Sean Connery: entriamo nel tempio dell’inarrivabile attore
Sean Connery
«Some age, others mature».
Connery, Sean Connery
Entriamo nel tempio col passo dell’uomo penitente. L’ambiente è ampio e maestoso, eppure semplice. Ci saremmo aspettati un trionfo d’arte barocca e, invece, troviamo uno stile più umile e concreto. Una grande sala circolare, una statua al centro e altre disposte lungo il perimetro. Non sappiamo se qui si veneri un Dio, ma siamo certi di trovarci di fronte a un immortale: il rispetto, infatti, è l’unica sensazione che riusciamo a provare al cospetto di Sean Connery.
Smoking e arma poggiata sulla spalla
La statua grande e posta al centro lo raffigura in formato colossale. Il marmo è stato scolpito in maniera da vestirlo con un elegantissimo smoking, nella mano destra impugna una pistola. Il braccio è sollevato e la canna dell’arma poggia sulla spalla sinistra. Il volto è rilassato e sfoggia un sorriso da canaglia. Sul grande piedistallo c’è una scritta: «Sono il migliore». Nel leggerla, echeggia nella nostra mente una musica con un intro di chitarra, preludio a un tema jazzistico.
Un tempio
Siamo al cospetto di un grande del cinema mondiale e questo suo tempio è pieno di reliquie. Alcune vanno oltre i nostri ricordi, come spesso avviene; di altre conosciamo perfettamente l’origine e sapremmo citarne la leggenda, senza pensarci un attimo. Sean Connery, signore e signori, è stato capace di travalicare le epoche, attraversandole fino a noi, non solo non cadendo mai dalla cresta dell’onda, ma salendo addirittura più in alto, via via fino al suo ritiro ufficiale dalle scene, avvenuto nel 2006.
Lo avrete capito: la statua posta al centro raffigura Sean Connery nel ruolo che lo ha reso una star, il suo personaggio più rappresentativo, il primo a venire alla mente. L’Agente 007 con licenza di uccidere di Sua Maestà britannica: Bond, James Bond.
Impersonare per sette film l’eroe creato da Ian Fleming rese Sean Connery un sex symbol, ma già prima di approdare al cinema l’attore s’era piazzato al terzo posto al concorso di Mister Universo, in rappresentanza della sua amata Scozia.
007…
Il fisico asciutto e lo sguardo magnetico lo rendevano perfetto per l’immaginario femminile dell’epoca. Lo smoking fece il resto. Prima della fine degli anni ’70, Sean Connery era già diventato un dio. Ma l’agente segreto più famoso di tutti i tempi non è che una delle sue incarnazioni. Le altre, lo sapete, sono di tutto rispetto e hanno riempito letteralmente gli schermi delle nostre televisioni, per anni.
… e gli altri numeri da Re
È lui a insegnare a Christopher Lambert l’arte della scherma, per farlo arrivare con la testa attaccata al collo all’Adunanza, in Highlander: l’ultimo immortale; è sempre Sean Connery a scoprire gli oscuri segreti celati nella libreria del monastero, ne Il nome della rosa; è lui a guidare Camelot e i suoi cavalieri ne Il primo cavaliere ed è Re pure di altre terre, sebbene lo si scopra solo nella celebre scena finale di Robin Hood: il principe dei ladri, con Kevin Costner e Morgan Freeman.
È sempre Sean Connery a guidare Harrison Ford in Indiana Jones e l’ultima crociata, per trovare del calice dell’ultima cena (in fondo era proprio suo padre!): che lo si metta su un sidecar o a cavallo, dentro un sottomarino o nella squadra di poliziotti incorruttibili messa in piedi per arrestare Al Capone (e si dà il caso che vinca pure un’Oscar per quella parte), Sean Connery ha sempre reso memorabile ogni scena affidatagli dai molti registi che lo hanno diretto. Alfred Hitchcock, Annaud, Sidney Lumet e perfino il nostro Vittorio De Sica, in Un mondo nuovo.
Una filmografia vastissima
Nella filmografia vastissima di Sean Connery, si può trovare di tutto. Dal giallo di Assassinio sull’Orient Express alla fantascienza un po’ troppo anni ’70 di Zardoz; dal drammatico Robin e Marian, dove interpreta l’eroe della Foresta di Sherwood ormai anziano, al cui fianco c’è l’ancora bellissima Audrey Hepburn, all’autoprodotto Scoprendo Forrester, in cui è sua la parte di uno scorbutico scrittore ritiratosi a vita privata, ma con la voglia di fare da mentore a un liceale dotato di grande talento narrativo.
Pietre miliari del nostro immaginario
Insomma, le statue lungo il perimetro del tempio sono tante, tutte pietre miliari del nostro immaginario. Che si tratti solo di un cammeo o solo della sua voce, come in Dragonheart o nel videogame per PS2 Dalla Russia con amore, la partecipazione di Sean Connery ha arricchito qualsiasi opera. Sempre.
Perfino nel suo ultimo film, il poco osannato (ma a noi piace tanto) La leggenda degli uomini straordinari: vederlo pronto all’azione dona allo spettatore un senso di familiarità.
Perché è innegabile: di Sean Connery abbiamo conosciuto ogni espressione, al punto di cogliere le sfumature del semplice inarcamento di un sopracciglio. Di quanti altri attori potete dire lo stesso? E ci chiediamo: è lui ad averci insegnato col suo talento a riconoscere i segnali non verbali, o siamo noi ad averlo conosciuto così bene?
James Bond per sempre
Sia come sia, Sean Connery è stato unico e probabilmente rimarrà inarrivabile, forse per sempre. Non è più stato 007 dal 1971, da Una cascata di diamanti, per essere precisi, eppure per molti, compresi noi, è il James Bond più credibile della storia del cinema, ancora oggi. Cosa aspettate, allora, a recarvi al tempio anche voi?