Dragon Ball Z: l’anime che ha segnato la generazione anni ’90
Dragon Ball Z
«Sei piuttosto cresciuto, ma ti avrei riconosciuto tra mille, Kaaroth».
Titolo originale | ドラゴンボール Z |
---|---|
Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Anni | 1989-1996 |
Stagioni | 4 |
Episodi | 291 |
Genere | Avventura Fantastico |
Character design | Minoru Maeda Katsuyoshi Nakatsuru |
Regia | Daisuke Nishio |
Musiche | Shunsuke Kikuchi |
Studio | Toei Animation |
Primo episodio | 19 Aprile 1989 |
Uscita italiana | 26 Aprile 2000 |
Cha-la Head-cha-la
Il 1989 fu un anno che sconvolse il mondo: tutta l’umanità assistette all’evento che avrebbe cambiato di lì a poco il corso della storia. Se state pensando al crollo del Muro di Berlino, ovviamente vi sbagliate.
Una rivelazione scioccante
L’evento traumatico che sconvolse le vite dei giovani giapponesi e poco dopo quelle del resto del mondo avvenne il 26 Aprile di quell’anno: Radish, un alieno venuto dallo Spazio per conquistare la Terra, rivelò ai protagonisti di Dragon Ball Z che Goku, il protagonista, non era un umano, bensì un extraterrestre proveniente dal pianeta Vegeta. Non solo: era pure suo fratello!
La fine delle certezze
Immaginate un bambino dell’epoca, per anni vissuto nella consapevolezza che il proprio beniamino fosse una semplice rilettura di alcuni racconti cinesi di fine ‘500 e che ora assiste inerme alla distruzione di tutte le proprie certezze. E già alla prima puntata!
Perché Z?
Strano personaggio Akira Toriyama, autore del manga originale. Dovete sapere, infatti, che Dragon Ball Z, seppur prenda ovvia ispirazione dall’opera cartacea, fu prodotto in contemporanea con l’uscita del fumetto. La Z nel titolo fu scelta da Toriyama stesso, il quale pensò che, poiché avrebbe voluto concludere la saga di lì a poco, l’ultima lettera dell’alfabeto fosse perfetta d’aggiungere al titolo del già noto anime Dragon Ball.
Il povero mangaka, però, non era consapevole del fatto che, di lì a poco, Dragon Ball Z sarebbe diventato un fenomeno a livello planetario e si sarebbe portato via ben undici anni della sua vita.
Daisuke Nishio, regista, e Takao Koyama, sceneggiatore, ebbero l’arduo compito di riuscire non solo a creare uno show in grado di tenere testa a uno dei manga più seguiti di sempre, ma di farlo anche in condizioni produttive piuttosto complicate, fatto piuttosto normale, in realtà, nel fantastico mondo delle serie anime giapponesi.
Maledetti filler
Sono presenti, infatti, interi archi narrativi non esistenti (per fortuna) nell’opera di Akira Toriyama. Difatti, nonostante Dragon Ball Z sia una pietra miliare dell’animazione contemporanea, i cosiddetti filler sono i peggiori mai scritti. L’intera generazione italiana anni ’90, al solo sentir nominare il nome di Garlic Jr. rischia uno svenimento, dovuto al trauma della noia vissuta nell’assistere a quelle puntate.
Di necessità virtù
I filler animati servivano a Toriyama per portarsi avanti col fumetto, però, in modo da poter avere nuovo materiale pronto a essere riadattato per l’anime. Una vita infernale, quella dello showrunner giapponese… Goku e il resto dei guerrieri Z, però, hanno rappresentato una delle pagine più belle della storia dell’animazione giapponese.
Le loro mosse, le distruzioni sopra le righe degli ambienti circostanti, ma soprattutto le botte da orbi hanno ispirato opere come Naruto e One piece. Lo shonen come lo conosciamo oggi deriva tutto da un grande maestro e dalla sua voglia di raccontare una storia fatta di violenza, ma anche d’amicizia.
Basti pensare a Junior, in lingua originale Piccolo, e alla sua intera vicenda: da figlio di un demone che ha dominato il mondo per qualche giorno, ad amorevole amico di Gohan, il figlio di Goku, suo acerrimo nemico. Un altro personaggio che passa dal Lato Oscuro a quello Luminoso è forse il più rappresentativo della serie: Vegeta.
Il Principe dei Saiyan, l’eterno secondo, l’essere più frustrato della storia degli anime, è costretto a vedere il proprio rivale perennemente un passo avanti in fatto di trasformazioni. Normale che ogni tanto sbrocchi e mandi tutti i piani dei guerrieri Z a farsi benedire.
Personaggi indimenticabili
Insomma, Dragon Ball Z può vantare un roster di personaggi di tutto rispetto. L’intera struttura della serie si basa su quelli che nel mondo degli shonen sono definiti Archi. S’inizia con quello dei Saiyan, per poi finire con quello di Majin-Bu. Nel lungo corso di Dragon Ball Z, però, si riesce anche a notare quanto Akira Toriyama si fosse stufato di scrivere Dragon Ball.
Una catena di montaggio
Se i primi due archi narrativi, ovvero quello dei Saiyan e di Freezer, rimangono tra i migliori nella storia degli anime, col passare del tempo le storie, ma soprattutto i cattivi, perdono mordente. Lo stesso autore del manga, a più riprese, ha fatto notare quanto fosse difficile stare dietro a tempi di produzione sempre più forsennati, in cui il processo creativo assomigliava sempre di più a una catena di montaggio.
Nonostante tutto, Dragon Ball Z resta uno dei fenomeni più influenti nella cultura pop mondiale: citato da tantissimi show e film di tutto il mondo, ha generato una serie infinita di altre opere di successo. Per l’intera generazione italiana degli anni ’90, è stato il simbolo di un’infanzia fatta di compiti, calci al pallone, botte da orbi e onde energetiche da potersi godere sul piccolo schermo. E tante emozioni.
Le sigle di Dragon Ball Z
Condividi il post
Titolo originale | ドラゴンボール Z |
---|---|
Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Anni | 1989-1996 |
Stagioni | 4 |
Episodi | 291 |
Genere | Avventura Fantastico |
Character design | Minoru Maeda Katsuyoshi Nakatsuru |
Regia | Daisuke Nishio |
Musiche | Shunsuke Kikuchi |
Studio | Toei Animation |
Primo episodio | 19 Aprile 1989 |
Uscita italiana | 26 Aprile 2000 |