Edmond Hamilton: il papà di Batwoman e di Capitan Futuro
Edmond Hamilton
«I prefer the old stories».
Capitan Fantascienza
Alzi la mano chi ha sentito nominare Edmond Hamilton. Possiamo vederlo anche da qui: siete pochini, davvero un numero risicato. Ma qui nella redazione di Nerdface puntiamo spesso sulla qualità e non sulla quantità. Un’altra domanda: chi di voi conosce Capitan Futuro? Bene, siete decisamente di più. Soprattutto voi anzianotti, più in fondo, ma crediamo comunque che anche pochi di voi abbiano colto il collegamento tra i due nomi.
I tempi della Space Opera
Iniziamo da Edmond Hamilton il quale, negli anni d’oro della Fantascienza mordi e fuggi, quella che si poteva leggere su meraviglie indimenticabili come Weird tales e Astounding stories, riuscì a imporsi come uno dei maggiori esponenti della Space Opera, guadagnando rispetto e amicizia di mostri sacri, che diventeranno ben più famosi di lui, come Ray Bradbury, per citarne solo uno.
Senso della meraviglia
Edmond Hamilton, quindi, intelligente e dotato di grande fantasia e senso della meraviglia, inizierà una promettente carriera di scrittore sci-fi e, dagli anni ’30 fino ai ’60, sarà uno dei più apprezzati maestri del genere. Fantascienza e Horror erano molto legati nelle storie dell’epoca, lo ricordiamo spesso, quindi nella carriera dello scrittore è facile incontrare sia storie classiche, sia opere che sfumano altrove.
Gli anni della Grande Depressione
Non si tratta di un difetto, anzi, è indice di quanto il talento porti a conoscere e a saper ben utilizzare meccanismi dell’uno o dell’altro filone, senza sbavature. Quando poi, come nel caso di Edmond Hamilton, si attraversano periodi meno fortunati, come quello della Grande Depressione, con il conseguente cambiamento di gusto di un pubblico sempre più orientato verso altro, allora conviene saper fare della propria arte un vero e proprio mestiere, anche quando porta a piccole incursioni nelle opere pulp più votate alla Crime Story che alla Fantascienza.
L’incontro con Leigh Brackett
Edmond Hamilton di talento ne ha molto e, di più, dopo l’incontro fortunato con Leigh Brackett, che diventerà sua moglie. Proprio grazie a lei, dotata di uno stile più raffinato, riuscirà a limare il suo ancora di più, migliorando di molto la sua produzione. Fantascienza, mistero, Pulp e Crime Story: se non bastasse questo, arrivano negli anni ’40 anche i fumetti.
Batman e Batwoman
Edmond Hamilton lavora per DC Comics, soprattutto sui personaggi di punta: Batman e Superman. Non solo: a lui, insieme a Sheldon Moldoff, si deve la creazione di uno dei personaggi che ancora si aggirano per Gotham: Batwoman.
Ancora, sempre a lui, stavolta in collaborazione con Gardner Fox e Bob Brown, si deve la creazione di Space Ranger, personaggio minore ma molto apprezzato, e una discreta caratterizzazione della Legione dei Supereroi, per la quale introduce Timber Wolf e il supervillain Time Trapper, che darà non poco filo da torcere ai nostri, fino agli anni più recenti.
Prolifico come pochi altri, a Edmond Hamilton vanno riconosciuti parecchi meriti per il monumentale e ottimo lavoro fatto per la creazione dell’universo fumettistico di DC Comics, oltre che per il suo impegno nel dedicarsi alla Fantascienza più canonica.
Capitan Futuro
Quanto a Capitan Futuro, immaginiamo abbiate capito che Edmond Hamilton fu il papà letterario dell’eroe, diventato poi un fumetto e un anime. Ispirato a Doc Savage, il personaggio appare in molti romanzi e dall’eroe pulp prende parecchio. Dotato di una mente e di un corpo eccezionali, Capitan Futuro è uno scienziato dal fisico atletico, che non disdegna l’uso di gadget tecnologici.
Come Batman, è poi spinto da una moralità superiore e dalla voglia di raddrizzare i torti. Le sue avventure affascinano moltissime persone tanto che, un anno dopo la morte di Edmond Hamilton, avvenuta il 1° Febbraio 1977, la Toei ne manda in onda una versione a cartoni animati, composta da 13 miniserie di 4 episodi ciascuna.
La superiorità dell’intelletto
La serie animata di Capitan Futuro rimane molto fedele all’originale utilizzando, dove può, lo stesso senso naive dei romanzi, che sono di trent’anni più vecchi, e perfino i plot di alcuni degli scritti stessi. È quindi un florilegio di spiegoni scientifici, tipici dei racconti di fantascienza dell’epoca, e di un certo senso di superiorità della ragione e dell’intelletto.
Un anime ricordato
Gli orrori della Seconda Guerra Mondiale dovevano ancora arrivare e dunque la Scienza non aveva ancora mostrato ai più la sua parte più terribile: all’epoca lo scienziato, e Capitan Futuro lo era prima di tutto, era visto come un uomo che lavorava per migliorare il mondo e nessuno temeva che, invece, avrebbe potuto distruggerlo. Capitan Futuro diventa famosissimo all’epoca in tutti i Paesi, Italia compresa, dove l’anime fa la sua comparsa e ancora oggi il suo nome, benché non spesso citato, rimane tra i più ricordati, insieme alla sigla, ovviamente.
Ora non potete più ignorarlo
Invece Edmond Hamilton è un nome conosciuto solo da pochi appassionati o addetti ai lavori. Ci dispiaceva che rimanesse nell’ombra ed è per questo che abbiamo deciso d’omaggiarlo con queste poche (davvero troppo poche, per uno come lui) parole. Ci rincuora sapere che se ora facessimo la stessa domanda posta all’inizio, sicuramente sapreste rispondere in molti di più e alla qualità aggiungeremmo anche la quantità, esattamente come Edmond Hamilton è riuscito a fare coi suoi molti romanzi: in pochi si legge la stanchezza dell’autore.
Un invito al viaggio
Qualcuno potrebbe dire che alcune sue trame sono semplici o sanno di già visto, ma crediamo si tratti solo di confondere con l’abuso di cliché quanto è invece il continuo fascino che in Edmond Hamilton generavano i temi a lui cari. Se vi capita di trovare in qualche raccolta alcune delle sue opere, leggetele senza timore di rimanerne delusi. Magari non saranno le complesse saghe sci-fi cui siete abituati, ma saranno comunque racconti capaci di spedirvi altrove con la mente: il viaggio varrà tutto il tempo che dedicherete loro.