Robert Patrick: l’attore che interpretò il terribile T1000
Robert Patrick
«It seems that the small movies are a little more risky and cutting-edge. You’ve got your big commerce and you’ve got your small films that you’re more passionate about».
Amore liquido
A Hollywood non lavorano solo le star. Esistono anche gli attori normali, quelli che sulla locandina hanno il nome scritto più piccolo di quello del protagonista. A volte, però, alcuni di questi riescono a spiccare in particolari situazioni, fino a brillare, per essere poi ricordati proprio in quella parte di quel film preciso, anche grazie a loro destinato a diventare immortale. È il caso di Robert Patrick.
Una nuova era degli effetti speciali
L’attore, infatti, pur interpretando il ruolo meno empatico del mondo, ha prestato il suo aspetto per dar vita al personaggio che, più d’ogni altro, ha sancito il passaggio a una nuova era degli effetti speciali, dando impulso e senso a un’intera carriera, nonostante più di 50 film, alcuni dei quali assai poco dignitosi, come il mostruoso Double dragon, ben 18 serie televisive. Ma procediamo con ordine.
Alla ricerca di un antagonista
È il 1990. Il trentatreenne Robert Patrick ha appena partecipato con un piccolo ruolo al seguito di Die hard quand’è contattato dal suo agente. Sostiene d’avergli procurato un provino per una parte spettacolare. Per colpa di un incidente in moto, infatti, James Cameron ha perso l’antagonista del suo nuovo progetto, un film che punta veramente in alto: il sequel di Terminator.
Sono stati già spesi tantissimi dollari per questo progetto e il regista è disperato. Ancora non sa che la gamba rotta della sua prima scelta, Billy Idol, gli consegnerà l’attore perfetto, un mix tra James Dean e David Bowie. E in effetti il suo agente vende proprio così Robert Patrick, l’attore perfetto per interpretare il ruolo del freddo T-1000.
Il giorno del giudizio
Considerato tra i migliori sequel della storia del cinema, Terminator 2: il giorno del giudizio esce nel 1991 e vede nei panni del buono quell’Arnold Schwarzenegger che, anni prima, aveva trasmesso perfettamente la mancanza di pietà e rimorso tipica dei robot killer provenienti dal futuro, grazie alla sua recitazione impenetrabile.
Il T-1000
Perso Billy Idol, James Cameron decide allora di puntare su Robert Patrick, il quale elabora il suo personaggio partendo da due certezze. La prima è lo studio dei predatori. Per interpretare il suo ruolo, infatti, studia il comportamento di molti cacciatori del mondo animale. Ha ben chiaro cosa cerchi il suo regista. Non vuole cattiveria: il T-1000 è la cosa più malvagia sulla Terra, non ha bisogno di fare paura. È la paura.
La seconda certezza, invece, è che la mancanza di notorietà lo faciliterà nel compito. Un interprete famoso e riconoscibile, in effetti, avrebbe sicuramente faticato di più a farsi accettare dal pubblico, rischiando di fallire. E forse aveva ragione.
La preparazione tecnica, la scelta dello stile recitativo e gli incredibili effetti speciali che, per i cinque minuti complessivi più ambiziosi dai tempi di Tron, lo rendono liquido e inarrestabile, sono il bingo di Robert Patrick che, pur non vincendo alcun premio, entra di diritto nella storia del cinema.
Dal cinema alla televisione
Da quel momento, il lavoro non mancherà più, sebbene nulla si avvicinerà ai fasti del T-1000, se non in un’occasione, questa volta televisiva. Dopo le presenze sul grande schermo in film come Striptease (1996), il bellissimo Cop Land (1997) e Spy kids (2001), l’agente richiama Robert Patrick sulla linea rossa, per comunicargli d’aver piazzato un’altra la zampata.
X-Files
Giunti alla settima stagione, gli autori di X-Files mettono Fox Mulder su un disco volante, gettando il pubblico ormai annoiato nel panico più redditizio. Così, agli inizi dell’ottava serie, troviamo il suo ruolo coperto dall’agente John Doggett, interpretato proprio da Robert Patrick. Egli è formalmente responsabile della squadra incaricata di ritrovare il M.I.A. Mulder ma, in realtà, lavora per svelare i loschi intrighi legati agli X-Files, di cui sospetta che il collega scomparso sia una sorta di regista.
Finisce, così, al centro del consueto complotto a scatole cinesi, caratteristico dell’intera saga, che lo vedrà progressivamente sempre più al fianco di Scully, fino a piazzare il suo tesserino nella sigla della serie, al fianco di quelli dello storico duo. Successivamente, il picco artistico è sicuramente il ruolo del colonnello Johnson, in Flags of our fathers (2006), di Clint Eastwood; poi molti altri ruoli di medio calibro, come in Un ponte per Terabithia (2007). Ma per quanti altri ruoli potrà mai ricoprire, sarà sempre nei nostri cuori per il suo modo d’indicare la gente.