Un eroe leggendario

Abbiamo celebrato Leiji Matsumoto sulle pagine di Nerdface, ma lo spazio offerto da un articolo è ben lontano da quel limite infinito caro all’autore. E così, con una virata a tribordo degna di Barbossa, puntiamo nuovamente il timone verso l’Arcadia e il suo equipaggio, per raccontarvi la storia di Capitan Harlock, più grande pirata spaziale di tutti i tempi.

Correva l’anno 2977

La sua storia ha inizio nel 2977, quando l’umanità, impigrita dalla tecnologia e sempre più incapace di seguire i propri sogni, sembra destinata a una degradazione sempre più grave. Come se non bastasse e in ossequio alla (pre)visione fantascientifica di quegli anni, la Terra ha ormai quasi esaurito la disponibilità di risorse naturali, così gli umani hanno iniziato a parassitare altri pianeti. Solo in pochissimi sembrano voler cercare d’opporre una resistenza a questa brutta china, ma gli strenui difensori dello status quo, gli alti papaveri della classe politica del Governo Mondiale Unificato, li perseguitano come sovversivi e nemici del bene comune.

Un misterioso manufatto

Quando un giorno un’immensa sfera coperta di indecifrabili iscrizioni si schianta presso la Baia di Tokyo, i governanti reagiscono come struzzi. Perfino l’allarme lanciato dal Professor Daiba, illustre scienziato di fama mondiale, cade nel vuoto, sebbene avesse riferito al Primo Ministro che quel manufatto rappresentasse una bandiera aliena, recante una dichiarazione di guerra. Quando Daiba è assassinato da una misteriosa sicaria, suo figlio Tadashi decide di voltare le spalle alla Terra, accettando l’invito di un uomo misterioso, considerato tra i più pericolosi nemici dell’ordine costituito.

Questo uomo è, ovviamente, il beniamino assoluto di Leiji Matsumoto, quel Capitan Harlock che, come un amico immaginario, aveva popolato i suoi sogni sin dalla prima giovinezza. Per arrivare al personaggio che tutti ormai conosciamo, il pirata da un occhio solo, con cicatrice, mantello, spada e teschio sul petto, Capitan Harlock attraversa una lunga serie di trasformazioni, che animano buona parte della vita professionale del suo autore.

Un personaggio nato da lontano

Quel nome gli frullava nella testa dai tempi dell’infanzia, come protagonista di canzoncine senza senso, nell’onomatopeica forma di «harokku, harokku». Nel 1953 Leiji Matsumoto realizza un manga su un bucaniere inglese, Captain Kingston, scoprendo le affascinanti contraddizioni della vita di un pirata ribelle. Nel 1968 nasce il primo personaggio col nome di Capitan Harlock che, come un attore feticcio, prenderà a tornare in molte successive opere.

I tanti volti di un Capitano

Harlock recita come pistolero della frontiera americana, come pilota dell’aviazione tedesca ed eroe del futuro, finendo col sviluppare un suo carisma sempre più marcato, fatto di tristezza, sacrificio e di un certo romanticismo, tutti elementi ben riconoscibili quando otterrà il ruolo più conosciuto, quello di pirata spaziale, che ha inizio quando assume il comando dell’Arcadia, la co-protagonista della serie.

Considerata l’astronave più potente in assoluto, l’Arcadia è stata progettata da Tochiro Oyama, grande amico di Capitan Harlock e assoluto genio scientifico. Dopo averne fatto la più temibile corazzata stellare dell’Universo e averla dotata del computer più performante, vi ha infuso in punto di morte il suo spirito. L’Arcadia diventa così un’espansione della sfera emotiva del Capitano.

Non solo una nave

Non è infatti solo la vera e propria casa dell’equipaggio, ultimo luogo sicuro e al tempo stesso prima linea per gli umani che hanno ancora il coraggio di combattere: per Capitan Harlock l’Arcadia è anche un amico e un sincero confidente. Sa leggerne le emozioni, arrivando perfino a chiedergli consiglio in situazioni difficili. Al sicuro nel suo possente scafo, alla deriva in un Universo sconfinato di pericoli, l’equipaggio della nave vive seguendo le proprie inclinazioni, lasciando che i piaceri della vita, il relax e perfino la noia trovino il giusto spazio.

L’equipaggio

Quando Tadashi visita per la prima volta l’Arcadia, rimane colpito dalla totale assenza di disciplina ed efficienza, con membri dell’equipaggio sbronzi, addormentati lungo i corridoi o intenti a bisticciare per futili motivi. Ma quando la situazione lo richiede, ognuno assume il suo posto, pronto a combattere fino alla morte, per difendere non solo la propria libertà, ma soprattutto quella di chi li considera dei terroristi.

Il comandante in seconda, Yattaran, è assolutamente emblematico di questo comportamento. Sempre alle prese coi suoi modellini e molto geloso del suo tempo, si rivela pronto a scattare al fianco del Capitano durante ogni crisi. Questo manipolo di eroi romantici, guidati dal più coraggioso dei titanici, riuscirà a sovvertire la sorte della guerra contro gli invasori di Mazone, non senza conquistare il rispetto della loro Regina, Raflesia.

Il Leijiverse

Avendo preso parte a lungometraggi, fumetti e comparsate in serie parallele del cosiddetto Leijiverse, l’universo narrativo dell’autore, è impossibile stabilire un preciso ordine cronologico di eventi e apparizioni del personaggio, perché s’incapperebbe in sovrapposizioni e potenziali paradossi. Ma anche questo fa parte del fascino di Capitan Harlock: un personaggio capace d’apparire leggendario perfino nel mondo del suo creatore.

La sigla di Capitan Harlock