La prima regola

«La prima regola del Fight Club è: non si parla del Fight Club». Ci dispiace Brad, ma siamo costretti a parlarne, perché la verità è solo una: se non avete mai visto Fight Club, dovete vederlo. E basta. I motivi sono molteplici. Partiamo dalla regia, firmata da David Fincher. Basta nominare Seven, Il curioso caso di Benjamin Button, The social network e addirittura la serie House of Cards. Abbiamo detto abbastanza? Ebbene no.

Il cast di un cult

Perché anche i protagonisti, i nostri combattenti, sono altrettanto famosi. Edward Norton, «l’insonne senza nome», Brad Pitt e Helena Bonham Carter. Ci sono, poi, anche Meat Loaf e Jared Leto, ma lasciamo a voi la curiosità di scoprire il resto.

Il romanzo originale

Ripresa dall’omonimo romanzo di Chuck Polahniuk del 1996, la trama di Fight Club s’intreccia con un’attenzione particolare all’ego maschile. Il nostro protagonista, che chiameremo «anonimo», interpretato da Edward Norton, è un uomo abitudinario.

Lavora presso un’industria automobilistica. Ha vestiti firmati, un appartamento da rivista immobiliare e tanti oggetti inutili sparsi per casa. Colma così un’esistenza apparentemente perfetta, da vero «individuo consumatore». Finché un giorno, fortunatamente, qualcosa comincia a cambiare.

L’anonimo è assalito da un’insonnia che lo tormenterà per molto tempo, fino alla vera svolta. Dopo che il dottore gli suggerisce di partecipare a vari gruppi di sostegno per malati di cancro e dopo aver incontrato «la grande falsona» Marla Singer, interpretata da Helena Bonham Carter, giungerà finalmente, durante un viaggio in aereo, dall’affascinante Tyler Darden, incarnato da Brad Pitt.

Tyler Darden

Tyler sarà la sua scommessa, il suo riscatto per uscire dalla vita monotona che gli aveva fatto perdere il sonno e la voglia di combattere per un ideale. L’anonimo perderà la casa e tutti i suoi oggetti gratificanti. Andrà a vivere con Durden, un anticonformista a tutti gli effetti con cui formerà il Fight Club. Qui inizierà la grande avventura. Nascerà il progetto Mayhem, diretto da Tyler, che vedrà come scopo principale il sabotaggio ai simboli del capitalismo moderno.

Vita normale o ribellione?

Ma il nostro protagonista sarà sempre d’accordo? Dopo la sua grande liberazione, riuscirà a sostenere il grande distacco? Da una vita normale e controllata, sposerà in pieno la ribellione?

David Fincher pone le stesse domande e, proprio sul più bello, regala un finale mozzafiato e scioccante, ma riflessivo e analitico allo stesso tempo. Rimarremo in quest’atmosfera oscura, a tratti cromaticamente angosciante grazie a un gioco di luci spettacolare, dopo essere stati travolti da un continuo black humor. Una vera commedia nera.

Strade sconosciute

Eppure, Fight Club non parla di combattimenti ed è sconsigliato a chi pretende una logica. Parla dell’uomo e del suo rapporto con la società, di come essa può deformarlo e di come può spingerlo verso strade a lui sconosciute. Di come si perda per poi ritrovarsi, rendendosi conto che le sue scelte e la sua vita siano sempre dipese da lui.

Infine, intrecciando elettronica e hip hop, ogni passaggio è sottolineato da una colonna sonora altrettanto eclettica, ideata dai Dust Brothers, abili a creare quell’atmosfera straniante che si sposa perfettamente alla regia spietata di David Fincher: il titolo del singolo è This is your life e s’avvale della voce di Brad Pitt.