Fondazione | Recensione della seconda stagione
Il voto di Nerdface:
2.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | Foundation |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2023 |
Stagione | 2 |
Episodi | 10 |
Ideatore | – |
Genere | Fantascienza |
Soggetto | Isaac Asimov |
Durata | – |
Produzione | Phantom Four Skydance Television |
Distribuzione | Apple TV+ |
Prima TV | 14 Luglio 2023 |
Cast | Jared Harris Lee Pace Lou Llobell Leah Harvey Laura Birn Terrence Mann Cassian Bilton |
Il voto di Nerdface:
2.0 out of 5.0 stars
«Se vogliamo sopravvivere, dobbiamo combatterli»
Arriverà il 14 Luglio la seconda stagione di Fondazione, serie prodotta e trasmetta da Apple. Lo ricordiamo, già alla conclusione dalla prima stagione i dubbi erano secondi solo alle paure. Il compito più difficile nel recensire quest’opera, oggi, è quindi eliminare qualsiasi pregiudizio e provare ad analizzare nel modo più lucido e obiettivo possibile il risultato ottenuto dalla casa di Cupertino.
Un alto livello tecnico
Prima di tutto, è giusto sottolineare come gli sforzi produttivi e realizzativi di Fondazione si vedano e in modo netto. Se quello che cerchiamo da una serie di fantascienza è esclusivamente la parte coreografica e la fotografia, sicuramente Fondazione saprà darci molte soddisfazioni. Può piacere o meno, ma si deve dare atto della buona realizzazione e dell’impatto scenico di molte inquadrature, pur non brillando per innovazione od originalità.
La prova del cast
Le prove attoriali del cast, invece, si muovono in un ampio spettro di risultati. Mentre Jared Harris, Lee Pace e Laura Brim conducono i rispettivi personaggi con sapiente maestria e una bravura degna della loro reputazione, gli altri attori si muovono tra la sufficienza e il livello da soap opera a basso budget. Non è un caso, forse, se il miglior Harris lo troverete nei monologhi o nelle scene in cui chi lo circonda non va oltre il ruolo di spalla.
Fintanto che continuiamo a ignorare l’origine e il significato di Fondazione, ci si presenta una serie che acquisisce via via un ritmo da action, in cui lo scontro tra opposte fazioni sembra esserne il fulcro. Se la prima era stata d’introduzione ai personaggi, dunque, la seconda stagione inizia a muovere le pedine piazzate sullo scacchiere della guerra. Sembrerebbe un gradevole preludio a un’esplosione di effetti speciali, al cui centro si muovono eroi e antieroi.
Una serie prêt-à-porter
È proprio qui, però, che emergono i limiti e le pecche di Fondazione, anche continuando ad accantonare ogni considerazione circa l’eredità dell’opera originale di Isaac Asimov. Il problema principale della serie è probabilmente nella scrittura di Goyer, che sembra frettolosa se non addirittura svogliata. Si ha la sensazione che lo showrunner e i suoi collaboratori abbiano cercato di standardizzare metriche e ritmi alla storia invece di cercare un modo nuovo di raccontarla, d’adattare un prodotto per tutti, come una moda prêt-à-porter, al pari di tanta produzione fantascientifica da grande magazzino. Noi, invece, attendevamo l’unicità sartoriale.
Nessuna personalità
Il risultato è una lungo ed estenuante numero di déjà-vu e nulla emerge a rendere Fondazione una serie unica o dotata di personalità. Tante scene potrebbero essere tagliate e inserite altrove, in The Mandalorian, per esempio, e lo spettatore potrebbe non accorgersene, come accadrebbe se dessero un cammeo a Pedro Pascal in qualsiasi produzione degli ultimi dieci anni, in verità.
In alcuni momenti, Fondazione rimanda e scimmiotta Fanteria dello Spazio di Paul Verhoeven, ma il risultato è statico e non amalgamato, lontano dall’allegoria e dal grottesco di quei toni e colori che comunque riuscivano a essere vicini all’opera di Robert A. Heinlein. Questo gancio rende inevitabile affrontare il tema più spinoso e finora eluso, l’aderenza agli scritti di Asimov, il vero peccato originale di Fondazione.
Non è Fondazione
La serie, al netto di ogni considerazione, si chiama Fondazione. S’ispira ai romanzi di Asimov, ha sullo sfondo la Psicostoria, ne usa i personaggi come Hari Seldon o Cloen, assume le leggi della robotica e si muove sul crollo dell’Impero Galattico e nel tentativo di preservare il sapere.
Ecco: nomi, riferimenti e tutta una mitologia amata da milioni di lettori in tutto il mondo è presa solo per andare in una direzione tutta diversa, confermando esattamente i timori emersi alla prima stagione.
Un’altra storia
La seconda stagione di Fondazione farà da cesura agli amanti e i conoscitori di Asimov. Non stiamo parlando, infatti, di un’interpretazione o di un adattamento narrativo ai fini del mezzo televisivo; non si tratta di un prodotto raccontato diversamente per portare una storia a un pubblico nuovo, a una nuova generazione. È avvenuto altro: raccontare un’altra storia, ma usando lo stesso nome.
Alcuni esempi. Per come è presentata e raccontata, la Psicostoria diventa una questione esoterica e quasi magica, in luogo del suo rigore scientifico e matematico; è raccontata, permettete l’iperbole, con gli stessi occhi con cui è presentato il culto dello scientismo. La Psicostoria sembra così più vicina alla religione e al misticismo del mondo di Dune di Herbert, che non alla Fondazione di Asimov.
Altre differenze
Il personaggio di Salvor Hardin, poi, uno dei più definiti del ciclo asimoviano, è quanto di più lontano dall’originale, diventa quasi caricaturale, se non addirittura parodistico. E non parliamo, ovviamente, del fatto che sia interpretato da una donna afroamericana, non ci interessa e in un’opera di fantasia ci può stare e siamo allergici alle polemiche sterili sul sesso degli angeli.
E il sapere?
Sullo schermo, semplicemente, non c’è Salvor Hardin, come Harris non interpreta Henry Seldon, come la Psicostoria non è la Psicostoria… In sostanza e in modo abbastanza definitivo, Fondazione non è Fondazione. Non v’è traccia, infine, di come il vero scontro fosse per la preservazione del sapere.
Insomma, il ciclo asimoviano è stato pugnalato come Giulio Cesare alle Idi di Marzo, ma da un gruppo di sceneggiatori, se congiurato lo lasciamo stabilire a voi. Fondazione offre il senso di una grande occasione sprecata, nonostante il grande sforzo realizzativo, forse per un peccato di superbia: pensare di rendere l’opera di Asimov con un mezzo diverso da quello originale. Un vero peccato, pensando ai buoni prodotti che Apple ci ha proposto in questi ultimi anni.
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Titolo originale | Foundation |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2023 |
Stagione | 2 |
Episodi | 10 |
Ideatore | – |
Genere | Fantascienza |
Soggetto | Isaac Asimov |
Durata | – |
Produzione | Phantom Four Skydance Television |
Distribuzione | Apple TV+ |
Prima TV | 14 Luglio 2023 |
Cast | Jared Harris Lee Pace Lou Llobell Leah Harvey Laura Birn Terrence Mann Cassian Bilton |