Alfonso Cuarón: quando il regista anticipò Sex Education
Alfonso Cuarón
«Non è una cartolina».
Educazione messicana
Gravity e Harry Potter e il prigioniero di Azkaban come regista, Il labirinto del fauno e Le streghe come produttore: non mancano certo titoli per inserire Alfonso Cuarón tra i personaggi che hanno contribuito a creare il nostro immaginario nerd più recente. Eppure, nei tempi dei pruriti di Sex education, mi piace sottolineare come il regista messicano avesse già offerto la sua visione in merito molto tempo prima, con Y tu mamá también.
Una viaggio straordinario
Questo film del 2001 continua a sollevare domande e ad avviare conversazioni sulla sessualità e sulla scoperta di sé, con un approccio stilistico unico, a differenza di qualsiasi altra pellicola per adolescenti. Racconta la storia di due ragazzi petulanti, Tenoch (Diego Luna) e Julio (Gael García Bernal), i quali guidano attraverso la campagna messicana insieme a una donna appena incontrata, di nome Luisa (la fantastica Maribel Verdú). Road movie o racconto di formazione, l’esecuzione e la forma stilistica di Y tu mamá también sono ben oltre la media e continuano a stupire, grazie all’atmosfera lussureggiante di realismo oggettivo ed esplorazioni senza precedenti su eterosessualità, omoerotismo e scoperta di sé date al film.
Y tu mamá también potrebbe essere accuratamente descritto come una commedia sessuale per adolescenti, ma a renderlo unico sono l’approccio ai personaggi, la cui narrazione oggettiva e onnisciente in terza persona li vede ignoranti e ingenui, inquadrati in totale onestà e con una prospettiva illimitata e senza pregiudizi. La regia voyeuristica non chiede di relazionarci a essi, ma invita a soffermarci su cosa desiderino veramente. Tenoch, Julio e Luisa sono personaggi completamente realizzati i cui tratti dettagliati ci convincono che siano persone reali e non corpi parlanti con battute da copione. Il film sembra quindi realistico non per la storia, ma grazie alla forma con cui è raccontato.
Quasi un documentario
La maggior parte delle scene furono girate in tempo reale, con la cinematografia a mano, rendendo Y tu mamá también quasi un documentario. Le scene di sesso sembrano, infatti, sciatte o imbarazzanti come potrebbe accadere in qualsiasi vero incontro sessuale tra adolescenti alle prime armi, prive di effetti al rallentatore o di una colonna sonora emozionante. La fotografia del magistrale Emmanuel Lubezki contribuisce alla natura complessa del film e ai dettagli ambientali. In una scena ambientata in un piccolo ristorante, per esempio, la telecamera si sofferma sui personaggi principali e poi decide di fare una panoramica, per camminare dietro una donna anziana che lavora lì e verso la cucina, dove un gruppo di donne messicane preparano il cibo.
Scomposizione
In un’intervista a IndieWire del 2002, Alfonso Cuarón dichiarò: «Y tu mamá también non è una cartolina. Si trattava di scomposizione, invece di comporre l’inquadratura. Si trattava di farlo sembrare improvvisato». Lo sono anche i personaggi. Il film presenta Tenoch e Julio come certamente eterosessuali e apre con un’intrusiva inquadratura di Tenoch e della sua ragazza Ana mentre fanno sesso goffamente, promettendosi di non concedersi ad altri dopo la partenza di lei per l’Italia con la sua amica Ceci, la ragazza di Julio. Tenoch giura inoltre alla giovane di non uscire quella notte, perché sa già che la ragazza gli mancherà troppo.
