Abigail | Più divertente che pauroso | Recensione
Il voto di Nerdface:
3.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | Abigail |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2024 |
Durata | 109 minuti |
Uscita | 16 Maggio 2024 |
Genere | Horror |
Regia | Matt Bettinelli-Olpin Tyler Gillett |
Sceneggiatura | Stephen Shields Guy Busick |
Fotografia | Aaron Morton |
Musiche | Brian Tyler |
Produzione | Project X Entertainment Vinson Films Radio Silence Productions |
Distribuzione | Universal Pictures |
Cast | Melissa Barrera Dan Stevens Alisha Weir Will Catlett Kathryn Newton Kevin Durand Angus Cloud Giancarlo Esposito Matthew Goode |
Il voto di Nerdface:
3.0 out of 5.0 stars
«Almeno, Valdez non è qui…»
Una rapina, una casa e 50 milioni di dollari: cosa potrebbe andare storto? Queste sono le premesse di Abigail, il nuovo film distribuito da Universal Pictures e diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, in uscita il 16 Maggio nelle sale italiane. Se le premesse sanno di spionaggio e tensione, dopo qualche scena la pellicola rivelerà la sua vera natura,; quella di un horror classico, la cui ironia lo rende insolito e inaspettatamente interessante.
La trama
Sei rapinatori sono ingaggiati per rapire la figlia di un potente uomo d’affari. Una volta compiuto il crimine, hanno l’ordine di chiuderla in una casa e di sorvegliarla per ventiquattro ore, in attesa che il ricco padre paghi il riscatto di 50 milioni di dollari. Il malefico e ben congegnato sequestro, però, sarà ben presto messo a dura prova quando si scoprirà che la giovane ballerina sequestrata, Abigail, non è tenera e carina come appare, ma è in grado di trasformarsi in un vampiro. I criminali, ora rinchiusi nella casa, sono senza alcuna via d’uscita.
Gli archetipi di più generi
Il grande merito d’Abigail è senza dubbio di riuscire a sviluppare la storia in modo compatto, creando una tensione costante, minuto dopo minuto. Sono sfruttati al meglio tutti gli elementi che costituiscono l’horror contemporaneo, grazie alle caratterizzazioni dei personaggi. I sei rapinatori, infatti, rappresentano gli archetipi della classica formazione di una banda di criminali: c’è il giovane hacker, l’autista alcolizzato, il palestrato tonto e così via.
Ed è proprio la loro semplicità, la loro immediatezza, a renderli forti. Fin dai primi momenti, si riesce a empatizzare con loro e a comprendere le rispettive caratteristiche. Così facendo, i due sceneggiatori, Stephen Shields e Guy Busick, giocano con le personalità dei personaggi e riescono a creare una forte verve comica, che perfettamente si contrappone alla tensione del contesto horror.
Comicità a tinte macabre
Questo aspetto comico consente al film d’ingranare perfettamente e di costruire i numerosi equivoci che portano all’inesorabile punto di svolta dalle tinte macabre. Quando si pensa che i personaggi stiano per comprendere cosa accada, ecco che puntualmente ritornano al punto di partenza. In questo modo, il momento della rivelazione della natura di Abigail risulta non solo estremamente contestualizzato, ma anche di grande impatto. E, soprattutto, riesce a dare una grande spinta alla storia, le cui premesse erano alquanto banali.
Cosa non funziona
Complice di questo ottimo funzionamento è sicuramente l’intelligente inserimento di riferimenti alla cultura pop e al cinema horror, che portano la storia a un piano più concreto e attuale, permettendo l’immedesimazione e la comprensione a chiunque. Se la prima parte funziona a pennello, è la seconda che purtroppo crea dei problemi. E il motivo principale di questo cambio risiede nel fatto che Abigail, dalla metà in poi, si prende molto, molto più sul serio.
Così facendo, la storia perde la sua natura ironica, per focalizzarsi maggiormente sulla parte più dark e fantastica. Non che ci sia nulla di male, ma il modo in cui affronta questo cambio è troppo repentino e, soprattutto, poco coerente con quanto s’era visto fino a poco prima. Abigail perde il suo centro e il suo punto di vista, inserendo un colpo di scena dopo l’altro e decostruendo il lavoro minuzioso fatto nella prima metà.
Perdersi nello splatter
I personaggi perdono la loro forza e la loro funzione all’interno della storia, per lasciare spazio al puro splatter. Abigail non cerca e non vuole focalizzarsi su un tema, né tantomeno seguire un filone narrativo: diventa un grande minestrone, in cui sono inserite tanti elementi, troppi forse, e si perde minuto dopo minuto.
I meriti del cast
Nonostante questo, va riconosciuto lo sforzo del cast, tra i quali vanno ricordati Melissa Barrera, Dan Stevens, Kathryne Newton, Giancarlo Esposito (che compare in una piccolissima, seppur fondamentale, parte) e la piccola Alisha Weir, che interpreta Abigail.
Abigail è un film dalla duplice natura. Forte, incalzante e travolgente nella sua prima parte; prolisso, scontato e troppo serio nella seconda. Una medaglia da due facce completamente opposte, che si configura come la classica storia horror dai caratteri spiritici e fantastici, ricca di guizzi interessanti capaci di renderlo gradevole, più divertente che pauroso.
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Titolo originale | Abigail |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2024 |
Durata | 109 minuti |
Uscita | 16 Maggio 2024 |
Genere | Horror |
Regia | Matt Bettinelli-Olpin Tyler Gillett |
Sceneggiatura | Stephen Shields Guy Busick |
Fotografia | Aaron Morton |
Musiche | Brian Tyler |
Produzione | Project X Entertainment Vinson Films Radio Silence Productions |
Distribuzione | Universal Pictures |
Cast | Melissa Barrera Dan Stevens Alisha Weir Will Catlett Kathryn Newton Kevin Durand Angus Cloud Giancarlo Esposito Matthew Goode |