Black Panther: Wakanda Forever | Il lungo addio | Recensione
Il voto di Nerdface:
3.5 out of 5.0 stars
Titolo originale | Black Panther: Wakanda Forever |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2022 |
Durata | 161 minuti |
Uscita | 9 Novembre 2022 |
Genere | Supereroi |
Regia | Ryan Coogler |
Sceneggiatura | Ryan Coogler Joe Robert Cole |
Fotografia | Autumn Durald |
Musiche | Ludwig Göransson |
Produzione | Marvel Studios |
Distribuzione | Walt Disney Studios Motion Pictures |
Cast | Letitia Wright Lupita Nyong’o Danai Gurira Winston Duke Dominique Thorne Florence Kasumba Michaela Coel Tenoch Huerta Martin Freeman Angela Bassett |
Il voto di Nerdface:
3.5 out of 5.0 stars
«La morte non è la fine»
In sala da oggi, 9 Novembre, Black Panther: Wakanda Forever è il nuovo film dell’ormai complesso Marvel Cinematic Universe, l’ultimo della Fase 4. Coerentemente alle proposte precedenti, comprese le serie TV Disney +, la pellicola di Ryan Coogler prepara quanto verrà successivamente, definendo questa fase come un passaggio obbligatorio dal gran finale di Avengers: Endgame alle tanto attese novità.
In ricordo di Chadwick
Si iniziano a introdurre personaggi e rapporti che potranno rivelarsi di una certa importanza, sempre con un occhio di riguardo a sensibilità plurali e poco rappresentate nei blockbuster supereroistici. Inoltre, gli autori e la produzione hanno voluto rendere omaggio a Chadwick Boseman, compianto interprete di Black Panther recentemente scomparso e mai dimenticato dai fan e dagli addetti ai lavori. Non privo di difetti, Wakanda Forever riesce tutto sommato a funzionare, spingendo molto sul fattore emotivo, ma non solo.
Tutto si trasforma
Il film si apre a Wakanda, lo straordinario regno africano inventato da Stan Lee e Jack Kirby, dove re T’Challa sta esalando gli ultimi respiri. Viviamo la sua morte attraverso il disperato tentativo di Shuri (Laetitia Wright) di replicare l’erba a forma di cuore che darebbe a Black Panther il famigerato potere rigenerativo.
Nonostante Shuri sia uno dei personaggi più brillanti dell’intero immaginario Marvel, neanche lei può riuscire a impedire un destino già scritto e Wakanda si ritrova a rimpiangere il giovane ed eroico sovrano.
Un anno dopo, ancora in lutto, la regina Ramonda (Angela Bassett) si troverà a dover difendere l’indipendenza di Wakanda davanti a un teso dibattito alle Nazioni Unite. Assistiamo in un primo momento a un impasse politico e privato della famiglia reale, in cui tutti i suoi membri principali e i suoi servitori più fedeli devono fare i conti col senso di perdita e di cambiamento irreversibile. Inoltre, data la loro particolare posizione, bisogna che dimostrino al mondo che il dolore non ha indebolito la nazione, anzi.
Un conflitto internazionale
Al centro del conflitto che si apre tra Ramonda e i rappresentanti degli altri Stati, c’è naturalmente il possesso del vibranio, quel metallo non replicabile e non rintracciabile che fa di Wakanda la più grande potenza mondiale. Ma siamo sicuri che si trovi solo a Wakanda?
Eroi e antieroi contro il Colonialismo
Adottare il punto di vista dei wakandiani porta il pubblico a confrontarsi con l’atteggiamento arrogante e prevaricatore del cosiddetto Primo Mondo. Non è un caso, infatti, che a prendere parola alle Nazioni Unite contro Ramonda siano i rappresentanti di Francia e America, tra i protagonisti del primo Colonialismo e delle sue forme più recenti, più sottili ma non per questo meno devastanti.
Lo Stato africano, in rappresentanza di tutto il continente, racconta una storia di grandi risorse sfruttate senza pietà, di trattamenti disumanizzanti e di un presunto senso di superiorità che ha giustificato una prolungata e violenta egemonia economica e culturale.
Anche negli USA, dove la comunità africana convive praticamente da sempre con i WASP, la sua presenza è schiacciata e controllata da politiche repressive e razziste. Questo era il tema del primo Black Panther: in che modo gli oppressi, una volta liberati, si rapportano ai loro oppressori? Lo stesso è al centro anche di Wakanda Forever.
Namor
In più, la comparsa del popolo di Talocan, guidato da Namor (Tenoch Huerta), riafferma esattamente questa problematica. Molto interessante, infatti, la scelta di assimilare l’Atlantide marveliana alla nativa popolazione mesoamericana. Analogamente alla popolazione africana, anche quella del Centro America precolombiano ha subito, storicamente, inaudite violenze in nome della colonizzazione europea.
