Miami Vice: quando combattere il crimine era roba glamour
Miami Vice
«I usually take the Ferrari».
Titolo originale | Miami Vice |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anni | 1984-1990 |
Stagioni | 5 |
Episodi | 112 |
Durata | 45 minuti/episodio |
Genere | Azione Poliziesco |
Prima puntata | 16 Settembre 194 |
Uscita italiana | 13 Aprile 1986 |
Vice city
Come una formula magica, il nome della fortunata serie con Don Johnson ci riporta direttamente indietro di quarant’anni e ci fa viaggiare oltre oceano, per farci sbarcare in una terra di sole e vacanze, abitata da gente vestita di giacche con le spalline e magliette attillate. Miami Vice: bastano queste due parole per immaginare inseguimenti in macchina, musica digitale e bellezze sulla spiaggia.
Una città turbolenta
La serie vide la luce nel 1984: lo spunto fu preso da un articolo di cronaca, che raccontava di come la capitale della Florida stesse affrontando una dura lotta contro il traffico di droga. Il fenomeno era talmente diffuso, che all’inizio la stessa città di Miami fu contraria a concedere i permessi per le riprese. Da sempre meta turistica, la paura era nel puntare i riflettori sulla malavita locale, contribuendo a influire negativamente sugli affari.
Santa NBC
Siamo, insomma, ben lontani dei tempi di Dexter Morgan, serial killer efferato dalla parte dei buoni, ma pur sempre uno spietato assassino, la cui serie omonima è ambientata anch’essa a Miami. Alla fine deve aver prevalso il detto «purché se ne parli», tant’è che la prima stagione di Miami Vice è prodotta e lanciata dalla NBC.
Ma si sbaglia la collocazione e Miami Vice finisce in seconda fascia oraria, a contendere spettatori contro colossi ben più rodati e di richiamo. Entra, dunque, nel triste elenco dei flop e si dovranno aspettare le repliche estive per ribaltare la situazione. Senza concorrenti, Miami Vice decolla e arriva in vetta alle classifiche di ascolti già prima della fine dei primi 22 episodi.
Gli uomini dietro al successo…
Dietro il successo ci sono due menti. Una è quella del creatore Anthony Yerkovich, l’altra è quella di Michael Mann, produttore esecutivo di cui tutti, però, riconoscono anche gli enormi apporti a livello concettuale, dalle colonne sonore agli abiti. Altra buona fetta del successo è merito dei protagonisti: Don Johnson e Philip Michael Thomas i quali, nei panni di Sonny e Rico, combattono il crimine come detective sotto copertura.
… e una Ferrari
A suggellare il tutto, una Ferrari Testarossa bianca, sebbene il bolide in forze ai nostri due piedipiatti glamour fosse una replica, realizzata utilizzando la base di una Chevrolet.
Una volta certificato il successo di pubblico, Miami Vice va avanti per 5 stagioni totali e, negli oltre 100 episodi trasmessi, trovano spazio una moltitudine di guest star. Parliamo di nomi del calibro di Bruce Willis, Ron Perlman e Julia Roberts, per dirne alcuni, ma anche di personalità del mondo dello sport e della musica, tipo Frank Zappa e Miles Davis.
La colonna sonora
Miami Vice era di tendenza in quegli anni e funziona così tanto da farla diventare un termometro di moda. Se eri un musicista e la tua musica finiva in Miami Vice, allora potevi essere certo di balzare in cima alla classifica. Se, invece, eri già famoso, un tuo brano inserito in un’episodio rappresentava la conferma della tua popolarità. Parliamo di musica non a caso, perché in Miami Vice la colonna sonora non era soltanto d’accompagnamento.
La musica come personaggio
A differenza di molte serie dell’epoca, il budget previsto per le musiche era parecchio più cospicua e il compositore, Jan Hammer, fu costretto a scrivere temi originali per praticamente per ogni episodio. Il motivo di tale ossessionante bisogno consisteva nel modo rivoluzionario col quale i brani e le musiche erano utilizzati. Già, perché in Miami Vice la musica era, al pari del glamour, personaggio in tutto e per tutto e, in quanto tale, doveva dare il suo contributo alla narrazione, essere coerente, presente e assolutamente sempre nel contesto.
Alla fine della quarta stagione Hammer, però, molla e il suo posto è preso da Tim Truman, il quale ai sintetizzatori del collega preferisce le affidabili armonie della chitarra elettrica e del rock. C’è da dire come il primo vincerà 2 Grammy per il suo lavoro in Miami Vice e, inoltre, si porti a casa ben 4 Dischi di Platino, rimanendo in cima alla classifiche americane dell’epoca per ben 12 settimane.
Vice City
Ovvio, poi, che quando Rockstar Games pensa a GTA: Vice City, col compito di strizzare l’occhio proprio a Miami Vice, non può esimersi dall’inserire una delle tracce di Hammer all’interno del videogame. Il Crokett’s theme, dedicato al personaggio interpretato da Don Johnson, entra dunque anche nel mondo videoludico, come giusta citazione. Non è la sola e molte altre arriveranno nel corso degli anni, a dimostrazione di quanto l’affetto per la serie non sia scomparso con la fine della sua ultima stagione.
Il film
Questo è sempre lo spartiacque: ci si accorge di come un mito del passato sia ancora nel cuore della gente e ci si convince che possa funzionare anche oggi. Quindi che si fa? Un remake! In questo caso, un film. È il 2005 e Michael Mann, divenuto molto conosciuto e apprezzato nell’ambiente, cura la regia di Miami Vice: il film, con Colin Farrell e Jamie Foxx.
La pellicola si rivela senza infamia e senza lode e non fa il botto aspettato, chiudendo definitivamente su Miami Vice. Poco male: a noi basta ancora pensare alla Testarossa bianca per riaccendere la passione.
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Titolo originale | Miami Vice |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anni | 1984-1990 |
Stagioni | 5 |
Episodi | 112 |
Durata | 45 minuti/episodio |
Genere | Azione Poliziesco |
Prima puntata | 16 Settembre 194 |
Uscita italiana | 13 Aprile 1986 |