«Lavoriamo per un sociopatico»

Dopo il successo di Most dangerous game, Christoph Waltz ritorna sul piccolo schermo come protagonista assoluto di The consultant, trasposizione basata sull’omonimo romanzo del 2015 di Bentley Little, in arrivo in streaming dal 24 Febbraio su Prime Video. L’attore veste qui i panni di Regus Patoff, uno strano consulente ingaggiato dalla CompWare, una compagnia di gaming alla ricerca di qualcuno in grado di risollevare le sorti dell’azienda ormai in crisi. I dipendenti e gli stessi datori di lavoro si troveranno così a far fronte a nuove sfide e novità, che metteranno in discussione non solo la loro vita lavorativa, ma anche la loro stessa esistenza.

Una satira del lavoro in America

Quanto si è disposti a sopportare pur di mantenere il proprio posto di lavoro? Questa sembra essere la domanda davanti alla quale la serie, con la sua buona dose di black humor pungente, ci mette davanti fin dalle prime scene; una denuncia in chiave satirica al sistema di lavoro americano, dove solo i più spietati e ambiziosi riescono a realizzarsi.

Un nuovo capo

Siamo in California. La CompWare, azienda produttrice di software per raffinati videogiochi, con sede in un enorme edificio che impiega centinaia di impiegati con diverse mansioni, è appena stata colpita da una tragedia. Il suo CEO, Sang, (Brian Yoon) è infatti stato assassinato. In un batter d’occhio, senza lasciare nemmeno ai dipendenti il tempo d’essere sbigottiti dall’accaduto, si presenta sul posto Regus Patoff, un consulente finanziaro che afferma d’essere stato assunto dallo stesso Sang per sovrintendere alle fortune dell’azienda. Prontamente, mostra un contratto che lo rende a tutti gli effetti il nuovo capo.

A essere particolarmente stupiti dal corso degli eventi sono Elaine (Brittany O’Grady), assistente personale di Sang, e il programmatore Craig (Nat Wolff), con cui Elaine ha un rapporto che va ben oltre il semplice ambito lavorativo. Patoff, infatti, è insolito quanto il suo nome: fin dalla sua entrata in azienda, le sue richieste mettono in allarme dirigenti e impiegati.

Un uomo pauroso

L’uomo è ovunque: riempie di telecamere l’intero edificio, esige da tutti dedizione totale, senza orari né privacy, arrivando persino a interferire nella vita privata dei dipendenti. Il personaggio di Christoph Waltz impone la sua inquietante presenza, le sue misteriose entrate in scena, le sue sparizioni altrettanto improvvise, procurando una sorta di turbamento che si trasforma presto in paura. Paura che accresce nel momento in cui Elaine e Craig rivedono il filmato di sicurezza dell’incontro personale tra Patoff e Sang, scoprendo qualcosa di molto insolito.

Chi è il nuovo capo?

The consultant non fa assolutamente mistero del fatto che Patoff non è chi afferma d’essere, rivelando già nel primo episodio che l’uomo ha scelto di presentarsi con un nome del tutto fittizio. Una domanda sorge allora spontanea: chi è davvero Regus Patoff? Si presenta come un potenziale salvatore, ma non è altro che puro caos, venuto a seminare discordia tra i lavoratori, toccando addirittura la loro sfera personale.

Christoph Waltz fa un ottimo lavoro, intimidendo coi suoi sguardi e le sue risatine sia i personaggi che gli spettatori, mantenendo alta la tensione e il livello d’angoscia, arrivando addirittura (in alcuni casi) ad ampliare la percezione che si ha degli episodi, facendoli sembrare molto più lunghi dei loro concreti 30 minuti.

Una storia inquietante

The consultant è una storia davvero inquietante, una metafora aggressiva del mondo dell’economia capitalistica che può condurre alla totale disumanizzazione degli individui; dipinge un ritratto cinico del mondo degli affari del XXI secolo, un’arena spietata in cui i fini giustificano sempre i mezzi. Nonostante, infatti, ogni dubbio anche di natura morale, Elaine e Craig finiscono entrambi per capire che i sogni e la realizzazione personale possono avvenire fintanto che non siano messe in gioco etica, legge e decenza di base.

Una serie da non perdere

Probabilmente non una visione particolarmente innovativa del capitalismo contemporaneo, ma trasposta, complice anche l’idea originale del romanzo, in una maniera del tutto nuova che convince a pieno e che fa di The consultant una serie da non perdere.