I bon bon magici di Lilly: altro che Sex education!
I bon bon magici di Lilly
«Saper affrontare le difficoltà della vita è il primo passo per diventare adulti».
Titolo originale | ふしぎなメルモ |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Anni | 1971-1972 |
Stagioni | 1 |
Episodi | 26 |
Genere | Anime Drammatico Educazione Fantastico |
Character design | Keiichi Ishikura |
Regia | Tsunehito Nagaki |
Musiche | Seichiro Uno |
Studio | Tezuka Productions |
Primo episodio | 3 Ottobre 1971 |
Uscita italiana | 1982 |
Caramelle rivoluzionarie
Erano gli anni ’70. La rivoluzione sessuale vedeva ragazzi e ragazze combattere contro la rigida cultura educativa che tendeva a nascondere, vietare, mortificare e rendere tabù ogni tema che riguardasse la sessualità, soprattutto femminile. Quando ancora la maggior parte di giovani donne percepivano un cambiamento naturale e biologico come le mestruazioni al pari di un fatto da nascondere, di cui non parlare e per il quale arrossire, altre lanciavano i reggiseni per aria e urlavano nelle piazze e nei cortei slogan che cozzavano contro i tradizionali codici di comportamento relativi alla sessualità, abbattendoli.
Il contributo di Osamu Tezuka
In questo contesto maturava e si faceva incalzante la necessità di un’ampia educazione sessuale, per promuovere consapevolezza e accompagnare il cambiamento. In quegli stessi anni Osamu Tezuka pubblicava sulla rivista Shogaku-Ichinensei il manga Mamaa-chan che, nella sua trasposizione anime, diventava Melmo, «metamorfosi».
Le polemiche italiane
L’anime arriverà in Italia, trasmesso su Rete 4 ben 12 anni dopo, nel 1982 e col titolo I bon bon magici di Lilly. Nato come uno strumento che introducesse all’educazione sessuale i più piccoli, è accolto dall’opinione pubblica italiana in maniera burrascosa; trasmesso senza nessuna censura a differenza di moltissimi cartoni animati dell’epoca, tutti i 26 episodi de I bon bon magici di Lilly sono contestati e messi alla gogna, tanto da spingere l’emittente televisiva a eliminarli completamente dal palinsesto.
Per capire bene le ragioni di tanto trambusto, facciamo un passo indietro e ricordiamo la trama. Nel primo episodio la piccola Lilly, di soli 9 anni, e i suoi due fratellini, uno dei quali neonato, già orfani di padre perdono la mamma, a causa di un incidente stradale. La donna, in Paradiso, chiede aiuto a Dio perché preoccupata per il futuro dei suoi bambini e riceve alcuni confetti magici creati dalle fate.
Un dono da usare con giudizio
Presi a digiuno, danno la possibilità d’invecchiare di dieci anni (quelli blu) e ringiovanire di altrettanti (quelli rossi); infine, mescolando i bon bon (e grazie a un pizzico di Teoria dell’Evoluzione) chi li assume può tornare alla dimensione di feto o trasformarsi in animale. La mamma, sotto forma di spirito, consegna i bon bon alla piccola Lilly, pregandola di utilizzarli giudiziosamente per aiutare i suoi fratellini.
Le trasformazioni
Non ci sarebbe molto da obiettare, se non fosse che le trasformazioni di Lilly da 9 a 19 anni avvengono mettendo letteralmente a nudo la ragazza: la metamorfosi del corpo umano femminile da bambino ad adulto sconvolge i benpensanti. Ma c’è di più: Lilly adulta deve affrontare con la testa e lo spirito di una bambina i mutamenti biologici del suo fisico, come la crescita del seno, le mestruazioni, gli ormoni o i tentativi di seduzione da parte degli uomini. Qui, ancor di più, la critica adulta interviene minacciosa, per proteggere i bambini di entrambi i sessi da una malizia che, come si suol dire, «è tutta e soltanto negli occhi di chi guarda».
Parola ai bambini
I bambini del tempo, però, come accolsero I bon bon magici di Lilly? Per questo abbiamo pensato potesse essere interessante dare voce a chi, da bambino, in quegli anni vide in televisione l’anime al centro di mille polemiche. Abbiamo individuato in Francesca M. Russo e Alessandro Sparatore le penne migliori per descrivere le sensazioni provate al tempo, idealmente a chiudere ogni discussione in merito al lavoro di Osamu Tezuka.
La prima lezione importante
Avevo circa 6 o 7 anni quando m’innamorai perdutamente di Lilly. Ad affascinarmi di più era l’elemento magico che, sebbene fosse presente in quasi tutti i cartoni animati dell’epoca, compresa la trasformazione da bambina ad adulta, ne I bon bon magici di Lilly comportava una crescita diversa, più matura e profonda del personaggio.
