Jonathan Pryce: i tanti volti di un grande attore
Jonathan Pryce
«I’m not a star, I’m an actor: there’s a difference!».
L’Alto Passero
Game of Thrones è diventata una delle serie TV più seguite, anche da chi non ha mai masticato Fantasy in vita sua. Complici del successo dello show sono una scrittura bellissima e d’impatto, condita con una crudezza nello svolgersi del gioco e delle sue regole terribili. Come Dark souls ha dimostrato, ci piace essere presi a pugni fortissimi e, fin dai primi episodi, Game of Thrones ci fa ben capire chi comanda, insegnandoci che non è bene affezionarsi a nessuno dei personaggi, perché una prematura scomparsa è sempre dietro l’angolo.
La fama ottenuta con Game of Thrones
Tutto questo lascia un segno profondo e rende ogni viso della serie in qualche modo più caratterizzante, qualcosa in più del semplice ricordo dei vari personaggi. È una caratteristica che, grazie anche a un odio viscerale verso quello o quell’altro protagonista, si fissa con più efficacia. L’attore di cui stiamo per parlare, pur godendo di una carriera duratura, proprio grazie a Game of Thrones è diventato indimenticabile, nonostante una parabola tutto sommato breve, per l’appunto come tradizione della serie vuole.
Gli esordi
Jonathan Pryce, classe 1947, inizia come molti colleghi inglesi dal teatro, dove ottiene consensi e diversi premi. Solo in seguito approda al grande schermo e, infine, sul piccolo. Quasi tutti sono ruoli da comprimario ma, quand’è protagonista, la pellicola è di quelle segnanti. Dunque nel 1985 è sul set di Brazil, capolavoro di Terry Gilliam su un futuro distopico governato dalla burocrazia, considerato oggi uno dei migliori film di fantascienza di sempre.
Nel 1988 il sodalizio tra i due s’affinerà con Le avventure del Barone di Münchausen, tratto dall’omonimo romanzo. Stavolta Jonathan Pryce non è il centro del set, ma il film, che vi consigliamo caldamente, è davvero incolpevolmente tra i più dimenticati.
Altri film ad alto tasso nerd
Ancora qualche anno e, nel 1996, Alan Parker lo sceglie per interpretare Juan Domingo Peron nel musical Evita, vincitore di 1 Oscar per la Miglior Canzone e titolare di altre 4 nomination nell’edizione del 1997. Solo l’anno successivo lo troviamo ne Il domani non muore mai e sarà il suo personaggio a dare filo da torcere al James Bond interpretato da Pierce Brosnan. Da segnalare anche la sua partecipazione in Ronin, poliziesco ruvido con Robert De Niro e un inseguimento memorabile.
L’approdo alla grande D
Sarebbe già roba abbastanza nerd ma, come se non bastasse, arriva la grande D a metterlo sotto contratto per il primo (e probabilmente più bello) film della serie Pirati dei Caraibi. Jonathan Pryce interpreta il Governatore Swan e sarà in questo ruolo anche nel terzo capitolo della fortunata serie Disney.
Da Governatore a Presidente il passo e breve e Jonathan Pryce lo fa nel 2009, interpretando il padrone dello Studio Ovale in G.I. Joe: la nascita dei Cobra, candidato a ragione a diversi Razzie Awards. Pazienza se il film si rivela deludente sotto parecchi punti di vista, perché risalire la china e passare dalle stalle alle stelle è un attimo, o quasi.
Stelle e stalle
Esce nel 2011 il gradevolissimo Hysteria. È un film particolarmente delicato, poiché racconta di come e perché, in epoca vittoriana, sia stato inventato il vibratore. Jonathan Pryce è, ancora, un personaggio quasi secondario, eppure fondamentale: le sue doti di caratterista rendono la vicenda ancor più piacevole e pazienza se, poco dopo, lo stesso tornerà sul luogo del delitto partecipando anche al sequel di G.I. Joe (che comunque riceve meno pernacchie del primo capitolo), ancora nel ruolo del Presidente degli USA.
L’arrivo nel Westeros
Il resto lo sapete: nel 2015 Jonathan Pryce entra di prepotenza nel cast di Game of Thrones e suo è il ruolo dell’Alto Passero, temibile e inquietante capo spirituale del Culto dei Sette.
Tralasciando le differenze tra riduzione televisiva e i libri originali di George R.R. Martin, l’Alto Passero di Jonathan Pryce riesce subito a guadagnarsi le antipatie di tutti gli spettatori il che, in una serie come Game of Thrones, equivale a un certificato di qualità. Spavaldo e fintamente umile, il personaggio di Jonathan Pryce mette sotto scacco tutta la Corte, perfino la perfida Cersei.
Un’interpretazione perfetta
Durante gli episodi, riusciamo quasi a intuire quali reali motivazioni lo spingano, o meglio, col suo guardare fisso negli occhi e quel modo di lanciare velate minacce, ci domandiamo se e quanto sia la fede a spingerlo o un più umano gusto per il potere. Jonathan Pryce è perfetto nella parte, ambiguo e minaccioso nonostante in molti lo ritengano il sosia di Papa Francesco. Nei panni di Bergoglio, in effetti, l’attore si calerà nel 2019, grazie al film I due Papi.
Un riconoscimento tardivo
Tornando all’Alto Passero, il ruolo gli offre quella notorietà solitamente appannaggio dei soli protagonisti, nonostante le tante partecipazioni in vere e proprie pietre miliari del cinema. Non è da tutti rendere un ruolo secondario, ancorché centrale nella trama, così degno di rispetto e, per quanto aiutato dal racconto corale tipico di Game of Thrones, la bravura di Jonathan Pryce emerge prepotente. Finalmente agli occhi di tutti.