Aquaman e il regno perduto | Recensione
Il voto di Nerdface:
3.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | Aquaman and the lost kingdom |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2023 |
Durata | 124 minuti |
Uscita | 20 Dicembre 2023 |
Genere | Supereroi |
Regia | James Wan |
Sceneggiatura | David Leslie Johnson-McGoldrick |
Fotografia | Don Burgess |
Musiche | Rupert Gregson-Williams |
Produzione | Warner Bros. DC Entertainment Atomic Monster The Safran Company |
Distribuzione | Warner Bros. |
Cast | Jason Momoa Patrick Wilson Amber Heard Yahya Abdul-Mateen II Randall Park Dolph Lundgren Temuera Morrison Nicole Kidman Vincent Regan Pilou Asbæk Jani Zhao Indya Moore |
Il voto di Nerdface:
3.0 out of 5.0 stars
«I Re costruiscono ponti»
Uscito come ultima eco del DCEU, Aquaman e il regno perduto aveva il poco piacevole compito d’accomiatarsi dai fan dopo ben quindici film, mantenendo al contempo alte le aspettative per il prossimo universo condiviso della DC, che James Gunn sta approntando.
Lo scotto da pagare
La pellicola firmata da James Wan, già regista del primo film dedicato all’eroe atlantideo e con una carriera imperniata all’horror e all’azione, non era riuscita a solleticare abbastanza la curiosità, complice anche l’indice di gradimento delle pellicole dello stesso universo condiviso, andato a picco capitolo dopo capitolo. Aquaman e il regno perduto paga, quindi, lo scotto d’essere stato preceduto da prodotti non proprio riusciti sebbene, e lo diciamo subito, non sia un totale fallimento.
Il DCEU
L’universo cinematografico della DC ha sempre dato l’impressione d’essere all’inseguimento di quello della Marvel. Una rincorsa spasmodica, che spesso s’è risolta in pellicole che cavalcavano un’onda già passata e dunque prive dello stesso appeal. È il caso, per esempio di The Flash, travolto dall’orgia dei cammeo e del Multiverso e arrivato tardissimo, anche a causa dei guai giudiziari dell’attore protagonista.
Aquaman e il regno perduto non può, invece, essere ascritto ai film che inseguono, almeno non del tutto. È piuttosto una pellicola dalla forte personalità e che, ovviamente, ha gioco facile nel riproporre situazioni e atmosfere già viste in altri film, Marvel compresi. Il senso di déjà vu arriva all’improvviso, quando scene e dialoghi dei due protagonisti sui fronti opposti, interpretati da Jason Momoa e Patrick Wilson, ricordano moltissimo la dinamica tra Thor e Loki, con lo stesso abuso della battuta facile.
Le altre suggestioni del film
Giusto il tempo di rendersene conto, e si è catapultati in ambienti che ricordano le oscure torri viste nella saga de Il Signore degli Anelli, o nella cantina di Star Wars, con tanto di Jabba.
Sono suggestioni fin troppo palesi, ma queste, invece, non restituiscono una sensazione spiacevole, anzi, più spesso riescono a immergere nel mood della scena e senza bisogno di ulteriori chiarimenti narrativi. In più, le ambientazioni sono in molti casi ispirate e visivamente maestose, piacevolissime da guardare, anche per merito dei pochi guizzi della regia.
Schiaffoni!
Aquaman e il regno perduto è quindi un film dal ritmo alto e riduce gli spiegoni al minimo indispensabile. Va avanti a forza di scene d’azione e battute di spirito: i problemi posti di fronte ai protagonisti sono risolti a schiaffoni, letteralmente. Jason Momoa combatte, infatti, dall’inizio alla fine e non c’è tempo per raffinate strategie o per l’uso della materia grigia.
Nelle tante scene di pura azione, James Wan mette in mostra l’esperienza fatta con Fast & Furious, di cui ha diretto il settimo capitolo, e riesce nella difficile impresa di non renderle stucchevoli. Il problema, però, arriva al termine dell’azione: quando deve necessariamente frenare per dare spazio a un pur minimo approfondimento dei personaggi, allora Aquaman e il regno perduto crolla, poiché non sostenuto adeguatamente dagli attori.
Il punto debole del film
E proprio gli attori sono forse il punto debole del film. Patrick Wilson fa un ottimo lavoro, portando in scena un personaggio leggermente più definito degli altri; la sua performance risalta ancor di più quando duetta con un Jason Momoa svogliato, che praticamente interpreta se stesso. In alcune scene, il confronto impietoso col collega più volte ci ha fatto pensare che Ocean Master sarebbe stato un Aquaman migliore, più complesso e dignitoso.
Un Momoa poco regale
Jason Momoa non esprime nobiltà, regalità o profondità interpretative. È piuttosto un sempliciotto che guarda il football, bevendo una Bud dopo l’altra, dopo una dura giornata di lavoro. Per dirla in breve: è completamente e perennemente fuori dal personaggio.
Ci mette la sua indubbia prestanza fisica ma, tolta questa, non riesce a sostenere il film di cui sarebbe il protagonista, al punto da rendere ancora più palesi i punti deboli di una sceneggiatura non proprio brillante e di una trama di fondo inutilmente complicata, che ruota tutta attorno a una minaccia fin troppo anonima.
Positiva è, invece, l’interpretazione del Black Manta di Yahya Abdul-Mateen II, un antagonista discreto che meritava forse più spazio di quanto la pellicola gli conceda.
Quale target?
Nonostante i limiti, Aquaman e il regno perduto è un film capace d’intrattenere. Lo fa scegliendo la via più facile, sicuramente, per circa due ore d’azione, battute, battaglie e botte da orbi. Da bambini lo avremmo adorato, ma ormai siamo cresciuti (al contrario di Jason Momoa, parrebbe) e ora ci appare solo come una pellicola da vedere a cervello spento. Forse, parla meglio a un pubblico più giovane e con meno universi supereroistici sulle spalle.
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Titolo originale | Aquaman and the lost kingdom |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2023 |
Durata | 124 minuti |
Uscita | 20 Dicembre 2023 |
Genere | Supereroi |
Regia | James Wan |
Sceneggiatura | David Leslie Johnson-McGoldrick |
Fotografia | Don Burgess |
Musiche | Rupert Gregson-Williams |
Produzione | Warner Bros. DC Entertainment Atomic Monster The Safran Company |
Distribuzione | Warner Bros. |
Cast | Jason Momoa Patrick Wilson Amber Heard Yahya Abdul-Mateen II Randall Park Dolph Lundgren Temuera Morrison Nicole Kidman Vincent Regan Pilou Asbæk Jani Zhao Indya Moore |