«Alcuni nemici non muoiono mai»

Uno dei più grandi colpi di scena della storia del cinema recitava: «Vedo la gente morta». Se lì si trattava di un segreto, sussurrato con estrema paura e capace di cambiare per lo spettatore tutto quanto s’era visto fino a quel momento, in Darby Harper: consulenza fantasmi si tratta invece della normalità. Fin da piccola, infatti, dopo essere sopravvissuta a un incidente, Darby Harper (Riele Downs) riesce a vedere i morti e a comunicare con loro, possibilmente per aiutarli a lasciare la Terra.

Ispirazioni evidenti

Tutto cambia quando la ex migliore amica e ora nemesi, Capri (Aul’i Cravalho), muore tragicamente e Darby Harper finisce così per ritrovarsi perseguitata dal suo peggiore incubo. È ovvio che Darby Harper: consulenza fantasmi, il film di Silas Howard ora disponibile su Disney+, abbia come principali modelli d’ispirazione alcuni tra i titoli più iconici della commedia adolescenziale, come Mean girls o Heathers, e nella speranza d’aggiungervi un aspetto innovativo per renderlo solo un po’ memorabile, si sia arrivati al dono della protagonista.

Tanti cliché

È un aspetto che Darby Harper: consulenza fantasmi tuttavia tratta abbastanza frettolosamente, senza mai chiarirne troppo i dettagli e usandolo come pretesto per portare sullo schermo una versione lievemente aggiornata di alcuni cliché, come la trasformazione da brutto anatroccolo a ragazza popolare cui andrà incontro la protagonista.

Se nella maggior parte del tempo Darby Harper: consulenza fantasmi rimane un film alquanto formulaico, con qualche sprazzo intelligente ma poco inventivo, s’inserisce però anche nel revival della rottura della quarta parete avvenuto negli ultimi anni, soprattutto grazie a Fleabag, sebbene non trovi mai un modo effettivamente riuscito per impiegare il device.

I punti di forza

Darby Harper: consulenza fantasmi funziona quando si dimentica il teen drama che cerca d’essere: nei momenti in cui le due protagoniste sono lasciate parlare dei loro problemi e delle loro paure, soprattutto se legate alla morte, la sceneggiatura acquista uno spessore nuovo e permette un vero approfondimento dei personaggi.