«Mio figlio ha fatto una cosa del genere?!»

La preside di una scuola convoca quattro genitori, per informarli di un fatto molto serio: i loro figli avrebbero commesso ripetuti stupri nei confronti di una compagna di classe. Dapprima i genitori non riescono a credere a una tale brutalità, successivamente però si coalizzano contro la preside per difendere i propri ragazzi. Questo è l’antefatto di Educazione fisica, il nuovo film di Stefano Cipani basato sul testo teatrale La palestra, di Giorgio Scianna, adattato per il cinema dai fratelli d’Innocenzo.

Personaggi stereotipati

Le buone premesse narrative si disperdono in una messa in scena esageratamente didascalica, con personaggi talmente stereotipati da sembrare delle macchiette, utili soltanto al colpo di scena che, però, è talmente irrealistico da risultare grottesco. I personaggi infatti sono visti e rivisti: Franco, interpretato da Claudio Santamaria, è il classico agente immobiliare ricco e senza scrupoli; Carmen, interpretata da Raffaella Rea, è una madre single che farebbe di tutto per il figlio; Aldo e Rossella, rispettivamente interpretati da Sergio Rubini e Angela Finocchiaro, sono invece la rappresentazione di una tipica coppia provinciale italiana. Nessun personaggio è dotato di una caratterizzazione sufficiente, circostanza che contribuisce a rendere la pellicola piuttosto piatta.

Tra dramma e commedia nera

Educazione fisica, dunque, è un mix tra il dramma e la commedia nera; questa commistione purtroppo non funziona, poiché nella pellicola non si riesce a far convivere armonicamente le due anime dei rispettivi generi: la ricerca della risata amara e la riflessione sulla genitorialità e su cosa si sia disposti a fare in nome dei propri figli.

Il risultato è comunque un film cupo, interamente girato in una palestra fatiscente di una scuola. La scelta di girare tutte le scene in solo ambiente costruisce un clima claustrofobico, una delle poche scelte a conferire credibilità all’escalation dei personaggi. Le interpretazioni poi sono difficilmente giudicabili, in quanto la scrittura dei dialoghi e dei personaggi è talmente inverosimile da sembrare a tratti assurda: basti pensare alla preside, interpretata da Giovanna Mezzogiorno, che parla per tutto il tempo con una voce sospirata, flebile, ai limiti dell’imbarazzo.

Regia e montaggio

Educazione fisica non funziona, sebbene ci siano due aspetti a colpire e che, quantomeno, riescono a rendere il film piuttosto agile da vedere: la regia e il montaggio. La prima, di Stefano Cipani, e il secondo, di Jacopo Quadri, riescono a movimentare la pellicola, impresa assai difficile soprattutto se si considera lo spazio angusto in cui è stata girata.

Conclusioni

In conclusione, Educazione fisica è un film che purtroppo non riesce a trasmettere in modo credibile e interessante il suo messaggio. La scelta di un cast stellare non salva la pellicola, dalla sua pessima scrittura, e risulta essere così un esempio di come una buona idea possa essere rovinata da una cattiva realizzazione.