«Dai, dai, dai!»

Una gigantesca porzione di quella torta con cui l’Istat rappresenta la popolazione italiana non sa cosa sia Boris, ma per quella sottile fettina che lo conosce, lo ama e giustamente non potrebbe vivere senza andare a riguardare qualche spezzone ogni tanto o l’intera saga almeno una volta l’anno è finalmente arrivato il momento.

Una lunga attesa

Undici anni fa abbiamo lasciato René Ferretti chiuso in un cinema, il volto più scuro del buio in sala, mentre attorno a lui tutte le creature che in 3 stagioni e un film hanno abusato della sua (poca) pazienza, del suo flessibile entusiasmo, ma soprattutto della sua incrollabile resistenza, si abbandonavano all’ecumenica catarsi scatenata dalle scuregge di un cinepanettone.

Il merito di Boris

Non si indignino i puristi (o stronzi) che non considerano Boris un film degno d’essere visto, ma quella scena, che non fosse per la totale differenza d’espressione dei protagonisti, ricalca fedelmente la stessa a chiudere C’era una volta in America, con Noodles a sorridere beato nella fumeria d’oppio, e chiude l’arco narrativo di un’opera tanto originale quanto straordinaria.

Televisione nella televisione, cinema nel cinema (poi la radio, poi la morte), Boris ha avuto il merito d’usare i toni scanzonati e scorretti di una commedia per raccontare in maniera impietosa ed efficacissima che cos’è e come va quello che apparentemente sembra il circuito della fiction, ma in realtà è tragicamente l’intero mondo del lavoro del nostro Paese.

Detto questo, siamo noi pronti al nuovo capitolo di questa saga, dopo tutto questo tempo? Le prime due puntate dello show che sarà ospitato da Disney+ a partire dal 26 Ottobre sembrano indicare che i due autori, sceneggiatori e registi Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo lo siano, come pure l’intero cast, nonostante la scomparsa di Roberta Fiorentini, in arte Itala, e del compianto Mattia Torre.

Si torna alle atmosfere conosciute

L’atmosfera e il ritmo sono rimasti gli stessi, sostenuti dalle musiche e dal tenore dei dialoghi che non hanno perso, fin dal primo scambio di battute, la verace vis comica di un tempo. Gli ammiccamenti al passato, che sono ovviamente molteplici, compresi numerosi flashback riacchiappati direttamente dal precedente girato, non sembrano per il momento ancorare la narrazione alla sensazione di un mero copia e incolla.

La fiction e i nuovi tempi

A cambiare sono gli eventi: la storia della finzione è legata strettamente agli avvenimenti che hanno mutato, in maniera ora grossolana, ora appena percettibile, la nostra realtà quotidiana. La TV generalista cede il posto alle piattaforme digitali, le persone a noi vicine muoiono, il politicamente corretto impone l’instaurarsi di infiniti dibattiti circa il rispetto di identità e desinenze e il cast di Boris affronta quello che affrontiamo noi ogni giorno, alla grande in queste prime due puntate. Speriamo continui così. Anzi: dai dai dai!