Quel mito puro di He-Man and the Masters of the Universe
He-Man and the Masters of the Universe
«Per il potere di Greyskull!».
Titolo originale | He-Man and the Masters of the Universe |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anni | 1093-1985 |
Stagioni | 2 |
Episodi | 130 |
Genere | Fantasy |
Character design | Herbert A. Hazelton Diane A. Kenner Carol Lundberg |
Regia | Ed Friedman Lou Kachivas |
Musiche | Shuki Levy Haim Saban Erika Lane |
Studio | Filmation |
Uscita italiana | 1984 |
Eternia
Era il 1983, la Guerra Fredda non era più così calda dalla Crisi dei Missili di Cuba, ma invece impazzava nelle stanze dei bottoni e sugli schermi cinematografici. Ronald Reagan alla Casa Bianca lavorava alacremente già da un paio di annetti a quello scudo spaziale dai cui effetti collaterali ci salvò per il rotto della cuffia il tenente colonnello Stanislav Petrov. In Italia, poi, Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi sparivano nel nulla, mentre il Mostro di Firenze massacrava indisturbato la sua sesta coppietta.
Un decennio d’oro
All’epoca mi accingevo a compiere il terzo anno d’età e non sarei venuto a conoscenza di queste e altre incoraggianti notizie per molti anni. Tutto intento a godermi un’infanzia beata nel decennio d’oro per il mondo nerd, sarei stato invece presto reso edotto, complice un genitore cresciuto a pane e Flash Gordon, di un altro evento epocale: la nascita di He-Man.
Due incredibili rifiuti
Nel 1976, l’allora CEO della Mattel aveva candidamente rifiutato di produrre una linea di action figure dedicata a Star Wars, poiché il franchise era sconosciuto e 750.000 dollari di licenza in anticipo erano troppi. Non bastasse, aveva subito appresso dato il benservito anche a Conan il Barbaro, quest’ultimo in quanto ritenuto troppo violento.
Non se ne ha la certezza, ma con buona probabilità in Direzione, a El Segundo, devono essere volati gli stracci e forse anche qualche sedia dopo queste scelte, eppure, testimone anche il sorprendente film di Barbie, la Mattel è ancora viva e in buona salute.
Si cade, dicono gli ottimisti, per poi rialzarsi: in questo caso è andata davvero così. Grazie al soggettista Donald F. Glut e al responsabile per i progetti Robert Sweet, che pare abbia pompato i muscoli di un Big Jim con la plastilina, ispirandosi ad alcune illustrazioni di Frank Frazetta, casa Mattel riuscì a tornare al successo chiamando a sé il potere e dando vita al biondo energumeno He-Man.
Nascita di un’icona
Dopo il blando successo di qualche fumettucolo prodotto con la DC Comics e inizialmente snobbato dalle catene di negozi, nel 1983 il muscoloso barbaro e il suo variegato mondo poco aderente alla logica si riversarono con prepotente veemenza nei canali preferenziali dell’intrattenimento infantile; il connubio tra cartoni animati e pupazzi snodati si rivelò assolutamente vincente: la combriccola dei Masters of the Universe, i Dominatori dell’Universo da noi, diventò leggenda, poi fiera icona LGBTQ. Ora è puro mito.
Realtà e fantasia
Il nome in sé per sé può sembrare pacchiano, altisonante, forse anche un filino troppo ambizioso, ma la realtà dei fatti, confermata dal perdurare dell’amore dei fan e dall’inesauribile numero di reboot, indica chiaramente come l’universo di migliaia di bambini fu seriamente dominato dal biondo eroe e dagli altri abitanti di Eternia.
Al buon forzuto coi capelli a scodella, banalotto se preso da solo, si affiancava un immenso e coloratissimo gay pride popolato da culturisti seminudi, scheletri, robot, qualche sporadica ragazzetta assai poco corteggiata, ma soprattutto una marea di ibridi uomo animale, che al confronto l’Isola del Dottor Moreau sembra una puntata dei Pokémon.
Impensabile non innamorarsi perdutamente di una comitiva del genere, che per giunta non faceva altro che picchiarsi selvaggiamente senza costrutto, senza obbligo di referto e senza conseguenze d’alcun tipo, nel contesto di un’ambientazione sword and planet da far impallidire persino l’Heavy Metal di Gerald Potterton, con rispetto parlando.
Un esercito di action figure…
Parallelamente alle storielle televisive, di trama incorporea e perennemente accompagnate da un reaganianissimo pistolotto morale, che l’eroe spiattellava al pubblico guardando in macchina, nei negozi di giocattoli comparivano schiere di creature con le stesse gambe storte e tutte uguali, ma completamente diverse dalla vita in su.
Pugni a molla, busti e teste rotanti, chele, code, artigli, fauci a ventosa, appendici telescopiche, spine, pellicce villose profumate o puzzolenti, proboscidi che spruzzavano acqua e chi più ne ha più ne metta.
… e di altre meraviglie
A questa manna dal cielo, si accompagnavano armi, cavalcature, veicoli ed edifici semplicemente straordinari per l’epoca, impossibili da elencare e soprattutto da imitare. C’è chi farebbe carte false per trovare posto in casa al Castello di Grayskull o alla Cittadella del Serpente, poi c’è chi mente. Non ce ne cureremo, però, perhé tolti i LEGO, i Transformers e pochi altri gioielli, le linee di giocattoli così longeve e amate si contano su una mano.
Ne sanno qualcosa Dolph Lundgren, che prestò volto e muscoli alla micidiale Busta live action del 1987, Kevin Smith, il quale nel 2021 ha sfornato per Netflix la sorprendente e romantica serie Masters of the Universe: Revelation, e Terry Crews, che invece non ringrazieremo mai abbastanza per la foto agghindato da eroe di Eternia.
La sigla completa di He-Man and the Masters of the Universe
Condividi il post
Titolo originale | He-Man and the Masters of the Universe |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anni | 1093-1985 |
Stagioni | 2 |
Episodi | 130 |
Genere | Fantasy |
Character design | Herbert A. Hazelton Diane A. Kenner Carol Lundberg |
Regia | Ed Friedman Lou Kachivas |
Musiche | Shuki Levy Haim Saban Erika Lane |
Studio | Filmation |
Uscita italiana | 1984 |