«Sto per assumere un nuovo coach»

Dopo il discusso Thor: love and thunder, Taika Waititi torna al cinema con Chi segna vince, Next goal wins in originale, un film tratto dalla storia vera del commissario tecnico olandese Thomas Rongen e la Nazionale di Calcio delle Samoa Americane, da cui è stato tratto anche l’omonimo documentario.

La trama

Dopo una pessima esperienza con la nazionale under 20 degli USA, la Federazione Americana decide d’esonerare il proprio allenatore, Thomas (Michael Fassbender), decidendo di proporgli, come alternativa, la nazionale delle Samoa Americane, la peggiore del mondo. Calato in un contesto decisamente dilettantistico, l’irascibile coach dovrà confrontarsi con una squadra composta da persone completamente diverse da lui, che considerano il calcio solo un gioco. Naturalmente, sia la squadra che Thomas impareranno qualcosa d’importante da questa inusuale esperienza.

Un film già visto

Già dalle premesse, Chi segna vince non appare come un’opera particolarmente originale. Decine di pellicole raccontano di coach e squadre mediocri. Anche il rapporto dell’uomo bianco con una cultura molto diversa dalla sua, ma che ha molto d’apprendere da essa, è un canovaccio già visto molteplici volte. Ciò non vuol dire che il film debba perdere appeal, ma è lecito avvertirvi a cosa andate incontro: il vostro mondo non sarà certamente capovolto. Infatti, è forse questo il vero problema della pellicola di Taika Waititi.

Chi segna vince è a tutti gli effetti un film inoffensivo, un’opera che non sembra puntare su alcun aspetto in particolare. Non emoziona come Jojo Rabbit, non prova disperatamente a far ridere come Thor: Ragnarok e, di conseguenza, diventa facilmente dimenticabile dopo la sua visione. Chi segna vince non porta l’identità del suo regista e, quindi, riesce tranquillamente a passare inosservato sia dai suoi fan, che dai suoi detrattori.

L’unico pregio del film

In termini di regia, il film funziona principalmente perché Taika Waititi non commettere errori gravi, sebbene avrebbero potuto rappresentare quantomeno un motivo per ricordare qualcosa del film.

L’unico pregio di Chi segna vince, forse, è quello d’aver riesumato Michael Fassbender il quale, dopo essere tornato da quattro anni di digiuno col The killer di Fincher, deve iniziare seriamente a preoccuparsi per l’andazzo che sta prendendo la sua carriera.

Un gol sbagliato a porta vuota

Per quanto sia difficile elencare i motivi per convincervi a vedere Chi segna vince, il film di Taika Waititi riesce comunque a funzionare nel suo ritmo non tedioso e nella sua durata non eccessiva. Senza svelare il finale della pellicola, sicuramente il regista non è riuscito a fare gol.