Robert Downey Jr.: come rinascere con Iron Man
Robert Downey Jr.
«Frase».
Senza armatura
Attore, produttore, musicista, figlio d’arte, milionario. E se togliamo queste cose non proprio di poco conto, di Robert Downey Jr. rimane comunque tanto. Per cominciare, rimangono cinquant’anni vissuti praticamente sul set, poi la capacità d’uscire dalla dipendenza dalla droga e, infine, resta quella sua faccia da schiaffi, che adoriamo così tanto. La sua carriera inizia ufficialmente nel 1970 quando, all’età di 5 anni, entra a far parte del cast di Pound. Film allegorico tratto da un copione teatrale, racconta la storia di un gruppo di cani imprigionati nel canile, in attesa dell’esecuzione. Il nostro interpreta un cucciolo, mentre ai suoi colleghi più grandi sono affidate le altre razze. A dirigerlo dietro la macchina da presa c’è papà Robert Downey Sr., col quale il nostro avrà sempre un rapporto difficile che, per sua stessa ammissione, lo porterà lungo il tunnel degli abusi di droghe e alcol. Col padre lavorerà fino al 1980.
Gli esordi
Arrivato il 1985, lo troviamo interprete di La Donna Esplosiva e, perché sia chiaro, il titolo originale Weird Science ha dato il nome alla nostra omonima rubrica scientifica. La commedia nella quale due adolescenti arrapati creano la loro donna ideale, interpretata da Kelly LeBrock, già ammirata in La Signora in Rosso, è accolta tiepidamente, ma col tempo è riuscita a diventare un cult, complice anche una serie di repliche a nastro su Mediaset, fino agli anni ’90. Altra commedia e altra particina per A Scuola con Papà (1986), poi, l’anno successivo, finalmente un ruolo da co-protagonista insieme all’altra icona immortale Molly Ringwald, in Ehi… Ci stai?. La carriera è in continua ascesa e nel 1992 Robert Downey Jr. è scelto per interpretare Charlie Chaplin nel biopic Charlot, che gli porta nomination e premi a pioggia. La vita fuori dal set non è altrettanto semplice, però. Fino al 1991 il nostro era legato sentimentalmente a Sarah Jessica Parker, la biondina di Navigator, Footloose, Ed Wood e della serie estrogena Sex and the City, ma poi è mollato per i suoi problemi di dipendenza, che continueranno almeno fino al 2003. Dal 1996 in poi, infatti, è arrestato più e più volte, tenta di disintossicarsi per altrettante, ma senza successo, e nel 1999 è anche condannato a 3 anni da scontare in un carcere specializzato per persone con problemi di dipendenza. Ne sconta uno e poi esce su cauzione.
Ally McBeal
Dopo il carcere, diventa membro fisso del cast di Ally McBeal e la sua interpretazione gli vale un Golden Globe, ma è arrestato nuovamente per possesso di cocaina nel 2000 e di nuovo nel 2001, quando un poliziotto lo sorprende strafatto a camminare scalzo per le strade di Los Angeles. Per questo sarà congedato dalla serie. E forse è un bene, perché torna al cinema pronto per quelle tre o quattro pellicole che lo confermano tra gli attori più amati, al punto da divenire vera e propria icona degli anni recenti. Come al solito ne citeremo solo alcune scelte con cura, per tutte le altre potrete trovare la filmografia completa su qualche sito enciclopedico. Partiamo dal 2006, con A Scanner Darkly, un oscuro scrutare. Tratto dall’omonimo romanzo di Dick, il film s’avvale di un aspetto grafico particolarmente efficace e i personaggi protagonisti sono tutti tossicodipendenti. Eh… È del 2008, invece, Tropic Thunder, commedia diretta da Ben Stiller nella quale Robert Downey Jr. interpreta Kirk Lazarus, attore pluripremiato che arriva a sottoporsi a pesante chirurgia estetica, scurendosi la pelle, pur d’interpretare il ruolo di Lincoln Osiris. Il film annovera un cast e una serie di cammeo enormi e frutta al nostro una nomination agli Oscar e una ai Golden Globe.
Sherlock Holmes
Non possiamo, poi, non citare la serie cinematografica Sherlock Holmes, che ha portato nuovamente sullo schermo il detective eroinomane creato da Sir Artur Conan Doyle, indissolubilmente legato alle fattezze di Robert Downey Jr., almeno finché non è arrivata la serie TV con Benedict Cumberbatch, e tra i film di riferimento dell’immaginario Steampunk più recente. Abbiamo lasciato ovviamente per ultima la serie di Iron Man e quella degli Avengers, in entrambe delle quali Robert Downey Jr. interpreta Tony Stark. O meglio, è Tony Stark. Impossibile non notare quanto i due siano affini, condividendo i problemi di alcol e dipendenze varie; difficile, dunque, non pensare a quanto dell’attore finisca nel personaggio da egli stesso interpretato.
Iron Man
Oltre queste facili speculazioni, rimane il fatto che Iron Man è un ottima saga di supereroi, così come lo sono i vari Avengers: tutti insieme, i capitoli dell’UCM hanno contribuito a creare un luogo perfetto per Robert Downey Jr., che difficilmente potrà uscire dalla parte del filantropo, playboy e miliardario così amato dal pubblico. E in fondo non ci dispiace. In un gioco di specchi, Robert Downey Jr. e Tony Stark si riflettono l’uno nell’altro e ci rendono un personaggio completo, reale e realistico, per quanto possa esserlo un tizio con un’armatura che vìola ogni principio della Fisica, con un carisma spigoloso, ma palpabile.
Se nel primo film Tony Stark è inebriato dal suo successo, nel secondo inizia una piccola crisi che sfocia del tutto nel primo Avengers e che nel terzo capitolo di Iron Man, diretto da Shane Black (che avete visto nei panni del soldato Rick Hawkins in Predator…), trova una sua piccola, ma precisa risoluzione. Senza contare la dialettica con il Cap, culminata nel discusso Civil War. Lavorando un po’ con l’immaginazione, possiamo riscontrare delle analogie, forse un po’ forzate, tra la vita di Robert Downey Jr. e il percorso che lo ha portato ora in quel luogo sicuro di cui parlavamo, nella speranza che non si tratti di un picco, prima di una terribile ricaduta. D’altra parte, nella peggiore delle eventualità, avrà tutte le capacità per rinascere nuovamente. Anche senza armatura.