Easy rider: il road movie per eccellenza che predisse il futuro
Easy rider
«A man went looking for America. And couldn’t find it anywhere…».
Titolo originale | Easy rider |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Data d’uscita | 26 Giugno 1969 |
Durata | 96 minuti |
Genere | Drammatico |
Regia | Dennis Hopper |
Cast | Peter Fonda Dennis Hopper Jack Nicholson |
Still wild
Ogni tanto ci capita, qui a Nerdface, di riuscire a trattare pellicole davvero entrate nella storia del cinema, capaci grazie alla loro potenza evocativa d’aver influenzato più di una generazione. È di certo il caso di Easy rider, uscito nel lontanissimo 1969 ed entrato di prepotenza tra i cult senza tempo. Considerato il road movie per eccellenza, parla non solo di un viaggio attraverso le strade degli USA del Sud, ma anche nell’animo dei protagonisti e, per estensione, attraverso la società americana in un periodo di grandi movimenti sociali.
Due Americhe
Gli hippy, prima di tutto, che si contrapponevano alla borghesia media ancora ferma al ventennio precedente, in uno scontro non sempre meramente generazionale, ma che, a ben guardare, vedeva l’una contro l’altra due ideologie contrapposte. Il Sogno Americano rimaneva l’utopia comune a entrambi gli schieramenti, ma la strada da percorrere per realizzarlo era diversa e, per di più, i movimenti della fine degli anni ’60 quell’utopia la estendevano a tutto il mondo, con ingenuità forse, ma anche con la reale voglia di migliorarlo e renderlo più libero. Libero dai bigottismi, dalle maglie strette di un occhio sociale che giudicava in base al lavoro o, per semplificare, al taglio dei capelli.
I due protagonisti
In questo, Easy rider riesce perfettamente nell’analisi di quanto stava succedendo e, al contempo, fotografa per i posteri il clima sociale d’allora. Non deve quindi stupire se i due protagonisti, Peter Fonda e Dennis Hopper, anche regista del film, lavorassero praticamente senza copione scritto, improvvisando spesso e volentieri e che lo facessero ancor di più dopo aver fumato erba. Si cercava il realismo e probabilmente si voleva ricreare il clima spensierato dei movimenti giovanili dell’epoca.
Senza contare che buona parte di Hollywood quel clima lo sposava in pieno. E funziona tutto a dovere, tanto che Easy rider si becca 2 nomination agli Oscar: una, quella come Miglior Attore Non Protagonista data a Jack Nicholson convince l’attore a continuare la sua carriera davanti alla macchina da presa e non dietro, come aveva intenzione di fare, dedicandosi alla regia.
La matrice italiana del film
Easy rider convince pure il pubblico e sono molti ancora oggi a considerarlo il miglior road movie mai realizzato. Fa piacere, dunque, sapere che parte dell’ispirazione del film sia italiana, per la precisione grazie alla pellicola di Dino Risi Il sorpasso, negli USA uscito come The easy life, che vedeva contrapporsi nella vicenda i due caratteri diametralmente opposti, caciarone e spudorato uno, timido e con la testa sulle spalle l’altro, dei protagonisti Gassman e Trintignant.
Un generazione desiderosa di volare
Ne Il sorpasso il contrasto era nei due protagonisti, mentre Easy rider ovviamente allarga l’obiettivo e sintetizza nei due protagonisti un’intera generazione desiderosa di spiccare il volo, contrapposta e osteggiata dai benpensanti cittadini conservatori. Viaggiano coi capelli lunghi a bordo di due chopper, vestiti da motociclisti, disdegnano le imposizioni borghesi, fumano erba e si fanno di acidi: per questo sono identificati come violenti o tossici dalla società, ma mai da Easy rider.
Percepiti come virus, inducono a una reazione allergica che sconfina nello shock anafilattico, come ben descrive il finale del film, che estremizza ancor di più lo scontro generazionale e profetizza il reale destino del movimento hippy, del tutto seppellito dagli anni ’80.
Easy rider brilla anche in questo: mostrò con estrema efficacia l’epoca in cui era ambientato e in cosa si sarebbe trasformata, senza mai cadere nella retorica, ma anzi affidandosi agli attori per esprimere i concetti, anche quelli più scomodi e senza lanciare moniti.
Born to be wild
D’altra parte, il genere di pellicola non poteva permettersi di moralizzare, perché avrebbe rischiato di finire dalla parte opposta della barricata. Born to be wild, canzone simbolo del film, non a caso cita il viaggiare abbracciando il mondo nell’amore: l’essere nati per essere selvaggi non indica brutalità, ma la grande sensazione di libertà data dallo stare in sella a una moto, con la consapevolezza di voler eliminare le catene e le ipocrisie del mondo piccolo borghese. Tutto è racchiuso nei 94 minuti di Easy rider, un film entrato giustamente nella storia.
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Titolo originale | Easy rider |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Data d’uscita | 26 Giugno 1969 |
Durata | 96 minuti |
Genere | Drammatico |
Regia | Dennis Hopper |
Cast | Peter Fonda Dennis Hopper Jack Nicholson |