George R.R. Martin: lo scrittore nerd per eccellenza
George R.R. Martin
«I prefer to work with grey characters rather than black and white».
Il Dio della Morte
George R.R. Martin: è lui lo scrittore al quale volgiamo lo sguardo oggi. Lo celebriamo e ringraziamo per quanto ha fatto per il Fantasy, inteso come genere letterario e non solo. Spesso tendiamo, noi nerd, ad attribuire come appartenenti al nostro gruppo molte personalità del mondo dell’intrattenimento e, a volte, le maglie sono parecchio strette, col risultato che praticamente mezzo mondo è dei nostri e l’altra metà, semplicemente, non è ancora uscita allo scoperto.
Un titolo conquistato sul campo
Con George R.R. Martin la situazione è differente. Tralasciando la passione per gli scacchi e, ovviamente, per la scrittura, che pur lo accompagnano fin da quand’era bambino, sorvolando sull’amore per gli scrittori di fantascienza, primo fra tutti Robert A. Heinlein, e per i fumetti, accantonando pure il suo essere un secchione non da poco, George R.R. Martin ha acquisito il titolo sul campo. O, meglio, sul tavolo, perché parliamo di GDR.
Wild cards
Contrariamente a quanto possiate immaginare, il mondo ruolistico di George R.R. Martin non è fantasy, ma supereroistico. Poiché lo scrittore non è il giocatore, ma il master, ne risulta un’ambientazione ucronica, ma realistica il più possibile.
Da queste campagne ambientate in un’America poco dopo la fine del secondo conflitto mondiale, con un virus alieno a mutare le persone, conferendo loro superpoteri, nascerà una serie di racconti, raccolti in diversi volumi, conosciuti come Wilds cards.
Gurps
Il cerchio sarà poi completato nel 1989, quando l’ambientazione uscirà come espansione del già supplemento Gurps super e ancora nel 2008, adattando il sistema di Mutants & Masterminds.
Dato atto a George R.R. Martin d’essere veramente un nerd, possiamo iniziare a parlare della sua opera più famosa, che ha avuto il merito d’aver riportato il Fantasy di qualità prima sugli scaffali delle librerie e poi sul piccolo schermo.
Il successo dei libri di Game of Thrones
A game of thrones, primo volume de Le cronache del ghiaccio e del fuoco, esce nel 1996, ma non fa subito il botto. Vende bene, sì, ma il successo si consolida con le uscite dei volumi successivi ed esplode letteralmente col quarto volume, Il banchetto dei corvi.
Segreto del successo dei suoi libri è, probabilmente, la capacità di dare rotondità ai personaggi, che escono dal semplice binomio buono o cattivo, fin troppo usuale per il Fantasy, assurgendo a entità la cui classificazione diventa più difficoltosa.
Cavalieri con macchia
Il mondo di George R.R. Martin non rinnega i cavalieri senza macchia e senza paura, ma li riconduce a quanto erano anche nel nostro reale Medioevo: un’ideale al quale aspirare, ma che cade inesorabilmente di fronte alla cruda realtà del mondo.
Jamie Lannister ne è l’esempio più veritiero: da personaggio sgradevole, si trasforma pian piano, soprattutto nella serie TV, in uno dei buoni, o almeno così pare. In realtà, è costruito talmente bene che conosciamo alla perfezione quasi tutte le sue motivazioni. Il risultato vede ogni sua scelta più coerente, da bravo cavaliere con macchia.
La caducità della vita
Altro segreto è la caducità della vita in Game of Thrones. Chiunque si sia avvicinato ai libri come alla serie sa quanto sia ingenuo affezionarsi troppo a un personaggio. Gli altri lo impareranno presto. La morte, infatti, è dietro l’angolo e può colpire chiunque.
È una lezione che George R.R. Martin impartisce subito ed è fondamentale per il suo successo, perché per la prima volta, dopo anni, gli amanti del Fantasy hanno veramente paura quando il loro beniamino è in una situazione nella quale rischia di lasciarci le penne. Ma anche un matrimonio, come una solenne pausa di riflessione al bagno, sono fonte di pericolo.
Un fantasy che meritavamo
Lo stacco dagli stilemi classici del genere è netto e funziona perfettamente. Tiene avvinti milioni di lettori, pagina dopo pagina, per un fantasy che meritavamo di leggere dopo tanto aver penato con eroi monocolore.
Dopo i libri, è giusto parlare del piccolo schermo, perché Game of Thrones non è l’unica opera alla quale George R.R. Martin ha concesso il suo talento di scrittore.
Non solo Game of Thrones
Già verso la metà degli anni ’80, infatti, si deve alla sua penna l’adattamento per la serie Ai confini della realtà di alcuni racconti e, più o meno contemporaneamente, lavora come sceneggiatore alla serie La Bella e la Bestia, diventandone anche produttore esecutivo.
Un’ultima curiosità
Un’ultima, piccola curiosità: da piccolo, le sue tartarughe continuavano a morire e a George R.R. Martin piaceva pensare fossero state vittima di intrighi di palazzo.
Arrivò a scrivere racconti basati su queste trame: Le cronache del ghiaccio e del fuoco potrebbero avere probabilmente un’origine ancor più strana di quanto possiamo immaginare…