Mobile Suit Gundam: l’anime che rivoluzionò i robot
Mobile Suit Gundam
«Non ho mai visto niente di simile in tutta la mia vita!».
Titolo originale | 機動戦士ガンダム |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Anni | 1979-1980 |
Stagioni | 1 |
Episodi | 43 |
Genere | Fantascienza Mecha Robot |
Character design | Yoshikazu Yasuhiko |
Regia | Yoshiyuki Tomino |
Musiche | Takeo Watanabe |
Studio | Sunrise |
Uscita italiana | 9 Febbraio 1980 |
L’insuperabile campione della fantascienza animata
Belli i robottoni, non ci piove. Emozionanti, coraggiosi, capaci di incredibili imprese e, di tanto in tanto, di veri e propri miracoli. Anche grazie al pilota, certo, e al legame che s’instaurava tra i due, pur senza alcuna simbiosi, fatte salve le eccezioni come Diapolon, Astroganga e compagnia bella. Da piccolo mi sentivo coinvolto vedendoli combattere, e quando il Daitarn 3 soffriva muovendo la bocca, mentre era attaccato da raggi laser che avevano effetto anche sul povero Banjo, dando quasi la sensazione che i due condividessero lo stesso dolore, pativo con loro, o mi divertivo vedendolo fare i dispetti al pilota, mentre lo soffiava via dalla sua mano.
I robot non soffrono
Ma i robot non soffrono, non hanno la bocca o le guance, e ogni volta che questo accadeva una parte del piccolo me vibrava, protestando per la mancanza di coerenza. Ci sono state, però, delle eccezioni a questo espediente, usato spesso per sottolineare momenti comici o drammatici. Eccezioni di qualità, grazie alle quali il filone dei robottoni si discosta da quello dei cartoni animati di fantascienza, come Star blazers, Galaxy Express 999 o Kyashan. Tra questi, il capolavoro assoluto, avvolto ancora oggi da un alone d’intatta epica, è sicuramente Gundam.
Real robot
Perno mecha del genere dei real robot, in cui i missili finiscono, le astronavi devono fare rifornimento e, dopo una battaglia, sono necessari i pezzi di ricambio, Mobile Suit Gundam, questo il titolo completo della serie TV, vede la luce nel 1979, grazie all’amore per il genere fantascientifico del suo papà, Yoshiyuki Tomino.
Negli anni ’70, lo Studio Sunrise di cui fa parte ambisce a costruire un filone alternativo a quello scavato da Go Nagai e, per farlo, decide di puntare su qualcosa di diverso. Alle atmosfere drammatiche di Zambot 3 seguono, infatti, quelle più leggere e ironiche di Daitarn 3, ma gli autori della Sunrise sono alla ricerca di qualcosa d’ancora più originale e, sotto lo pseudonimo di gruppo di Hajme Yatate, aiutano Tomino a dare forma alla sua visione.
Da robot imbattibili a piloti fallibili
Nasce così la saga di Mobile Suit Gundam, in cui la regia narrativa non segue più le vicende dei robot imbattibili, ma quelle dei loro piloti, relegando le macchine al loro ruolo secondario di mere armi, replicabili, sostituibili e soprattutto da manutenere come una Panda. La trama, ambientata in un prossimo futuro, narra di un conflitto dichiarato alla Terra dagli abitanti delle colonie orbitanti, che optano per una secessione violenta dal pianeta d’origine.
Colonie contro la Terra
Forti di un’arma rivoluzionaria, detta Mobile Suit, una specie d’armatura antropomorfa gigante da battaglia, i cattivi del Principato di Zeon attaccano la Terra, scoprendo però che i suoi abitanti hanno in serbo un asso nella manica, il Gundam. Questo è un Mobile Suit dalle prestazioni eccezionali, capace di sbaragliare gli avversari, sempre che a guidarlo ci sia un pilota addestrato.
Non è il caso del protagonista, Amuro Rey, Peter nella versione italiana, che si ritrova quasi per caso a pilotare, manuale alla mano, il primo prototipo di Mobile Suit della Federazione Terrestre.
Pur con molte incertezze, Amuro sconfigge ben due robot avversari, rivelando le sue doti di newtype, termine che indica un processo di mutazione dell’homo sapiens grazie al quale i nuovi uomini possono servirsi non solo di poteri telepatici, ma soprattutto di un sesto senso potenziato, fondamentale per affrontare le sfide dello Spazio.
Newtype
Al centro della vicenda spiccheranno le complesse sfumature legate a questi nuovi uomini, temuti, emarginati e spesso empaticamente impossibili da comprendere. Nemico giurato di Amuro è Char Aznable, campione di Zeon e antagonista principale della serie, che se la vedrà con Amuro fino a un incredibile epilogo…
Le fonti d’ispirazione
Per concepire Mobile Suit Gundam, Tomino s’ispira soprattutto a due opere, un film del 1950, RX-M: destinazione Luna, diretto da Kurt Neuman, in cui sono centrali le riflessioni legate ai rischi dei viaggi spaziali; e soprattutto il romanzo Fanteria dello Spazio, scritto da Robert Heinlein. Uscito nel 1959 e Vincitore del Premio Nebula nell’anno successivo, questo romanzo immagina un futuro nel quale l’uomo colonizza lo Spazio, dovendosi scontrare con una razza di aracnidi intelligenti.
Qui, Tomino scova buona parte degli spunti sviluppati nel suo franchise, che tra film, libri, fumetti, videogiochi e soprattutto formidabili modellini, irrompe nell’immaginario collettivo con forza dirompente.
Come una pietra miliare, infatti, da quasi mezzo secolo Mobile Suit Gundam fa parte della cultura pop di tutto il mondo, soprattutto per avere messo al centro del villaggio i personaggi, coi loro problemi sentimentali, filosofici e sociali, esattamente com’è scopo della Fantascienza.
Nessuno ce l’avrebbe fatta senza Gundam
Per nulla invecchiata e anzi ampiamente divulgata nel tempo contemporaneo, possiamo dire che la visione di Tomino s’è rivelata seminale per buona parte degli autori interessati a speculare sul futuro. Da Nathan Never a Paul Verhoeven, passando per buona parte del cinema di genere, possiamo quindi dire, senza timore d’esagerare, che «nessuno di loro ce l’avrebbe fatta senza Gundam»!
La sigla di Mobile Suit Gundam
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Titolo originale | 機動戦士ガンダム |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Anni | 1979-1980 |
Stagioni | 1 |
Episodi | 43 |
Genere | Fantascienza Mecha Robot |
Character design | Yoshikazu Yasuhiko |
Regia | Yoshiyuki Tomino |
Musiche | Takeo Watanabe |
Studio | Sunrise |
Uscita italiana | 9 Febbraio 1980 |