Tori e Lokita | Una storia di fratellanza | Recensione
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | Tori et Lokita |
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Lingua originale | francese |
Paese | Belgio Francia |
Anno | 2022 |
Durata | 88 minuti |
Uscita | 24 Novembre 2022 |
Genere | Drammatico |
Regia | Jean-Pierre Dardenne Luc Dardenne |
Sceneggiatura | Jean-Pierre Dardenne Luc Dardenne |
Fotografia | Benoit Dervaux |
Musiche | – |
Produzione | Archipel 35 Les Films du Fleuve Savage Film |
Distribuzione | Lucky Red |
Cast | Schils Pablo Mbundu Joely Marc Zinga Alban Ukaj Tijmen Govaerts Charlotte De Bruyne |
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
«Alla fiera dell’Est…»
La pellicola francese Tori e Lokita, presentata al Festival di Cannes, è un crudo e denso racconto che non ha paura d’esplorare i meandri più oscuri del fenomeno dell’immigrazione. I fratelli Dardenne non esitano a toccare temi scomodi come la violenza sessuale o lo sfruttamento minorile, riuscendo nell’intento di torcere lo stomaco allo spettatore, rimanendo però terribilmente realisti.
Un dramma coraggioso
Tori e Lokita è un coraggioso dramma caratterizzato da una narrazione dal ritmo serratissimo, che tiene lo spettatore sulle spine per tutta la sua durata. I due giovanissimi protagonisti Pablo Schils (Tori) e Joely Mbundu (Lokita) riescono, grazie a una grande interpretazione, nell’intento di farci vivere il tema principale del film: la fratellanza.
Fratellanza
La fratellanza nella pellicola trascende i classici vincoli di sangue, lasciando spazio a un legame profondo che non vacillerà nemmeno nei momenti più tragici, con i due protagonisti che rischieranno la vita pur di passare anche pochi minuti insieme, in un contesto fatto di spaccio e lavoro minorile. Il loro è un rapporto sincero, basato sulla fiducia totale e sulla disperazione, che sono costretti a vivere da immigrati in Belgio. La complicità che li lega è totale e non mancano nel film alcuni siparietti divertenti, necessari per intravedere una speranza nonostante la situazione disperata.
Tori e Lokita, segue dunque le vicende di due fratelli che fratelli non sono: Tori è un bambino centroafricano, Lokita un’adolescente camerunense. Si incontrano solo per caso su un barcone nel Mediterraneo e da quel momento diventano inseparabili. Si troveranno a fronteggiare le enormi difficoltà che ogni immigrato irregolare deve affrontare una volta giunto in Europa: pagare i criminali che li hanno fatti entrare nel paese di destinazione, trovare i soldi da inviare alla propria famiglia del paese d’origine e ottenere i documenti, il passo più ostico dal quale si dirama l’intreccio della storia.
Un realismo cinico
Questi temi non sono trattati in maniera semplice e romanzata ma, al contrario, sono descritti nel modo più difficile da digerire, con una sorta di realismo cinico, tipico del cinema dei Dardenne. La narrazione, seppur basata su tematiche impegnative, è degna di un film d’azione: il suo ritmo forsennato fa letteralmente volare l’ora e mezza di durata e rende la pellicola estremamente d’intrattenimento e godibile per chiunque.
La firma dei Dardenne
La regia dei Dardenne, ampiamente caratterizzata dalla scelta di una camera a mano, accompagna in modo perfetto l’andamento della storia, evitando eccessivi virtuosismi o esercizi di stile che avrebbero rovinato il crudo realismo della pellicola. Aldilà dell’aspetto tecnico, Tori e Lokita è un film che colpisce nel profondo, facendo riflettere su un tema importante e spesso discusso in maniera parziale e ideologizzata.
Nell’odierno dibattito pubblico nel quale gli immigrati sono considerati come meri numeri da citare nei comizi politici, molto spesso ci si scorda che questi sono individui che soffrono e si preferisce non vedere, con l’illusione che realtà come lo sfruttamento descritto proprio nel film siano fenomeni a noi distanti, quando invece sono più vicini di quanto si possa immaginare.
Solo sfruttamento
Così come accade ai due protagonisti di Tori e Lokita, anche le famiglie dei migranti sono spesso smembrate, poiché ci si può permettere un viaggio per una persona sola, con la speranza che, una volta giunta in Europa, possa inviare denaro per permettere una vita migliore a chi è rimasto in patria. I lavori offerti agli immigrati sono sovente ai limiti dello sfruttamento e rendono così più appetibile, e soprattutto remunerativa, la scelta della criminalità, in particolare lo spaccio al dettaglio.
Sincerità
In un panorama troppo spesso colmo di retorica, un approccio del genere è una boccata d’aria fresca e dimostra come il cinema d’autore non debba essere per forza complesso e astruso ma, anzi, possa intrattenere, pur nella sua linearità, per mostrare uno spaccato di realtà senza filtri narrativi. In conclusione, l’aspetto che più colpisce di Tori e Lokita è la sua sincerità. Il turbinio di emozioni provato durante la visione rende questo film un vero e proprio gioiello nel panorama cinematografico europeo, consacrandolo, senza alcun dubbio, come uno dei migliori dell’anno.
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Titolo originale | Tori et Lokita |
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Lingua originale | francese |
Paese | Belgio Francia |
Anno | 2022 |
Durata | 88 minuti |
Uscita | 24 Novembre 2022 |
Genere | Drammatico |
Regia | Jean-Pierre Dardenne Luc Dardenne |
Sceneggiatura | Jean-Pierre Dardenne Luc Dardenne |
Fotografia | Benoit Dervaux |
Musiche | – |
Produzione | Archipel 35 Les Films du Fleuve Savage Film |
Distribuzione | Lucky Red |
Cast | Schils Pablo Mbundu Joely Marc Zinga Alban Ukaj Tijmen Govaerts Charlotte De Bruyne |