«Non puoi negoziare con la natura»

A causa della criticità e dell’urgenza della questione climatica, molti prodotti audiovisivi, nel tentativo di far riflettere il pubblico, provano a intraprendere strade diverse da una call to action esplicita, per preferire lezioni più sottintese. In questo filone si trovano i numerosi thriller catastrofici distribuiti ogni anno, come per esempio Geostorm di Dean Devlin, o Greenland di Ric Roman Waugh, entrambi con protagonisti Gerard Butler.

Sulla scia di altre opere

The rig, la nuova serie di Prime Video firmata da David Macpherson e diretta da John Strickland (Line of duty, Bodyguard), sembra voler seguire le loro tracce, forse fin troppo alla lettera, e per questo finisce anche per riprodurne gli stessi errori. Disponibile da oggi, 6 Gennaio, ha al suo centro lo staff della piattaforma petrolifera Kinloch Bravo, situata a largo della costa scozzese.

Il ritorno a casa è interrotto da una fitta nebbia e da una serie di scosse, che troncano ogni possibilità di comunicare con la terraferma. Dopo un incidente, le verità sulla compagnia che ha finanziato la missione iniziano a venire a galla mentre lo staff sfugge al controllo del severo capitano Magnus, interpretato da Iain Glen, il ser Jorah Mormont di Game of Thrones.

Poca tensione

Con 6 episodi della durata di circa 52 minuti l’uno, The rig cerca di far affidamento solo sul mistero al suo centro e sull’ambientazione. Il clima di tensione, già dal terzo episodio, perde la sua efficacia e la scarsa esplorazione dei personaggi non giova, in quanto manca quasi del tutto un collegamento emotivo con la quasi totalità di essi.

Una sceneggiatura poco ispirata

The rig conta su un cast estremamente numeroso, ma la sceneggiatura sembra essere realmente interessata al capitano e alla coppia composta dalla rappresentante dell’azienda Rose (Emily Hampshire) e il responsabile delle comunicazioni Fulmer (Martin Compston).

La catena di eventi soprannaturali che si dipana sul Kinloch Bravo, solitamente verso la fine di ciascun episodio, riesce a mantenere viva l’attenzione dello spettatore, senza però essere capace di lasciare il segno.