Il Commodore 64: la prima rivoluzione informatica domestica

la tastiera del commodore 64 - nerdface

Commodore 64

il commodore 64 attaccato al suo schermo dalla luce blu - nerdface

«Nell’anno 1969 è bastata la poten­za di calcolo di due Commodore 64 per mandare con successo una na­vicella sulla Luna. Nell’anno 2003 è necessario un Pentium 4 a 2.000 MHz per far funzionare Windows XP. Qualcosa deve essere andato storto».

(barzelletta)

Il lento caricamento della società contemporanea

Se il monolite nero di 2001: Odissea nello Spazio rappresenta secondo Kubrick il catalizzatore dell’evoluzione umana, così il Commodore 64 può essere considerato il seme più fruttuoso dell’attuale contemporaneità nerd. Era il 1985 quando a casa mia arrivò questo avveniristico home computer, uscito tre anni prima negli USA, grazie al quale la mia famiglia fece il salto nell’era informatica.

I primi indimenticabili minuti

Non potrò mai dimenticare quei primi minuti di montaggio dei vari componenti: trasformatore, registratore, joystick e collegamento alla TV. All’accensione lo schermo si fece blu, riempiendosi di scritte!.. Poi ecco apparire il BasicGenio della lampada, sotto forma di cursore lampeggiante.

LOAD, ordinai in una lingua che ancora non conoscevo.
PRESS PLAY ON TAPE, rispose lui.

E, dopo un tocco, il registratore magicamente iniziò a caricare. Passarono pochi minuti e dal televisore iniziò a provenire la musica di Popeye!.. E che emozione provai quando presi gli spinaci di Braccio di Ferro, facendone partire l’iconica canzone!

Parenti e amici

All’epoca un mio zio adolescente, giocatore di Missione: impossibile, aveva occupato una stanza col suo Vic 20, mettendo sulla porta lo stesso cartello dell’antro informatico de La famiglia Mezil per tenere lontani i mocciosi come me, mentre un mio coetaneo del palazzo mi aveva già stregato con la magia di Pitfall, 2 col suo Atari. Che tempi…

il lettore della cassetta del commodore 64 - nerdface

In questo contesto, il Commodore 64 rappresentò la prima vera rivoluzione informatica domestica, grazie alla sua predisposizione alla programmazione, che sancì fin da subito la diaspora dei primi nerd. Ai più evoluti, visionari e dotati infatti spuntarono le ali, che li separarono da noialtri terricoli, destinati e crescere come fruitori seriali di contenuti. Oggi loro sono ricchi, io solo un boomer.

Un’epoca di sfide

Ma quella era un’epoca di sfide e cambiamenti, in cui il Commodore 64 ebbe il merito di distruggere la sua concorrenza. Oltre alla Atari, aveva come antagonisti l’Apple 2, l’Amstrad CPC e soprattutto la sua vera nemesi, lo ZX Spectrum. Era coi possessori di questa macchina che gli utenti si sfidavano in violenti derby ideologici, perché le cassette coi giochi che si vendevano in edicola avevano un lato di giochi per uno. Le riviste che accompagnavano le cassette erano corredate da foto dei titoli proposti e, immancabilmente, si finiva per valutare sempre come migliori i titoli del proprio strumento, per colori, grafica… Ma in fondo chi lo aveva lo ZX Spectrum?

Un prodotto di largo consumo

Di fatto le prestazioni finali di queste macchine non erano così dissimili. A fare la vera fortuna del Commodore 64 fu la scelta di imporlo come prodotto di largo consumo, proponendolo in ogni possibile spazio di vendita, dai negozi dedicati ai giocattolai, da quelli di elettrodomestici ai grandi magazzini, declinandolo inoltre come vero e proprio strumento del futuro, grazie alla possibilità di collegarlo a una stampante ad aghi, o di trasformarlo in un pianoforte con una pratica tastierina musicale da piazzare sui pulsanti.

il tac, celebre joystick del commodore 64 - nerdface

Ogni bambino spiegava ai nonni, Topolino alla mano, che con quel computer avrebbe potuto studiare, scoprire, approfondire e anticipare di un passo il futuro, ma la verità era che tutti, ma proprio tutti, volevano solo giocare. Su quell’onda a 8 bit, milioni di ragazzini di tutto il mondo surfavano nei loro pomeriggi domestici, sfidandosi o cooperando con titoli che dalle sale giochi arrivavano in salotto.

Titoli indimenticabili

Le più importanti case di produzioni si accaparravano i neonati diritti per lo sfruttamento videoludico, sfornando versioni casalinghe di Rambo, Alien, Ritorno al futuro e Ghostbusters, dando vita a confronti sulla qualità della conversione o lamentandosi per l’occasione mancata, quando il titolo non rispecchiava le aspettative. Grazie al vantaggio di giocare in casa, fu così possibile lavorare ai fianchi e finire, senza fiumi di 200 lire, titoli come Bubble bobble, Robocop, Wonderboy in Monsterland, Ghosts’n goblins

Il passaggio al floppy disk

La nascita delle prime riviste specializzate, l’utilizzo del Commodore 64 per elaborare contenuti artistici, l’aumento della velocità di caricamento col passaggio al supporto digitale dei floppy disk, sono solo alcuni dei momenti legati alla diffusione di questa macchina, capace di imporsi nell’arco di una generazione come vero segno di distinzione.

il commodore 64 e il suo lettore di floppy disk - nerdface

Con gli anni ’90 e l’uscita di nuove macchine più potenti inizia il declino del Commodore 64 che, pur resistendo nel circuito di vendita fino al 1994, s’iberna nel mercato collezionistico, resiste alla damnatio memoriae grazie agli emulatori, per poi risorgere in questi tempi dalle sue ceneri ancora una volta come prodotto destinato al mercato, in nuove manifestazioni acquistabili comprensive di un certo numero di giochi, come il MiniCommodore. Nei nerd di ieri, il Commodore 64 appartiene ai ricordi più belli, ma in questa splendida storia c’è un risvolto triste.

La figura di Jack Tramiel

A fondare la Commodore nel 1955 fu Jack Tramiel che, convinto di dover costruire computer per le masse e non per le classi, scelse, una volta guadagnato il vertice del mercato, d’attaccare i concorrenti con una politica di prezzi al ribasso, che trascinò all’inferno anche il suo prodotto, fino a essere poi epurato dal suo stesso CDA. Nel tentativo di rientrare dalla finestra, Jack acquisì parte della Atari, scegliendo di non puntare sulla divisione di sviluppo videogiochi, secondo molti ormai al crepuscolo, che fu poi assorbita dai suoi vecchi compari tramite il marchio Amiga… Al povero Jack resta la soddisfazione d’essere nel Guinness dei primati per essere stato il creatore del computer più venduto del mondo, con oltre 30 milioni di esemplari venduti. Grazie comunque!

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