Julio e la sua ragazza Ceci si salutano anch’essi con un breve coito a casa dei genitori di lei, pochi secondi prima che la madre entri, spingendosi via appena in tempo. Tenoch e Julio salutano poi le loro ragazze all’aeroporto, pronunciando frasi di circostanza, baciandosi e chiamandosi dolcezza. Taglio. I ragazzi si allontanano fumando e iniziano a scorreggiare in macchina; vanno a sballarsi a una festa e subito sono all’inseguimento di altre ragazze. La madre di Tenoch quasi li sorprende a fumare erba, ma respinge il pensiero, affermando che il loro amore per Ana e Ceci abbia offuscato il loro giudizio.
L’arrivo di Luisa
A questo punto del film sappiamo che tutto è ridicolmente errato, siamo consapevoli di quanto i due siano beatamente ignoranti e che non è l’amore ad annebbiare il loro giudizio. A un matrimonio di lusso con la famiglia di classe superiore di Tenoch, i due amici incontrano Luisa, la moglie di Jano, cugina di Tenoch. Nella loro eccitazione adolescenziale, i ragazzi cercano d’impressionarla, invitandola a fare un viaggio alla Boca del Cielo, una spiaggia che non esiste. Luisa rifiuta cortesemente la loro offerta e procede a pulire disperatamente una macchia dalla camicia bianca di Jano. L’arco del personaggio di Luisa è quello della sua realizzazione: ha trascorso l’età adulta riversando tutte le sue energie in favore del marito e ora, per la prima volta, decide di prendere il controllo dei propri bisogni e desideri. Accetta l’offerta del viaggio.
Omoerotismo
L’omoerotismo permane per tutto il film, è un sottotesto contino indipendentemente se lo spettatore desideri vivere le scene con una lettura queer. È difficile da schivare, perché Tenoch e Julio trascorrono gran parte del tempo in modo più aperto e schietto l’uno con l’altro di quanto potrebbero essere con le loro compagne, cui mentono e che tradiscono più volte. La chimica condivisa tra Diego Luna e Gael García Bernal è densa e genuina e rafforza il legame dei giovani da loro interpretati.
Prima del viaggio, trascorrono le loro giornate facendo festa e nuotando in piscina al country club del padre di Tenoch. Si masturbano insieme sui trampolini, fanno la doccia l’uno accanto all’altro e prendono in giro i rispettivi peni, mentre lottano articolando i più dispregiativi insulti contro i gay. Più avanti, nuotano nudi nella piscina di un motel piena di foglie morte. La maggior parte delle loro conversazioni riguardano il sesso e il loro membro, di cui ormai conoscono le misure esatte. Il loro legame crea una sorta di spazio, la vera storia d’amore del film e man mano sono raccontate più verità.
L’epilogo
Nell’epilogo, i due amici si incontrano un anno dopo, per un caffè. Appaiono molto meno energici e vivaci, poiché le responsabilità della vita li hanno apparentemente appesantiti: quell’estate giovanile era destinata a essere breve. Crescere ha significato imparare più verità e con esse la durezza della vita. Imparare a navigare in un ambiente del genere fa parte della vita e Tenoch e Julio sono al culmine di questa educazione. Luisa, da sempre più grande di età, era sì partecipe a questa visione giovanile e spensierata e chiude il suo arco narrativo nel momento stesso in cui, finalmente, soddisfa i suoi veri desideri.
Una questione di etichette
Le etichette degli orientamenti sessuali di Tenoch e Julio rimangono comunque ambigue. Non è chiaro se i ragazzi siano veramente attratti dagli uomini, ma la fluidità sessuale è senza dubbio una linea che Y tu mamá también percorre qua e là, in punta di piedi. Giocando sul sovvertimento delle aspettative, la sceneggiatura mette da parte l’indulgenza e il lieto fine per esamina la mascolinità. Vent’anni dopo, Y tu mamá también rimane piacevolmente originale: una generazione dopo, l’esplorazione del film della sessualità, dell’ingenuità adolescenziale e della mascolinità rimane uno dei tentativi più rilevanti mai realizzati. La decostruzione unica di Alfonso Cuarón del cinema narrativo tradizionale continua a risuonarvi e, potremmo dire, s’è evoluta magnificamente.