Giuliano Gemma: tra gli attori simbolo di un’epoca
Giuliano Gemma
«Ritengo sia giusto che il pubblico s’abitui all’idea che anche gli attori invecchino.».
Un artista vero
Giuliano Gemma, uno dei più famosi attori italiani, capace di farsi apprezzare sia in ruoli in film di genere sia in opere ben più impegnate, inizia la sua carriera come stuntman. La sua prestanza fisica è subito notata e gli apre le porte di produzioni importanti. Il primo ad accorgersi di quel giovane dal fisico asciutto e atletico è il maestro Dino Risi, che gli concede una piccola parte in Venezia, la luna e tu.
Gli esordi
L’anno successivo è il regista Bolognini a ingaggiarlo per una comparsata nel celebre film di Totò, Arrangiatevi!. Lo stesso anno, Giuliano Gemma sarà anche un centurione nel colossal Ben Hur. In questo periodo nasce anche la sua amicizia con Nino Benvenuti e il primo ruolo da protagonista è dietro l’angolo.
Il gattopardo
È con Arrivano i titani che Giuliano Gemma ha la sua occasione: il film arriva anche all’estero, complice una sceneggiatura che vira molto alla commedia, con una violenza molto edulcorata. È il vero trampolino di lancio per l’attore. E infatti nel 1963 Luchino Visconti lo sceglie per interpretare un generale garibaldino, ne Il gattopardo. Insieme a lui. ci sono altri due nomi destinati a diventare altrettanto noti: Terence Hill e, soprattutto, Alain Delon. Non è la sua ultima incursione nel cinema d’autore: lo vedremo, infatti, ne Il deserto dei tartari e in Un uomo in ginocchio.
Nel drammatico come nella commedia, Giuliano Gemma è prima di tutto un professionista di grande caratura anche se, nella memoria popolare, rimane l’interprete principe del filone Spaghetti Western, genere nato in Italia per ricalcare il successo del suo blasonato parente americano. Si tratta di film a bassissimo costo e girati con povertà di mezzi, raramente nel vero vecchio West, più di norma nel basso Lazio.
Gli Spaghetti Western
Ma ha avuto il grande merito d’aver reso famosi Clint Eastwood ed Ennio Morricone, d’aver regalato fama mondiale e imperitura a Sergio Leone. Così, negli anni si susseguono ruoli da cowboy, da uomo svelto con la pistola e dallo sguardo di ghiaccio. E gli occhi di Giuliano Gemma di ghiaccio lo erano davvero. Fino ad arrivare a una chicca tutta italiana.
Tex!
Infatti nel 1983 esce Tex e il signore degli abissi, trasposizione cinematografica del celebre personaggio della Bonelli. Giuliano Gemma incarna il ranger dalla camicia gialla in una delle sue performance più discusse. Il film, purtroppo, non è un capolavoro e delude i migliaia di appassionati corsi a pagare il biglietto per vedere il proprio eroe muoversi sullo schermo.
A posteriori, i difetti della pellicola sono facilmente identificabili: una recitazione sottotono, unita ad alcune discutibili scelte di sceneggiatura e regia, rimandano agli occhi solo una pallida eco di quanto rappresentava il fumetto dal quale prendeva spunto. Tragedia su tragedia: Tex e il signore degli abissi avrebbe dovuto essere il pilota di una serie televisiva che, proprio a causa della tiepida accoglienza del pubblico, non sarà mai realizzata. I tempi di Dylan Dog erano lontani, ma gli errori sembrano gli stessi.
Un’icona all’estero
Tuttavia nemmeno questo inciampo impedì a Giuliano Gemma di diventare un’icona del genere, un attore apprezzato in Italia e, cosa strana per l’epoca, anche all’estero. Molto, tanto che la Suzuki, casa automobilistica e motociclistica giapponese, produsse ben due tipi di scooter chiamandoli col suo nome. Insomma, la carriera di Giuliano Gemma è stata fulgida, sebbene non sempre apprezzata come avrebbe meritato, soprattutto negli ultimi anni e dalle nuove generazioni. Forse anche a ragione, essendo cambiato il gusto e le figure di riferimento, spesso in peggio.
I premi
Tuttavia il suo mondo, quello del cinema, non lo ha mai scordato. Ne sono prova i premi che gli ha accreditato nel corso degli anni. Il primo è un David di Donatello, conferitogli nel 1977, non a caso per Il deserto dei tartari; gli ultimi due, nel 2008, sono alla carriera e il De Sica, non solo meritati, ma anche dovuti a un uomo il quale ha dato la sua vita al cinema italiano e ha contribuito a farlo conoscere in tutto il mondo.
Non solo l’attore merita rispetto, ma anche l’uomo, poiché non ha snobbato la televisione negli ultimi anni di carriera e s’è sempre mostrato ben conscio dello scorrere dei tempi, consapevole che altri avrebbero raccolto il testimone e di come la ruota girasse sempre e comunque per tutti. La sua vita è stata piena di esperienze e anche da queste possiamo trarre l’idea che, della vita, Giuliano Gemma, fosse innamorato.
Sport e arte
Amante dello sport, passava dal nuoto al paracadutismo, dallo sci all’alpinismo e negli ultimi anni aveva anche scoperto la passione per la scultura. Una passione che gli ha permesso di partecipare ad alcune mostre, con opere in bronzo. Non era sicuramente il momento di lasciarci e si ha quasi la sensazione che il destino abbia giocato sporco.
Un tragico incidente
Nel 2013, infatti, la sua Yaris si scontra frontalmente con una BMW presso una frazione della Cerveteri tanto amata. Giuliano Gemma è portato in ospedale, telefona alla sua compagna di una vita, la giornalista Baba Richerme, per avvertirla. Lei si precipita ma, quando arriva, l’attore è già morto per arresto cardiaco. L’ultimo suo palcoscenico è il Campidoglio, dov’è allestita la camera ardente e gli applausi risuonano ancora una volta insieme all’eco triste del cordoglio di quanti lo conoscevano e dei suoi fan.