Scienziato, divulgatore e scrittore: storia di Isaac Asimov
Isaac Asimov
«Anche da giovane non riuscivo a condividere l’opinione che, se la conoscenza è pericolosa, la soluzione ideale risieda nell’ignoranza».
Sci-fi for thinking
Con un piccolo sforzo di memoria o di fantasia, si torni a quando, da bambini, si giocava alle avventure nello Spazio. In una gara a chi la sparava più grossa, ognuno vantava la tecnologia più avveniristica, le macchine più sofisticate, le armi più potenti.
Un bambino strano
Si immagini, ora, l’intervento nel gioco di un bambino strano, con gli occhiali e i basettoni arruffati che, saltando a piè pari la minuziosa descrizione dell’armamentario dei suoi robot, si concentrava sulle leggi che ne regolavano il comportamento nei confronti dell’uomo e, piuttosto che opporre un maggior volume di fuoco ai cannoni laser della flotta avversaria, decideva di sconfiggerla a distanza di secoli e anni luce tramite l’uso di una disciplina a metà tra matematica e psicologia.
Uno scrittore
Quel bambino strano, nato in Russia cent’anni fa e cresciuto a New York, dove i genitori si rifugiarono poco dopo la nascita dell’Unione Sovietica e poco prima che la stessa iniziasse a dedicare la propria deleteria attenzione agli ebrei, altri non è che Isaak Judovič Azimov. Volendo, il pezzo potrebbe chiudersi anche qui. A questo bambino che non imparò mai a nuotare o ad andare in bicicletta, però, e che fu capace di scrivere per otto ore di fila al giorno quasi ogni giorno della sua vita, la Fantascienza e il mondo nerd devono eterna gratitudine.
poiché è proprio grazie a lui e a tutto il tempo dedicato a studiare, elaborare e mettere per iscritto il frutto del proprio lavoro se quel genere letterario, inizialmente relegato all’interno di riviste di nicchia e quasi tutto incentrato su chi avesse l’astronave più grossa, abbia potuto crescere e trasformarsi in qualcosa di decisamente più maturo: adatto a usare l’immaginazione non solo per sognare, ma anche per pensare.
I cicli dei robot e della Fondazione, concepiti, ampliati e rimaneggiati da Isaac Asimov dall’inizio della propria carriera fino alla morte, sono i pilastri della Hard Science Fiction, come fu chiamata quella branca della Fantascienza in cui la Scienza tendeva ad avere un peso ben maggiore della Fanta(sia) e che, dalle infinite pagine dell’autore, trasse nuova linfa e fu d’ispirazione per legioni di altri scrittori. Inutile dire che è d’obbligo cercarli, leggerli nell’ordine che si preferisce e gustarne l’attualità e la freschezza anche dopo più di settant’anni dalla prima pubblicazione.
Uno scienziato
Prolifico oltre ogni immaginazione, Isaac Asimov non è però solo Fantascienza. Oltre ad aver spaziato nella sua produzione in numerosi altri generi letterari, brillando particolarmente nelle sue pubblicazioni di gialli e polizieschi (tra tutti, Il club dei vedovi neri), Isaac Asimov fu prima di tutto uno scienziato.
Diventato Professore Ordinario di Biochimica dopo una breve incursione nella Facoltà di Zoologia (interrotta dopo il rifiuto di sezionare un gatto), dedicò una grandissima quantità di tempo e inchiostro alla divulgazione scientifica e a speculazioni d’ogni genere, in una produzione sconfinata di trattati che toccano ogni branca dello scibile umano e in gran parte raccolti nelle Asimov’s intelligent man’s guides to science.
Un divulgatore
È difficile credere che sia stata solo un semplice divertissement. Quella di Isaac Asimov ha più la connotazione di una missione, la crociata di un uomo che fin dalla più tenera età s’è dedicato a farsi domande e che, non riuscendo a condividere l’opinione che «se la conoscenza è pericolosa, la soluzione ideale risiede nell’ignoranza», ha pensato d’agire nel modo più corretto.
Infatti ha opposto, come il suo alter ego Hari Seldon, la lungimiranza dell’intelletto allo sterile carisma dei vari Mule che funestano le galassie di tutti i tempi, ha accompagnato per mano generazioni di bambini che si trastullano con le astronavi verso giochi più entusiasmanti, costruttivi e duraturi.