«Il primo giorno del resto della tua vita»

Cosa fareste se il giorno della vostra morte si riavvolgesse da capo, all’infinito? Sembra essere questo il destino della giovane protagonista di Auguri per la tua morte, il nuovo thriller in salsa horror di Christopher Landon, prodotto da Blumhouse. Il film segue, infatti, le vicende di Teresa (Jessica Rothe), una giovanissima collegiale un po’ superficiale, intrappolata in un loop che ha, come momento centrale, proprio quello della sua morte.

Nonostante le iniziali atmosfere alla gossip girl, che possono risultare quasi noiose, la sceneggiatura ben presto abbandona il mondo patinato del college e delle congreghe e ci catapulta in una spirale di ansie e terrore, con un pazzesco equilibrio sulle tempistiche. Auguri per la tua morte è un film da manuale e segue alla lettera le indicazioni del perfetto horror, per evitare tempi morti e darci, in un certo senso, il meglio dei suoi predecessori.

Un mix di citazioni

Perché, e questo è chiaro già dalla sinossi della pellicola, tutta la sceneggiatura è mix di citazioni di una piccola serie di ben collaudati film, horror e non solo. Primo fra tutti e richiamo dichiarato nella pellicola stessa, Ricomincio da Capo, datato 1993, con Harold Ramis alla regia e Bill Murray protagonista. In seconda battuta abbiamo, invece, l’intramontabile Scream di Wes Craven, al quale molti film recenti con un serial killer mascherato s’ispirano.

Auguri per la tua morte si presenta, insomma, come un intreccio ben pensato di terrore e colpi di scena e toglie la possibilità allo spettatore d’annoiarsi. Nel momento in cui si ha la sensazione d’aver trovato la chiave di lettura, la sceneggiatura cambia direzione e ci riporta all’inizio del problema, insieme alla protagonista. Inevitabilmente, dobbiamo ripercorrere con lei ogni tappa della sua giornata, per scovare la falla nel sistema che le permetta di sottrarsi al sadico gioco in cui è stata intrappolata.

Horror, ma anche comico

Poggiando su una sinossi relativamente semplice, Auguri per la tua morte si prende anche il lusso d’intrattenerci con alcune situazioni comiche, che ben si adattano al clima del film. Dobbiamo, difatti, sempre tenere a mente che si tratta di un horror ambientato all’interno di un college; questo dettaglio consente allo spettatore d’allentare di tanto in tanto la tensione con una battuta leggera e con qualche sketch, magari leggermente forzato, ma comunque in grado di strappare un sorriso. Un’ulteriore nota positiva va alla macchina da presa, in grado di catturare l’atmosfera della vicenda in modo piuttosto dinamico e vivace; una regia che non appesantisce affatto il film ma, piuttosto, riesce nel compito di seguire la protagonista con estrema leggerezza.

In questo soddisfacente intreccio, insomma, sembrano esserci poche piccole pecche: da un lato abbiamo una recitazione che davvero sembra ricalcare i classici sceneggiati televisivi per adolescenti, mentre dall’altra ci sono due o tre momenti in cui la sospensione dell’incredulità non basta a passare oltre su quanto Auguri per la tua Morte decide di non mostrare o, eventualmente, non spiegare. Problemi, tuttavia, che non sembrano intaccare l’equilibrio generale di un film che si presenta al pubblico senza troppe pretese estetiche, recitative o di sceneggiatura. Auguri per la tua Morte vuole solamente assolvere al compito d’intrattenere lo spettatore e ci riesce senza troppi fronzoli.