Pam & Tommy | Una sola donna, tante storie | Recensione
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | Pam & Tommy |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2022 |
Stagioni | 1 |
Episodi | 8 |
Ideatore | Malcolm Spellman |
Genere | Biopic Drammatico |
Soggetto | – |
Durata | – |
Produzione | Annapurna Television Limelight Point Grey Pictures Ramona Films |
Distribuzione | Disney+ Hulu |
Prima TV | 2 Febbraio 2022 |
Cast | Lily James Sebastian Stan Seth Rogen Nick Offerman Taylor Schilling |
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
«È come se vedessimo qualcosa che non dovremmo vedere»
Internet ha cambiato la nostra vita e, inevitabilmente, la memoria collettiva, come il modo con cui le persone interpretano il passato e, di conseguenza, predispongono il futuro. Questo concetto risulta fondamentale per capire perché i riflettori di Pam & Tommy, serie TV proposta (sorprendentemente) su Disney+, non siano puntati solo sui due protagonisti.
Agli albori del web
Rob Siegel e DV DeVincentis, gli sceneggiatori, e Craig Gillespie, il regista, raccontano anche la storia del pubblico, di quello che potrebbe essere un utente medio del web, partendo da un evento passato, ma così sfacciatamente contemporaneo. Ambientata nei primi tempi della diffusione di internet, quand’ancora non c’erano regole, Pam & Tommy è basata sull’incredibile storia vera del video rubato di Pamela Anderson (Lily James) e Tommy Lee (Sebastian Stan).
Il nastro rubato
Una registrazione privata diventa pubblica: una VHS sottratta dalla casa della coppia da un operaio scontento e maltrattato (Seth Rogen) che, da semplice curiosità, attraverso scambi clandestini di videocassette, si trasforma in un vero e proprio scandalo mondiale quando approda sul web, nel 1997. La serie originale composta da 8 episodi è una storia di un amore folle ed esagerato, di un crimine. Ma è pure un racconto ammonitore che esplora il rapporto tra privacy, tecnologia e celebrità, rintracciando le origini della nostra attuale era della Reality TV, attraverso un nastro rubato visto da milioni di persone, ma pensato a unico uso dei due protagonisti.
Un accaduto alquanto curioso, soprattutto se pensiamo che oggi le persone sono perennemente connesse a internet, immerse in un costante flusso di foto, video e chat. Tutti ormai si ritrovano ad affidare la cura dei loro dati personali al web, che opera una condivisione di informazioni in cui la distanza scompare e i dati sono in realtà allo scoperto, come la nostra privacy.
Attualissimi anni ’90
Per quanto assurdo possa sembrare, gli anni ’90 sono lontani di trent’anni ma molto vicini tematicamente, come se dalla diffusione del videotape privato di Pamela Anderson e Tommy Lee fossero passati solo pochi minuti. Un racconto torbido, che già dalla prima puntata s’assesta su una linea stilistica ben precisa, attraverso la fotografia quasi pixelata e una risoluzione che rende le prime immagini della serie offuscate. Gillespie riavvolge la vecchia VHS per farci entrare negli anni della narrazione. Altrettanto intelligente e rispettosa è l’opzione di dividere il racconto scegliendo punti di vista differenti. La serie è in infatti composta da tre narrazioni intrecciate.
Tre punti di vista
Il primo punto di vista, cui è dedicato l’episodio d’apertura, è la descrizione del colpo di scena che dà origine allo scandalo, vero anche nei suoi dettagli più incredibili e raccontato dal protagonista. Rand Gauthier è un muratore licenziato dal capriccioso Lee per un presunto lavoro scadente e si vendica rubando la cassaforte dal garage della rockstar.
Studia minuziosamente i movimenti della coppia, per poi agire indisturbato nella notte, eludendo le guardie di sicurezza e le telecamere travestendosi da grosso cane peloso. All’interno della cassaforte trova varie armi, contanti e una videocassetta Hi8 non contrassegnata. È un’apertura sorprendente (per così dire) che anticipa ciò che poi diventerà un dramma ironico, intelligente e piuttosto commovente, con interpretazioni incredibili dei due protagonisti. Lily James e Sebastian Stan realizzano un’impresa titanica, quella di somigliare esageratamente, esteticamente, vocalmente e in ogni modo alle due star nella vita reale, senza cadere nel mimetismo.
