«Non mi capirete mai»

È disponibile da pochi giorni una docuserie firmata Netflix che ha rapidamente scalato gli indici d’ascolto, piazzandosi tra le più viste in Italia. Si tratta di Night Stalker, il cui titolo è lo stesso nome dato dai media americani a un serial killer efferato e anomalo, che imperversò a Los Angeles e San Francisco per circa un anno a metà degli anni ’80.

Come per numerosi documentari crime già proposti dal canale in streaming, Night Stalker s’avvale delle testimonianze dirette di chi fu protagonista, consapevole o meno, di questa orribile vicenda, capace di scuotere l’opinione pubblica e di stringere un’intera comunità nella paura.

L’uomo nero

A rendere Night Stalker un fenomeno del piccolo schermo concorrono probabilmente diversi fattori: l’abilità nel montaggio; il carisma degli attori principali; il teatro in cui si svolse, quella Los Angeles dai due volti che ben ci hanno tramandato i romanzi di Ellroy; la natura atavica di un mostro come l’Uomo Nero, che viene a prenderci fin dentro le nostre case.

È il 17 Marzo 1985: una giovane ragazza di nome Dayle Okazaki è trovata morta in casa sua, dietro il bancone della cucina. L’assassino ha giocato con lei: ha atteso che la vittima, accortasi dell’effrazione a casa, tirasse su la testa dal rifugio dietro il quale s’era riparata, per guardarla in volto e spararle dritto in mezzo agli occhi con una calibro 22. La sua coinquilina scampa miracolosamente all’assalto, avvenuto la sera.

Los Angeles scivola nella paura

Da quel giorno, Los Angeles registra a distanza di pochi giorni numerosi reati diversi tra loro: stupri di donne d’ogni età, rapimenti di bambini poi molestati e liberati, rapine presso abitazioni private, omicidi privi di movente in piena strada. In una città che aveva visto precipitare il tasso di criminalità, ma comunque macchiata da numeri seri in fatto di cronaca nera, per di più divisa in numerosi dipartimenti autonomi in seno alle stesse forze dell’ordine, questi crimini scivolano nel mucchio insieme agli altri.

Due detective

A vederla diversamente è Gil Carillo, giovane detective di origini messicane: nonostante le derisioni dei colleghi, ritiene che dietro questi fatti di sangue così diversi tra loro ci sia lo stesso uomo, la stessa mano omicida. A credergli è solo un suo collega, Frank Salerno, rispettato per aver consegnato alla giustizia pochi anni prima gli Strangolatori di Hillside, due serial killer che agirono in coppia, terrorizzando Los Angeles tra il 1977 e il 1978. Night Stalker, nei suoi 4 episodi, costruisce un vero e proprio thriller, avvincente e inquietante almeno nella stessa misura.

Se la prima parte della docuserie getta le basi per conoscere passato e presente dei protagonisti, tra detective, vittime scampate alla morte, giornalisti e semplici testimoni, la seconda ci precipita in una caccia all’uomo minata dalle solite ingerenze politiche e mediatiche, fino a un finale emozionante che restituisce ancora di più il senso di quanto il Night Stalker seppe terrorizzare un’intera città, al di là del ceto e dell’etnia.

Un serial killer particolarmente inquietante

Se avete amato altre docuserie di questo filone, come la bellissima The Ripper, sempre proposta su Netflix, allora non potete lasciarvi scappare Night Stalker. Della giusta durata, ricca di immagini e filmati di repertorio, alcuni dei quali per stomaci forti, consegnerà alla vostra memoria uno tra i serial killer più inquietanti e, per certi versi, affascinanti di sempre, sul cui capo alla fine pesarono le accuse di 14 omicidi e altri 43 reati, tra cui stupro e rapimento, oggetto di un processo la cui eco sarà seconda solo a quello ai danni di O.J. Simpson.