Una magia diversa
Potevo infatti confrontarmi con un approccio quasi scientifico con argomenti che di lì a poco mi avrebbero riguardata personalmente. La magia, infatti, aiutava Lilly a relazionarsi agli adulti alla pari e non era usata come escamotage per raggiungere obiettivi quali la fama o il successo personale, bensì per poter sopravvivere e prendersi cura dei fratellini.
Quasi un documentario
Una delle prime puntate apriva come un documentario: la voce narrante parlava del rapporto tra uomo e donna dalla Preistoria fino a quel momento, del fatto che nei secoli le donne siano sempre state sfruttate e che esistevano Paesi in cui erano costrette a sposare uomini scelti dalla propria famiglia. Corsi subito da mia madre per chiederle se fosse stata costretta a sposare papà e ricordo come fosse ieri la sua risposta.
Fu per me la prima lezioni sull’innamoramento, di come ci si sentiva, di cosa succedesse, di quanto fosse sconvolgente emotivamente. Pensai che fosse terribilmente ingiusto che ad alcune donne nel mondo questo diritto potesse essere negato. Lo è ancora oggi: ecco perché quelle caramelle sono ancora così rivoluzionarie.
di Francesca M. Russo
Le giuste domande
La storia de I bon bon magici di Lilly va ben oltre quella di un classico cartone giapponese arrivato in Italia negli anni ’80. È più una storia personale e coinvolge quanti all’epoca erano giovanissimi e si trovarono davanti un’opera che spingeva a molteplici domande su argomenti che, non lo sapevamo ancora, sarebbero diventati predominanti in anno.
Come nascono i bambini?
Sono abbastanza certo che ognuno di voi ricorda bene il momento in cui ha scoperto come nascono i bambini. Per me accadde alle elementari, di fronte all’illustrazione di un libro di biologia. Ricordo l’illustrazione di un uomo e di una donna e un particolare degli spermatozoi che fluttuavano dall’uno verso l’altra. La conclusione fu: quando un uomo e una donna si amavano, allora lei diventava ricettiva e, assorbendo gli spermatozoi, dava inizio alla gravidanza. Sì, ero un bambino con immaginazione e senso pratico, un binomio complicato pure adesso. Vorrei fugare ogni dubbio: qualche anno dopo scoprii la verità.
Più dirompente di Lamù
Ecco, la storia di Lilly e dei suoi magici bon bon che la fanno diventare più grande o più piccola a seconda del colore, in verità, aveva gettato già qualche dubbio sulla mia ipotesi. Guardando il cartone avevo l’impressione che, in effetti, ci fosse più di quanto pensassi: era la sessualità nel senso più lato del termine. E I bon bon magici di Lilly nacque proprio per questo, per suggerire ai bambini i primi rudimenti d’educazione sessuale. Non fu quel turbamento che mi colpì alla prima visione di Lamù; fu più delicato e dolce, ma al contempo potentissimo e destinato a restarmi dentro, fin quando non fosse arrivato il momento giusto per chiedere. Volutamente, ogni spunto era reso il più semplice possibile, a tratti naive e ben mascherato da una storia dolcissima.
Siamo stati molto fortunati ad avere I bon bon magici di Lilly, quando le maglie della censura erano ancora molto larghe. Diversamente, penso che non avremmo potuto avere un approccio così graduale alla sessualità. Tramite una semplice storia animata e al manga dalla quale fu tratta, Osamu Tezuka riuscì a gettare le fondamenta, per giunta eleganti e poetiche, su cui basare ogni domanda d’approfondire coi genitori.
Questione di scelte
Non è impresa da poco, ancor meno negli anni ’80, lontani dall’iper-sessualizzazione degli adolescenti, sebben al contempo in prima serata trasmettessero Drive in e in seconda Colpo grosso. Non so voi, ma io ho preferito farmi domande con i cartoni di Lilly piuttosto che davanti i glutei di Tinì Cansino o delle Ragazze Cin Cin.
di Alessandro Sparatore
La sigla iniziale de I bon bon magici di Lilly
La sigla finale de I bon bon magici di Lilly
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Titolo originale | ふしぎなメルモ |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Anni | 1971-1972 |
Stagioni | 1 |
Episodi | 26 |
Genere | Anime Drammatico Educazione Fantastico |
Character design | Keiichi Ishikura |
Regia | Tsunehito Nagaki |
Musiche | Seichiro Uno |
Studio | Tezuka Productions |
Primo episodio | 3 Ottobre 1971 |
Uscita italiana | 1982 |