Le macchinazioni dei media
Muovendosi avanti e indietro nel tempo, giocando col concetto di karma spietato, il regista innesca poi con maestria il secondo e il terzo punto di vista, modellando la narrazione. C’è quindi la storia d’amore, folle e completamente fuori da ogni convenzione, con un finale già annunciato e con quella rottura probabilmente inevitabile resa sullo schermo da un’imbarazzante scena in aereo in cui i due protagonisti, dopo essersi sposati, iniziano a chiedersi se hanno punti in comune. E poi c’è un terzo filone narrativo, quello che ci permette di definire virtualmente il genere: una critica alle macchinazioni dei media e all’appetito del pubblico.
Pam
Pam & Tommy s’impegna a dettagliare il vero danno emotivo e psicologico che lo scandalo del sex tape causò a una persona in particolare: Pamela Anderson. Oggetto del desiderio di molti, vittima di un antico pregiudizio che associa da sempre i capelli biondi a un quoziente intellettivo sotto la media, la donna è sempre stata per il maschio del tempo la bella e stupida, un insopportabile costrutto culturale che ancora oggi sfocia nella misoginia, che la cinematografia, la carta stampata e la pubblicità hanno contribuito ad alimentare.
Una stereotipo al quale, per giunta, la stessa Pamela contribuì a rafforzare: ricordiamo come la Anderson degli anni ’90 sognasse una storia d’amore à la Pretty Woman e, meglio ancora, sapesse a memoria le canzoni di un musical come Il Re e io, desiderando d’essere, almeno per una volta, Deborah Kerr. La Pamela Anderson di Pam & Tommy è inequivocabilmente innocente, tormentata dall’umiliazione che ha vissuto. Una sola donna, ma tante storie.
Dove punta la serie
Non è difficile vedere nel corso della storia che, come con i suoi precedenti esami sulle donne messe da parte dalla cultura pop, Gillespie voglia fare lo stesso con Pamela: spetta proprio a lei decidere se una tale riabilitazione sia veramente necessaria, o addirittura utile. Fino ad allora, noi spettatori dobbiamo fare i conti con una sola realtà, se Pam & Tommy sia o meno solo un’altra violazione della privacy, filtrata attraverso la lente lucida della TV di prestigio.
Il corpo delle donne
È su questo uso del corpo femminile che la direzione originale di Pam & Tommy prende una svolta tematicamente importante. Seppur non autorizzata da Pamela Anderson, che da quell’evento ne uscì distrutta e sconfitta, la serie sfugge all’inciampo del clamore fine a se stesso per ridimensionarlo nel lato intimo dell’attrice e, con lei, di tutte le donne continuamente esposte. Al concetto di consenso e d’autodeterminazione, infatti, Pam & Tommy aggancia il passato al nostro presente, ritrovando nell’osceno di quel caso la tendenza a mercificare, anche contro la propria esplicita volontà, alcuni aspetti strettamente intimi soprattutto del corpo delle donne.
Quello ripercorso in Pam & Tommy allora è l’esempio chiave, il punto di partenza di una società destinata al cambiamento, incatenata alla tendenza di sbirciare dal buco della serratura una privacy che probabilmente, complici i social, non abita più, sbattendoci in faccia la deriva dell’essere e dell’apparire, del nostro valore oltre all’imposta esposizione.
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Titolo originale | Pam & Tommy |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2022 |
Stagioni | 1 |
Episodi | 8 |
Ideatore | Malcolm Spellman |
Genere | Biopic Drammatico |
Soggetto | – |
Durata | – |
Produzione | Annapurna Television Limelight Point Grey Pictures Ramona Films |
Distribuzione | Disney+ Hulu |
Prima TV | 2 Febbraio 2022 |
Cast | Lily James Sebastian Stan Seth Rogen Nick Offerman Taylor Schilling |