«Devi riprendere in mano la tua vita»

Durante un’escursione in montagna, Becky perde l’amore della sua vita. Dopo un periodo intenso di dolore, la sua amica, anch’ella presente durante l’incidente, convince la ragazza che il tempo delle scalate non è ancora finito. Così, la spinge ad accompagnarla su una torre televisiva alta centinaia di metri, perché riprenda la vita perduta con la scomparsa del suo ragazzo. Indovinate cosa succederà…

Libertà da grande schermo

Fall è il classico film americano da popcorn: nonostante non abbia un grande valore dal punto di vista intellettuale, è sicuramente un ottimo modo per passare una serata a urlare davanti uno schermo (e ovviamente la visione al cinema è fortemente consigliata), sobbalzare sulla poltrona e comportarsi in un modo che mai sarebbe concesso durante una proiezione di un lavoro di David Lynch.

La pellicola di Scott Mann riesce a intrattenere, seppure siano presenti diversi jumpscare di troppo atti solo ad alzare la tensione artificialmente e senza riuscirci particolarmente. La trama survival, sebbene scarna, riesce a svolgersi e a divertire nella sua ora e mezza di durata. Sarebbe stato forse addirittura meglio tagliare una decina di minuti dal secondo atto che, francamente, si trascina forse troppo.

L’aspetto tecnico

Tecnicamente Fall presenta alcune pecche e qualche defaillance: green screen e sagome ritagliate attraverso rotoscoping approssimativi tolgono tensione a un film che dovrebbe vivere di attimi del genere. Fortunatamente, però, si trovano solamente nelle prime scene e, una volta superate, curiosamente la pellicola migliora in modo drastico.

Tensione e divertimento

Insomma, Fall non è certamente un film che ricorderemo per i prossimi decenni, ma gli appassionati del genere (e non solo) potranno godere un’ora e mezza di tensione e di moderato divertimento, perché il lavoro di Scott Mann magari non passerà alla storia, ma ha l’indubbio merito di strappare più di un sussulto.