lasciato affascinare dalla sua determinazione?
La sigla completa di Mimì e la nazionale di pallavolo
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Titolo originale | アタックNo.1 |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Anni | 1969-1971 |
Episodi | 104 |
Stagioni | 1 |
Character design | Eiichi Nakamura |
Regia | Eiji Okabe Fumio Kurokawa Yoshio Takeuchi |
Musica | Takeo Watanabe |
Studio | TMS Entertainment |
Uscita italiana | 1981 |