«Noi siamo Groot»

Entrare in sala, guardare un film, uscire e volerne ancora e ancora e ancora: questo è l’effetto di Guardiani della Galassia. Tratto da un comic poco conosciuto ai più, Guardiani della Galassia aveva già incuriosito al suo lancio: le prime immagini mostravano almeno un paio di personaggi del tutto anomali rispetto all’iconografia recente di un qualsiasi supereroe Marvel e poteva essere difficile dare credito a un film con un procione e una pianta tra i protagonisti principali. Errore. Sebbene le differenze di trama e background dei personaggi tra comic e film siano notevoli, Guardiani della Galassia è una vera e propria rivelazione sotto ogni punto di vista e bisogna concordare con Robert Downey Jr., il quale non ha esitato a definirlo il miglior film Marvel mai realizzato finora.

Una trama semplice

La trama è semplice: un bambino umano è rapito da un UFO la stessa notte in cui muore la madre. Unici oggetti feticcio a ricordargli la sua origine saranno un regalo, proprio da lei ricevuto in punto di morte e ancora mai aperto, e un walkman dalle cuffie arancioni, contenente una compilation di musica anni ’70 e ’80. Tra l’altro, questo escamotage permette a Guardiani della Galassia di vantare una colonna sonora da urlo, grazie alla quale è impossibile non battere il piede a tempo quando parte, per esempio, un pezzo dei Jackson 5. Divenuto adulto e autoproclamatosi Star Lord (Chris Pratt), il giovane è dedito ad atti di pirateria, compiuti con incredibile maestria e astuzia. E con un casco fichissimo. Ma un colpo andato male lo mette di fronte agli scagnozzi di Thanos (la cui voce è di Josh Brolin) e Ronan (Lee Pace), anch’essi alla ricerca dell’artefatto appena rubato ed elemento di continuity con l’intera saga Marvel finora messa su grande schermo. Star Lord è catturato e portato in carcere, luogo in cui avrà modo di conoscere i suoi futuri compagni di avventure. Conosciamo così Gamora (Zoe Saldana), figliastra di Thanos ed ex assassina al servizio del temibile cattivo di turno; Drax (il wrestler Dave Bautista), un asociale, sociopatico e sanguinario il cui obiettivo è proprio vendicarsi di Ronan; e soprattutto i due personaggi capaci di dare una marcia in più ai Guardiani della Galassia. Rocket (Bradley Cooper) è un procione, sebbene egli non lo sappia, modificato geneticamente e a livello cibernetico: viaggia in compagnia di Groot (Vin Diesel), un essere vegetale in grado di comunicare solo dicendo «io sono Groot». La coppia, curiosamente interpretata proprio da due stelle che mai si vedono nel film, perché offrono solo la loro voce, darà luogo al maggior numero di scene comiche e drammatiche di tutta la vicenda, a volte realmente sorprendenti. Difficile, se non impossibile, resistere al loro fascino; garantito che resteranno impressi nel nostro immaginario molto a lungo.

Un quintetto di squinternati

Nasce così questo improbabile quintetto di squinternati e si ritrova immediatamente al centro di un conflitto spaziale, a difesa dell’Impero Nova e della sua città di Xandar, contro le truppe di Ronan, con alle calcagna gli stessi rapitori di Star Lord e altre mille complicazioni, in un turbinio colorato di battute e sano entertainment. Guardiani della Galassia catapulta in un film con le caratteristiche dei capolavori degli action movie e di quelli d’avventura degli anni ’80, ma con la possibilità d’avvalersi delle tecniche di oggi. Tutto funziona alla perfezione, dalle caratterizzazioni dei personaggi, alla trama, al ritmo complessivo. Non c’è mai un giro a vuoto, una battuta poco efficace; assorbe completamente, facendo viaggiare letteralmente gli spettatori insieme ai protagonisti, tra combattimenti favolosi, inseguimenti spaziali, gag intelligenti e anche momenti di forte commozione. Si esce dalla sala ripercorrendo con gli amici le scene del film, ripetendo le battute più divertenti e anche imitando alcune mosse di qualche protagonista. In sostanza, si torna bambini.

Risultato eccezionale

Guardiani della Galassia mostra come sia possibile conciliare un’orgia di effetti speciali di prim’ordine con storia e personaggi credibili, accattivanti e capaci di restare impressi ben al di là delle 2 ore d’intrattenimento. È come se regista e sceneggiatori avessero preso il meglio della produzione di trent’anni fa, cogliendone lo spirito e l’essenza, per proporlo in una chiave attuale. Il risultato è eccezionale. Se le sequenze spaziali, tra inseguimenti e raggi laser, riportano alla mente la trilogia originale di Star Wars, la stessa composizione della squadra di perdenti destinati a salvare il mondo pesca a piene mani dalla tradizione dei vari Goonies e Stand by me, se non proprio da La Rivincita dei Nerds. E non può essere un caso la scelta del personaggio rivelato nella sequenza finale dopo i titoli di coda, un vero e proprio perdente dell’iconografia anni ’80, sempre targato Marvel. E tocca pure fare i complimenti a Disney, sebbene il suo matrimonio con la casa dei comic, così come quello con George Lucas, sia indigesto. Ma è dobbiamo convenire tutti: Guardiani della Galassia è un film praticamente perfetto. E in fondo tutti noi «siamo Groot».