Inside out | Le emozioni secondo Disney e Pixar | Recensione
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | Inside out |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2015 |
Durata | 94 minuti |
Uscita | 16 Settembre 2015 |
Genere | Animazione Avventura Disney Pixar |
Regia | Pete Docter Ronnie del Carmen |
Sceneggiatura | Pete Docter Meg LeFauve Josh Cooley |
Character design | – |
Musiche | Michael Giacchino |
Produzione | Pixar Animation Studios |
Distribuzione | Walt Disney Studios Motion Pictures |
Doppiatori originali | Amy Poehler Phyllis Smith Lewis Black Bill Hader Mindy Kaling Kaitlyn Dias Diane Lane Kyle MacLachlan Richard Kind Josh Cooley John Ratzenberger Paula Poundstone Bobby Moynihan Paula Pell Lori Alan Carlos Alazraqui Peter Sagal Paris Van Dyke Dave Goelz Frank Oz |
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
«Portala sulla Luna per me»
Arriva Inside out. Tutti ne conoscono la trama e in molti, moltissimi, gridano al capolavoro. Ed effettivamente Inside out è un film molto bello. S’immagina che dentro ogni individuo vi sia una sorta di plancia di comando di Star Trek, la cui cloche è gestita da cinque emozioni: Gioia,Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto.
Cinque emozioni
La personificazione di queste cinque emozioni si caratterizza per forme e colori, in modo molto efficace: particolarmente azzeccato il rosso, cui prende fuoco la testa quando perde il controllo. La loro presentazione avviene alla nascita della piccola Riley, nella cui mente di neonata affiora Gioia, primo motore delle sue azioni.
Due sentimenti opposti
Questi primi melensi minuti passano veloci, per dare spazio a personaggi maggiormente interessanti e credibili, a partire daTristezza: si può dire che tutto Inside out ruoti intorno al rapporto complesso tra questi due sentimenti opposti.
In questa rappresentazione splendida della nostra mente e di quanto avviene al suo interno, per disegni e spunti, le cinque emozioni, oltre a guidare le azioni della piccola, raccolgono e catalogano i ricordi di Riley a seconda di quale abbia di loro prevalso: inutile dire che, alla soglia dell’adolescenza, via sarà una dominanza delle sfere della Gioia. L’escamotage visivo è molto efficace, con queste biglie colorate a riempire piste e archivi sterminati, a inseguirsi e rincorrersi, mentre assistiamo a scenette familiari, sfide sportive e risate con le amiche.
Isole dell’animo
Non solo: le esperienze più significative e formative sono raccolte a parte e danno luogo a ramificazioni, vere e proprie isole nell’animo della bambina, ricordi cardine della personalità, determinanti per il suo carattere futuro. C’era un tempo in cui Disney rappresentava in modo anche crudo personaggi del tutto malvagi, se non altro perché attingeva alle favole della tradizione, non proprio oasi di buoni sentimenti o terreni di facili distinzioni tra bontà e malvagità.
Una narrazione complessa
Insomma: i migliori e duraturi traumi infantili scappavano dal bosco di Biancaneve e piangevano la mamma di Bambi. Pixar sembra ricordarlo e almeno prova a spostare Inside out dalla commedia buonista e facile a una narrazione più complessa.
E così, la crescita di Riley avviene bruscamente, a causa di un evento non particolarmente grave, ma capace di costringerla a confrontarsi con un mondo in cui è facile smarrirsi e perdere i riferimenti, meno premuroso e accudente di quello dal quale proveniva.
Dall’infanzia all’adolescenza
Da questo momento, Inside out diventa sorprendente per la capacità di rappresentare il cambiamento del mondo interiore, della dialettica tra le emozioni e in quale modo il passaggio dall’infanzia all’adolescenza possa letteralmente distruggere le nostre certezze, le isole, e mescolare apparentemente in modo inconciliabile emozioni anche contrastanti.
La lente del tempo
E, infatti, Inside out è narrato attraverso il viaggio compiuto da Gioia e Tristezza nella mente di Riley, nei suoi ricordi, nelle sue proiezioni e tra i suoi sogni, fino a valicare le inquietanti porte dell’inconscio. Le sfere non potranno più essere monocolore, dunque. Perché, si sa, attraverso la lente del tempo, soprattutto le esperienze più significative e belle acquistano un sapore malinconico, triste. Lo sappiamo: non torneranno.
Dove Inside out perde d’efficacia è nel ritmo complessivo della narrazione, piegata a diversi momenti lenti e non sempre all’altezza se paragonati ad altri realmente geniali. Inoltre, Disney e Pixar sembra abbiano confezionato un prodotto né per bambini, né per adulti, senza la capacità di saper comunicare a entrambi con la stessa forza, come per esempio avveniva in Up o in Wall-E.
Un film da rivedere nel tempo
Non è necessariamente un male. Al contrario, potrebbe anche essere una qualità: un film da rivedere nel tempo, per saper apprezzare trovate e particolari, magari sfuggiti in passato. Ma a un adulto, per esempio, salta all’occhio la mancanza di altri motori del nostro agire, come l’invidia, e non solo nella sua accezione negativa.
Un viaggio affascinante
E così, si arriva alla fine della proiezione: il viaggio è stato affascinante, a tratti molto commovente, se si pensa alla sottotrama di Bing Bong, l’amico immaginario. La plancia di comando, adesso, è molto più grande e complessa: capiamo meglio a cosa serva Tristezza, sappiamo apprezzarla. Siamo stati accompagnati da una realizzazione grafica mai vista prima per scelte cromatiche, rappresentazioni e scenografie.
Ci hanno aiutato a comprendere come ognuno di noi sia il risultato di tanti sentimenti, a volte apparentemente contrastanti. Forse ci hanno aiutato anche a mettere a fuoco perché oggi siamo quel che siamo, a riconoscere le nostre isole alle quali a volte approdiamo come naufraghi, quando vogliamo aggrapparci a qualcosa di positivo e ci sentiamo smarriti. E, infine: vi consigliamo di seguire fino alla fine i titoli di coda: sono la parte più esilarante di Inside out.
Titolo originale | Inside out |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2015 |
Durata | 94 minuti |
Uscita | 16 Settembre 2015 |
Genere | Animazione Avventura Disney Pixar |
Regia | Pete Docter Ronnie del Carmen |
Sceneggiatura | Pete Docter Meg LeFauve Josh Cooley |
Character design | – |
Musiche | Michael Giacchino |
Produzione | Pixar Animation Studios |
Distribuzione | Walt Disney Studios Motion Pictures |
Doppiatori originali | Amy Poehler Phyllis Smith Lewis Black Bill Hader Mindy Kaling Kaitlyn Dias Diane Lane Kyle MacLachlan Richard Kind Josh Cooley John Ratzenberger Paula Poundstone Bobby Moynihan Paula Pell Lori Alan Carlos Alazraqui Peter Sagal Paris Van Dyke Dave Goelz Frank Oz |