Forrest Gump: altro che scatola di cioccolatini!
Forrest Gump
«Stupido è chi stupido fa».
Titolo originale | Forrest Gump |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Data d’uscita | 23 Giugno 1994 |
Durata | 142 minuti |
Genere | Drammatico |
Regia | Robert Zemeckis |
Cast | Tom Hanks Robin Wright Gary Sinise Sally Field Mykelti Williamson Haley Joel Osment Michael Conner Humphreys Hanna R. Hall Mary Ellen Trainor Geoffrey Blake Sonny Shroyer Sam Anderson Afemo Omilami Marlena Smalls Siobhan Fallon Hogan Tiffany Salerno Marla Sucharetza Michael Jace Michael Burgess Dick Cavett Lenny Herb Rebecca Williams Bill Roberson |
Oltre i cioccolatini
Affermare che la vita sia come una scatola di cioccolatini fa sorridere: è arcinoto che l’unico paragone valido sia quello con la scala del pollaio. E utilizzare quel melenso aforisma per ricordare una pellicola come Forrest Gump fa veramente saltare i nervi. È un po’ come se, parlando di Jurassic Park, si pensasse alla capretta, o sentendo nominare Batman venisse in mente Ben Affleck. Semplicemente ridicolo.
La mano di Robert
Ma Nerdface, oltre a omaggiare Forrest Gump, si prefigge l’obiettivo di scalzare dalle teste dei suoi lettori l’inutile tagline sui cioccolatini e di rimpiazzarla, o almeno affiancarla, a uno qualunque dei numerosi e ben più validi morivi per amare questo film.
Primo fra tutti, c’è Robert Zemeckis, italo-lituano e talentuoso figlio adottivo di Steven Spielberg che, prima del 1994, era già ritornato al futuro tre volte, aveva inseguito una Pietra Verde, incastrato e salvato Roger Rabbit dalla salamoia, nonché frantumato le carcasse di Meryl Streep e Goldie Hawn nel grottesco La morte ti fa bella.
Il romanzo originale
Un curriculum di tutto rispetto, che lo ha elevato di diritto nel pantheon dei padri nobili del cinema nerd. Ispirandosi liberamente a un omonimo romanzo del 1986, Robert Zemeckis con Forrest Gump tenta, incassando un pieno successo, di portare la sua narrazione su un piano differente, mescolando commedia, dramma e solo un pizzico di fantastico, in una storia che tuttora non smette d’essere godibile, spassosa e commovente al tempo stesso.
Caratteristiche innegabili, ma decisamente complicate da ottenere, quando si racconta la storia di un individuo dal padre ignoto, nato con la schiena storta come un punto interrogativo e il QI sotto i 75 punti, alla fine degli anni ’40, in Alabama.
Eppure, Forrest Gump è il figlio scemo di un’affittacamere vedova, saggia, spiccia e disinvolta di Greenbow (una bravissima Sally Field) e, nonostante dai suoi primi, incerti passi accompagnati da mostruose protesi fino all’ultimo minuto di proiezione abbia a che fare con quanto di più turpe e iniquo la storia e la società americana dell’epoca abbiano potuto offrire, la narrazione della sua vita scorre con una leggerezza mai oscurata, nemmeno dai momenti più tragici.
Uno stolido candore
Sulle ali di una colonna sonora spettacolare e ricchissima, vera e propria antologia del panorama musicale a Stelle & Strisce (e il tema della piuma resti, per piacere, muto), le vicende del giovane Forrest Gump, che tutti chiamano Forrest Gump, ci mostrano che né lo scherno di un Preside, o le sassate dei bulli, la segregazione razziale, i trionfi nello sport, l’addestramento militare, la Guerra del Vietnam, l’omicidio di alcune delle personalità più influenti del secolo, gli scandali, le tempeste, la ricchezza, la notorietà o la morte di chi gli è più caro possono intaccare il suo stolido candore.
Forrest e Jenny
Né è possibile affievolire il sentimento per Jenny Curran (Hanna R. Hall e poi Robin Wright), unico grande amore della vita di Forrest Gump. Apparentemente più sveglia del fidanzatino, a lei toccherà l’altra faccia della medaglia: un lungo viaggio, quasi dantesco, fatto di abusi subiti e compiuti, di movimento hippy, prostituzione, cocaina e AIDS, da cui il povero e vincente Forrest non riuscirà mai a salvarla. La vita di Jenny sembra, in effetti, scritta da Ronald Reagan.
Già noto, fresco di consacrazione nell’Olimpo delle Statuette d’Oro con Philadelphia l’anno prima, ma ancora lontano dalla sovraesposizione su pellicola di cui è (e siamo) stati vittime, Tom Hanks gestisce il ruolo alla grande. Il suo «stupido è chi lo stupido fa» è verosimile, non inciampa nella caricatura e attira immancabilmente l’empatia del pubblico. Tant’è che arriva il secondo Oscar.
Una storia che non smette di sorprendere
Sebbene si torni a ribadire che non è motivo per amare questo film il presunto messaggio sull’amore e la bontà che vincono su tutto, che le vicende dello scemo di Greenbow sottolineino col pennarello quanto la vita sia ingiusta e che, se proprio si volesse trovare un paragone adeguato, la morale della storia sarebbe molto più accostabile alla pirandelliana fortuna d’essere cavallo, che alla favoletta dei cioccolatini, Forrest Gump rimane una pellicola che ha ancora moltissimo da dire e da insegnare, specie proprio agli ottimisti cioccolatari. Va visto, rivisto e fatto vedere (e ascoltare) a chi non ebbe la fortuna di goderselo in sala.
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Titolo originale | Forrest Gump |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Data d’uscita | 23 Giugno 1994 |
Durata | 142 minuti |
Genere | Drammatico |
Regia | Robert Zemeckis |
Cast | Tom Hanks Robin Wright Gary Sinise Sally Field Mykelti Williamson Haley Joel Osment Michael Conner Humphreys Hanna R. Hall Mary Ellen Trainor Geoffrey Blake Sonny Shroyer Sam Anderson Afemo Omilami Marlena Smalls Siobhan Fallon Hogan Tiffany Salerno Marla Sucharetza Michael Jace Michael Burgess Dick Cavett Lenny Herb Rebecca Williams Bill Roberson |