Il Gigante di Ferro: un messaggio di pace che ancora ignoriamo
Il Gigante di Ferro
«Tu sei chi scegli e cerchi di essere».
Titolo originale | The Iron Giant |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Data d’uscita | 4 Agosto 1999 |
Durata | 86 minuti |
Genere | Animazione Fantascienza Robot |
Regia | Brad Bird |
Character design | – |
Musiche | Michael Kamen |
Produzione | Warner Bros. Animation |
Doppiatori originali | Eli Marienthal Vin Diesel Christopher McDonald Harry Connick Jr. Jennifer Aniston John Mahoney James Gammon Cloris Leachman M. Emmet Walsh |
Uscita italiana | 23 Dicembre 1999 |
Un messaggio di pace
Tra i prodotti di animazione più amati dal pubblico, Il Gigante di Ferro occupa un posto d’onore, fin dalla sua uscita, nel lontano 1999. A conquistare, sono la sua tematica esistenzialista e la capacità di far immedesimare il pubblico in entrambi i protagonisti. La storia, tratta da un romanzo dal quale si discosta parecchio, narra dell’incontro tra il Gigante e Hogarth, un ragazzino della campagna americana. Da quest’amicizia partirà un viaggio tutto interiore alla scoperta di sé.
Un robot bambino
Il gigante di ferro è un robot costruito con lo scopo d’invadere e distruggere altri mondi. Viene dallo Spazio ed è solo uno dei molti esemplari facenti parte di un esercito devastante. Per nostra fortuna ha, però, perso la memoria e non ha idea di quale sia il suo scopo. È come un bambino sperduto, abbandonato senza obiettivi su un pianeta alieno, i cui abitanti lo temono perché maestosamente diverso e dall’aspetto minaccioso.
Libero dal programma
Ovviamente, ci vorranno gli occhi innocenti di Hogarth perché il gigante sia visto per quel che è davvero: un essere mite e amichevole che, libero dalle imposizioni del suo programma, può esprimere delicatezza e affetto. Non sa cosa sia giusto o sbagliato ma, intrinsecamente, non è violento e Hogarth lo aiuterà ulteriormente spiegandogli come interagire con le fragili creature della Terra.
È, dunque, una figura pura, fanciullesca, che nell’amicizia con un ragazzino scopre pian piano d’avere una coscienza e di non essere obbligato al futuro previsto per lui dal suo creatore. «Tu sei chi scegli e cerchi di essere», gli dice Hogarth. E il Gigante sceglie.
Una questione di scelte
Sceglie d’essere un protettore del suo nuovo mondo e sceglie il sacrificio, pur di salvare non solo il suo amico Hogarth, ma tutta l’umanità. E non importa se sono stati proprio gli uomini a scatenare quella distruzione immotivata e veicolata solo dalla paura di qualcosa di grande e diverso.
L’importanza di un gesto
Nella vita di tutti noi capitano occasioni per decidere chi siamo, spesso non sono momenti così cruciali come ne Il Gigante di Ferro, sono invece gesti più semplici, comuni e giornalieri. Banali, se non fosse per il fatto che possono decidere il destino nostro e di chi abbiamo intorno.
Il Gigante di Ferro lo dichiara chiaramente: puoi essere Superman e puoi scegliere la via del bene perché le costrizioni che ti portano verso l’estremo opposto sono zavorre che non ti faranno mai volare. Hogarth scoprirà come il suo migliore amico possa essere un’arma devastante, ma sa, allo stesso tempo, che il Gigante non vuole diventarlo, esercitando così quel libero arbitrio proprio di ogni creatura senziente.
La genesi di un cult
Brad Bird, il regista de Il Gigante di Ferro, stava affrontando un periodo molto difficile quando iniziò a lavorare al film, sconvolto dalla perdita della sorella, uccisa dall’ex marito, un evento che obbliga a interrogarsi sulla casualità del male e sull’incapacità di confrontarci con fatti così drammatici, quando ci colpiscono violentemente e all’improvviso.
Quando si sceglie di non essere il Gigante
Bird ne trarrà una riflessione, che sarà la molla del film. La pistola dalla quale partì il colpo mortale contro la sorella non aveva coscienza, era solo uno strumento nelle mani di un uomo che, invece, aveva una scelta: premere il grilletto, oppure no. Cosa succederebbe se un’arma, quindi, non volesse essere un’arma?
Il Gigante di Ferro, così, diventa una catarsi, un’utopia dedicata agli individui capaci di fare la scelta giusta, di essere Gigante, influenzando di conseguenza la vita degli altri. Nel film gli antagonisti siamo noi, uomini incapaci di comprendere il Gigante, uomini in grado solo di lanciare le bombe per annientarlo, pur sapendo che ci saranno altre vittime.
Un messaggio disatteso
Il «bene superiore» difeso, in realtà, non esiste, perché sempre relativo e contestualizzabile, quando l’unico obiettivo sarebbe la pace. Pace come comunità, ma anche pace interiore, quando ci si libera della paura e della rabbia. Dalla violenza.
Il Gigante di Ferro ne fa parabola e non lesina diversi pugni allo stomaco, nel crescendo di follia che farà preludio al finale. Il Gigante ha consegnato un messaggio universale: siamo noi a non averlo ancora colto.
Titolo originale | The Iron Giant |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Data d’uscita | 4 Agosto 1999 |
Durata | 86 minuti |
Genere | Animazione Fantascienza Robot |
Regia | Brad Bird |
Character design | – |
Musiche | Michael Kamen |
Produzione | Warner Bros. Animation |
Doppiatori originali | Eli Marienthal Vin Diesel Christopher McDonald Harry Connick Jr. Jennifer Aniston John Mahoney James Gammon Cloris Leachman M. Emmet Walsh |
Uscita italiana | 23 Dicembre 1999 |