Quindi il personaggio di Namor torna idealmente sui passi del villain di Black Panther, Killmonger, e medita una vendetta definitiva nei confronti del mondo emerso.
Pregi e difetti
Nonostante la perplessità che i character poster hanno suscitato nei fan, il look e la caratterizzazione del nuovo Namor convincono. Non scontata la scelta di casting, che non asseconda i canoni estetici hollywoodiani e trova un attore bravo, espressivo e tutto sommato credibile nonostante le ali ai piedi. Si conferma più che adatto il cast già noto degli (e delle, soprattutto) abitanti di Wakanda; anche Laetitia Wright ha nella sua fisicità qualcosa d’estremamente individuale e memorabile, in ogni sviluppo della sua trama.
È introdotta anche Riri Williams, la quale s’aggiunge al gruppo di potenziali Young Avengers già presentati in Fase 4. Per quanto la sua figura presenti alcune forzature non tanto per essere una diciannovenne geniale, quanto per il modo in cui il mondo non reagisca alla sua scomparsa, l’attrice Dominique Thorne sembra essere abbastanza nella parte. Ottime e suggestive le scelte di scenografia e ricostruzione di Wakanda e del regno sottomarino di Talocan. Interessante anche il modo in cui l’estetica precolombiana è attualizzata e reinterpretata nei suoi abitanti.
Da guerra a rissa
Risulta depotenziato, però, lo scontro finale: atteso a lungo per la durata impegnativa del film che sfiora le tre ore, risulta leggermente deludente. Si apparecchia una guerra, ma si risolve in una rissa. La trama, però, nel suo complesso scorre e funziona: non era scontato considerando il cambio di rotta che ha dovuto prendere il film dopo la scomparsa del suo protagonista.
La morte non è la fine
Il tema della rivalsa anticolonialista è sicuramente centrale, ma divide lo spazio con l’aspetto più emotivo dell’elaborazione del lutto. Permettendoci una piccola digressione, si può notare come alcuni prodotti di grande qualità e di richiamo degli ultimi mesi trattino proprio di questo, di come accettare e superare le perdite. Dal funerale di Itala (e non solo) in Boris 4, al bellissimo The bear, ma anche nel più mainstream And just like that, sequel del cult Sex and the City, i personaggi devono fare i conti con quanto succede dopo. Forse due anni di pandemia hanno reso il lutto un tema d’attualità, che pubblico e autori hanno bisogno d’affrontare.
Questa è una domanda che in Black Panther: Wakanda Forever trova una sua risposta, rendendo il film particolarmente commovente. Diniego, accettazione, distacco. Per Shuri è difficile ammettere la propria impotenza di fronte alla morte del fratello. Non è pronta a lasciar andare il proprio dolore. Allo stesso tempo, ognuna a suo modo, Ramonda ma anche Nakia (Lupita Nyong’o) e Ayo (Florence Kasumba) trovano la loro strada per gestire la propria sofferenza. Tuttavia, il punto in cui si ritrovano tutte è proprio quello in cui si riparte per andare avanti, per accettare che le persone amate non ci sono più e per trasformare la memoria in un insegnamento per il futuro.
Non siamo soli, non siamo sole
Saranno diversi i momenti in cui vi si stringerà il cuore ed è tanto apprezzabile che in alcuni di essi la produzione abbia scelto un sacro silenzio, lasciando parlare le immagini di Chadwick Boseman. Al di là della maschera, al di là del simbolo, rimane il ricordo di un uomo reale: in questo Wakanda Forever riesce a fare qualcosa d’inaspettato, nel suo essere un prodotto mainstream coerente in un più ampio sistema narrativo, ma allo stesso tempo nel rendere un sentimento estremamente privato, facendo sentire meno soli tutti coloro che troppo presto hanno dovuto dire addio a qualcuno.
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Titolo originale | Black Panther: Wakanda Forever |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2022 |
Durata | 161 minuti |
Uscita | 9 Novembre 2022 |
Genere | Supereroi |
Regia | Ryan Coogler |
Sceneggiatura | Ryan Coogler Joe Robert Cole |
Fotografia | Autumn Durald |
Musiche | Ludwig Göransson |
Produzione | Marvel Studios |
Distribuzione | Walt Disney Studios Motion Pictures |
Cast | Letitia Wright Lupita Nyong’o Danai Gurira Winston Duke Dominique Thorne Florence Kasumba Michaela Coel Tenoch Huerta Martin Freeman Angela Bassett |