Thor: Ragnarok | Marvel non esce dagli anni ’80 | Recensione
Il voto di Nerdface:
2.5 out of 5.0 stars
Titolo originale | Thor Ragnarok |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2017 |
Durata | 130 minuti |
Uscita | 25 Ottobre 2017 |
Genere | Azione Avventura |
Regia | Taika Waititi |
Sceneggiatura | Eric Pearson Craig Kyle Christopher Yost |
Fotografia | Javier Aguirresarobe |
Musiche | Mark Mothersbaugh |
Produzione | Marvel Studios |
Distribuzione | Walt Disney Studios Motion Pictures |
Cast | Chris Hemsworth Tom Hiddleston Cate Blanchett Idris Elba Jeff Goldblum Tessa Thompson Karl Urban Mark Ruffalo Anthony Hopkins |
Il voto di Nerdface:
2.5 out of 5.0 stars
«Asgard è estinta»
Asgard è estinta: con questa tragica premessa, Marvel Studios riesce a catturare la nostra attenzione per Thor: Ragnarok, terzo capitolo dedicato al Dio del Tuono. Nell’immaginario comune, i sequel non sono mai all’altezza dei loro predecessori e Thor: Ragnarok, in questo senso, parte di certo avvantaggiato: nel clamore che circonda i cinecomic, non sono mancate critiche ai due film precedenti, considerati sempre un passo indietro rispetto agli altri di casa Marvel, da Iron Man fino agli Avengers. La scommessa è il regista Taika Waititi, cui è affidato il compito di raccontare la distruzione della mitica città di Asgard, dalla quale Thor proviene. Ragnarok è, secondo la mitologia norrena, la battaglia finale tra le forze del Male e quelle del Bene, lotta che porterà inevitabilmente alla fine del mondo.
Grandi battaglie
Questo è il solo punto di forza di Thor: Ragnarok: le grandi battaglie, che si svolgano nel Colosseo di Sakaar o siano contro Hela, la Dea della Morte interpretata da Cate Blanchett, visivamente sono di gran lunga superiori a uno qualsiasi dei primi due capitoli; godono anche di una precisione e di una pulizia assenti in altre pellicole Marvel: si pensi alle tremolanti immagini del secondo Captain America, che impedivano la chiara leggibilità della scena. Il montaggio serratissimo nei picchi d’azione, inoltre, risulta estremamente coinvolgente e curato nei minimi dettagli, con una particolare attenzione, di nuovo, alla stabilità della macchina da presa; riesce nel tentativo d’immortalare le suggestive coreografie, che diventano così un altro pregio di Thor: Ragnarok. Ma non è solo in battaglia che il film dimostra d’essere estetico, non nel senso più letterale del termine, ma sicuramente in quello più pop.
Immagini quasi fumettistiche
Thor Ragnarok, infatti, segue visivamente lo stesso concept dei suoi più immediati predecessori, Guardiani della Galassia: Vol. 2 e Doctor Strange, con immagini vivide e quasi fumettistiche, legate alla cultura del colore degli anni ’80. Si conferma, insomma, la capacità della Marvel nel creare prodotti di puro intrattenimento, capaci di tenerci inchiodati alla sedia. Non possiamo, però, ignorare alcuni contro, da tempo al centro di accesi dibattiti riguardanti la comicità dei loro film. Thor: Ragnarok non fa eccezione: l’esasperazione di uno stile vincente per alcune pellicole, qui spesso polverizza l’equilibrio costruito, ridicolizza i protagonisti stessi e scioglie miseramente i picchi di tensione. In alcuni momenti, si ha la forte impressione che si sia cercato di cambiare l’attitudine di tutti i protagonisti, per avvicinarli a quella di Tony Stark, il personaggio col quale s’è sempre più calcata la mano in fatto di comicità. Il risultato è quasi grottesco, con risultati non propriamente vincenti: affligge soprattutto il corpo centrale di Thor: Ragnarok, che per poter permettere l’innesto della vena comica, sembra essere stato allungato fin quasi a risultare annacquato.
Una sceneggiatura sbilanciata
Thor: Ragnarok presenta anche una sceneggiatura sbilanciata: la trama principale sembra essere ridotta a un semplice sub-plot, in favore di un eccessivo sviluppo delle complicazioni che il Dio del Tuono è costretto ad affrontare per poter arrivare alla conclusione della storia. Un dettaglio non da poco, se si considera che, dovendo far coincidere le tempistiche degli intrecci, gli sceneggiatori hanno dovuto rallentare anche la parte del film dedicata ad Hela, con imprevisti che non godono di credibilità alcuna e indeboliscono l’intera vicenda. E la stessa Hela è un altro tasto dolente di Thor: Ragnarok, purtroppo. Se visivamente si nota una certa attenzione al disegno originale, risultando di forte impatto, sul fronte della recitazione Cate Blanchett non stupisce affatto, offrendo una personaggio caricaturale ed estremamente artefatto, privo di fascino e carisma. Al contrario, lo rende debole e poco credibile. Nel tentativo, forse, di ripercorrere la recitazione del Loki di Tom Hiddleston e del Malekith di Christopher Eccleston, entrambe definite da alcuni shakespeariane, l’attrice sembra vi sia rimasta schiacciata. Funziona molto meglio, invece, la coppia composta da Chris Hemsworth e Mark Ruffalo, ormai perfettamente a loro agio nei rispettivi costumi, anche in questa ambientazione fluo, così anni ’80. Thor: Ragnarok è un film cafone, ma privo di tensione: il lato (tragi)comico è che risulta comunque migliore dei suoi predecessori.
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Titolo originale | Thor Ragnarok |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2017 |
Durata | 130 minuti |
Uscita | 25 Ottobre 2017 |
Genere | Azione Avventura |
Regia | Taika Waititi |
Sceneggiatura | Eric Pearson Craig Kyle Christopher Yost |
Fotografia | Javier Aguirresarobe |
Musiche | Mark Mothersbaugh |
Produzione | Marvel Studios |
Distribuzione | Walt Disney Studios Motion Pictures |
Cast | Chris Hemsworth Tom Hiddleston Cate Blanchett Idris Elba Jeff Goldblum Tessa Thompson Karl Urban Mark Ruffalo Anthony Hopkins |