«Da quando siamo venuti qui, ho la testa annebbiata»

Rivisitazione scanzonata e senza pretese degli eccessi propri del Rock‘n’Roll e degli horror, Studio 666 vede i membri dei Foo Fighters nei panni di versioni fittizie di loro stessi mentre si preparano a registrare il loro nuovo album, solamente per scoprire che la villa in cui stanno incidendo le tracce potrebbe essere infestata da alcuni sgraditi ospiti soprannaturali. Più sanguinosa che spaventosa, più buffa che divertente, questa horror comedy sarà quasi certamente apprezzata dai fan della popolare band, che dimostra d’essere composta da abili musicisti, ma di non essere altrettanto dotata di battute micidiali.

C’è anche Carpenter

Rendendo prevedibilmente omaggio un po’ a tutto, da L’esorcista a Non aprite quella porta, e potendo contare su una canzone principale scritta insieme a John Carpenter, che fa anche un cammeo, Studio 666 dovrebbe soddisfare gli appassionati delle uccisioni il più possibile esilaranti e sopra le righe. Lo status di cult sembra comunque assicurato.

La trama

Volendo dire qualcosa di definitivo col decimo album, il frontman dei Foo Fighters, Dave Grohl, decide di trasferirsi in una tenuta fatiscente dove, secondo la leggenda, un altro gruppo rock impazzì e trovò la morte nel 1993, mentre stava registrando. Eppure entra subito in sintonia con l’atmosfera spettrale della villa e ben presto i Foo Fighters, che comprendono il bassista Nate Mendel, il chitarrista Pat Smear, il batterista Taylor Hawkins (scomparso tragicamente lo scorso 25 Marzo), il chitarrista Chris Shiflett e il tastierista Rami Jaffee, iniziano a lavorare alle canzoni. Tuttavia, la tenuta sembra infestata da forze misteriose che iniziano a influenzare negativamente il frontman.

Il regista BJ McDonnell ha diretto in precedenza lo slasher Hatchet 3 (2013) e una serie di video per la band metal degli Slayer, rendendolo il candidato ideale per catturare al meglio l’allegra miscela di head-banging da concerto e cinema splatter insita in questo Studio 666. E certamente il film vanta un’irriverenza senza peli sulla lingua, mentre i membri dei Foo Fighters si rendono lentamente conto che il loro leader si sta comportando in modo strano e l’improvvisa propensione di Dave Grohl per le bistecche al sangue è una prima indicazione che qualcosa non va.

La vita infernale dentro un gruppo rock

La sceneggiatura, basata su un racconto di Dave Grohl stesso, che in passato ha diretto anche documentari musicali come Sound city (2013), riesce a proporre battute intelligenti sulle difficoltà nel destreggiarsi tra le diverse personalità di un gruppo rock, o sulle dinamiche infernali d’avere un frontman dai modi dittatoriali.

Dave Grohl e la sua caricatura

Nella tradizione di altri autoritratti di celebrità romanzati e comici, Studio 666 presenta i Foo Fighters in modo esagerato e a volte bizzarro, con Dave Grohl che assapora in particolare l’opportunità di canzonare la sua aura da uomo comune, interpretando un cantautore creativamente soffocato che, quando la trama di Studio 666 entra nel vivo, si trasforma in un artista guidato dall’ego e posseduto da forze demoniache.

Sfortunatamente, sebbene Studio 666 sia stato palesemente uno spasso per la band, raramente riesce a colpire efficacemente nel segno a livello di slancio comico, soprattutto perché i botta e risposta tra i membri del gruppo tendono ad appoggiarsi a nomignoli dozzinali e battute malamente recitate. Una situazione particolarmente deludente, specie se si considera che i Foo Fighters sono noti per i loro video musicali divertenti e senza pretese.

I comici del film

Nemmeno i comici professionisti del cast di supporto riescono a garantire un grande impatto in tal senso. Will Forte appare brevemente nel ruolo di un ottuso autista per le consegne a domicilio di cibo, mentre Whitney Cummings interpreta una vicina di casa eccitata. Al di là dell’idea di mettere in satira il mondo del rock e dell’horror, così come l’antico mito della star che vende l’anima al Diavolo per il successo, l’umorismo di Studio 666 è spesso pigro, interpretato da musicisti che non sembrano del tutto a loro agio come attori.

Sangue e budella

La situazione migliora quando il film rivela gli esseri maligni che abitano la villa, preparando il terreno ad alcune sequenze di uccisioni giocosamente raccapriccianti. Gli effetti speciali hanno un aspetto gradevolmente dozzinale, un’amorevole strizzata d’occhio alle pellicole di genere a basso costo che hanno evidentemente ispirato Studio 666. In effetti, solo quando volano copiose quantità di sangue o sono versate interiora la visione diventa davvero amabilmente cheesy e ripugnante.

È un peccato che i membri della band non siano riusciti a essere protagonisti migliori o più spiritosi. I Foo Fighters affrontano una miriade di orrori in Studio 666, ma nessuno è più spaventoso nel vederli tentare d’essere delle star del cinema.