Stand by me: l’estate in cui Stephen King ci fece crescere
Stand by me
«Ragazzi, vi va di vedere un cadavere?».
Titolo originale | Stand by me |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Data d’uscita | 8 Agosto 1986 |
Durata | 88 minuti |
Genere | Drammatico |
Regia | Rob Reiner |
Cast | Wil Wheaton River Phoenix Corey Feldman Jerry O’Connell Kiefer Sutherland Bradley Gregg Casey Siemaszko Jason Oliver Gary Riley John Cusack Richard Dreyfuss |
Uscita italiana | 29 Marzo 1987 |
Il tempo è un treno
Accade che uno scrittore come Stephen King diventi uno degli autori più famosi del mondo. La fama gli porta le attenzioni di un giornalista, il quale gli chiede un’intervista. Nel corso delle domande, gliene rivolge una sulla sua infanzia. L’allusione del giornalista sottintendeva che qualcosa di terribile fosse dovuto succedere al giovane autore per portarlo, una volta adulto, a scrivere horror.
Il ricordo di una tragedia
Strano a dirsi, perché chi vi si dedica non necessariamente soffre di turbe psichiche, ma l’intervistatore aveva centrato un bel bersaglio con quella domanda perché, in effetti, quando lo scrittore aveva solo 4 anni, era stato testimone di una tragedia poi rimossa dalla memoria e che solo molti anni dopo gli sarà ricordata dalla madre.
La scrittura è una chiave
Nel 1951, infatti, Stephen King è un bambino e gioca con un suo coetaneo, nelle vicinanze dei binari. I due non sentono il sopraggiungere del treno, che lo risparmia, ma travolge, mutila e uccide sul colpo il suo amico. Non riusciamo a immaginare quale terribile spettacolo gli si sia presentato davanti. Come detto, l’incidente rimane sepolto nella sua memoria, in attesa di una chiave che lo faccia uscire e, come spesso accade, la scrittura diventa il mezzo perfetto per far riaffiorare il trauma.
C’è sempre un elemento autobiografico in ogni romanzo di Stephen King e nemmeno la raccolta Stagioni diverse fa eccezione. Arriviamo dunque (e finalmente) a Stand by me, film liberamente tratto da The body, uno dei quattro racconti contenuto in Stagioni diverse. La pellicola è tra le più riuscite tra quelle tratte dalle opere dello scrittore del Maine. È coinvolgente, commovente e capace di mescolare malinconia e spensieratezza.
Al centro della vicenda c’è proprio il cadavere di un ragazzo, investito da un treno e rimasto sul ciglio dei binari, in attesa d’essere ritrovato. La missione è intrapresa da quattro ragazzini, spinti un po’ dalla curiosità, un po’ dalla voglia di scappare dalle rispettive vite: li porterà a scoprire valori come l’amicizia e il coraggio.
Il cast del film
Tra i protagonisti, troviamo quattro giovanissimi attori, a iniziare da Will Wheaton, in seguito nel cast di Star Trek: the next generation; River Phoenix, che morirà otto anni dopo Stand by me, per overdose; Corey Feldman, proprio quello dei Goonies; e Jerry O’Connel, conosciuto in seguito come Il mio amico Ultraman.
Dalla parte del bulletto degli anni ’50, un grande classico nelle storie di Stephen King, c’è invece un attore cui il futuro riserverà intere giornate, 24 ore per la precisione, di spensieratezza: Kiefer Sutherland. A dirigere il film c’è invece Rob Reiner, regista che in seguito firmerà veri e propri cult come La storia fantastica o Harry ti presento Sally e che nel 1990 si dedicherà all’adattamento di un altro romanzo di Stephen King, il giustamente acclamato Misery non deve morire. Come colonna sonora di Stand by me è ovviamente scelta l’omonima canzone di Ben E. King, motivo per il quale il film non mantiene lo stesso titolo del racconto da cui è tratto.
Un film per tutte le età
Vuoi o non vuoi, Stand by me è un film che si guarda da giovani, se non giovanissimi, sebbene il suo target sia parecchio difficile da individuare. È rivolto ai ragazzi, indubbiamente, come dimostrato da alcune scene e dal racconto nel racconto di Sacco di Lardo, ma parla anche agli adulti, se vogliamo prendere in considerazione la voce narrante, da non sottovalutare.
Intanto perché è affidata a Richard Dreyfuss e poi in quanto sembra voler sottolineare che tutto il film sia fatto di ricordi, belli e brutti, stupidi come un cane che cerca di azzannarti alle palle o intensi come la vista di un cadavere dilaniato e dimenticato da tutti.
Amicizia e malinconia
È una storia sulla malinconia degli amici avuti a dodici anni, destinati a perdersi una volta cresciuti, a meno che non si sia molto fortunati; quasi basa le sue radici sull’accettare l’impossibilità del ritorno di quei tempi. In questo è molto simile a IT: è ovvio, poiché la mano dell’autore si sente molto forte, malgrado la mediazione del regista.
Stand by me è solo in apparenza una stupida avventura e ci traghetta, invece, sulla soglia di un’altra epoca. Dopo la scoperta del cadavere, i ragazzi non saranno più gli stessi e non perché turbati dalla sua vista. Semplicemente, per i quattro protagonisti da quel momento inizierà l’età adulta: questo ci suggeriscono il regista del film e, ancor prima, Stephen King.
Il tempo è un treno
Il tempo è un treno e noi tutti seguiamo le rotaie sulle quali corre. Dovremo intuire quali saranno i momenti giusti per camminare lentamente, spalla a spalla coi nostri compagni d’avventura, e quali, invece, in cui lanciarci a perdifiato e non esserne travolti, per arrivare alla nuova tappa del nostro viaggio.
Moriremo comunque, ma conteranno solo le nostre azioni compiute e con chi abbiamo condiviso la strada. E poi, tra una meta e l’altra, ci sarà sempre una stazione dove fermarci un po’ per ricordare il nostro passato.
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Titolo originale | Stand by me |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Data d’uscita | 8 Agosto 1986 |
Durata | 88 minuti |
Genere | Drammatico |
Regia | Rob Reiner |
Cast | Wil Wheaton River Phoenix Corey Feldman Jerry O’Connell Kiefer Sutherland Bradley Gregg Casey Siemaszko Jason Oliver Gary Riley John Cusack Richard Dreyfuss |
Uscita italiana | 29 Marzo 1987 |