«Non siamo uomini?»

Paul e i suoi due figli Joseph e Thomas vivono in una sgangherata casa di campagna, in un apparentemente tranquillo mondo post-apocalittico. I tre contano l’uno sull’altro e condividono le giornate col cane Rocco, incontrandosi occasionalmente e per motivi principalmente utilitari con la famiglia Rose, che abita in una fattoria non molto lontana. L’unica minaccia a tenerli svegli sono le creature che, di notte, escono dalle loro tane a caccia di uomini. Questa sono le premesse di Arcadian, horror disponibile su Prime Video dal 12 Luglio.

Un’apocalisse come tante

La premessa risulta banale e già vista, componendosi di innumerevoli cliché tipici dei survival horror. Tra la creature feature mal riuscita, i paesaggi frugali e i rapporti familiari tra i personaggi, Arcadian non offre elementi efficaci. In particolare, tutto quanto concerne l’apocalisse, argomento che dall’ingannevole materiale promozionale sembrerebbe centrale, non è mai trattato in un modo adeguato.

In un progetto come questo, sarebbe stato più appropriato un approccio simile a quello di It comes at night (2017), in cui gli eventi precedenti a quelli della fabula sono lasciati vaghi di proposito e le cause della fine della civiltà, le regole del nuovo mondo, comportamento e aspetto dei mostri non sono esplorati, se non dall’immaginazione dei protagonisti.

CGI e design dei mostri

Sullo stesso tenore, la CGI e il design dei mostri sono deludenti per una pellicola che, in primis, non avrebbe avuto bisogno di mostrarle con tale preminenza. Arcadian, così, dimentica che la paura è generata dall’ignoto e mostra le creature troppo spesso e in scene d’azione sopra le righe che, oltre a risultare difficili da seguire per via della scelta di registrare in hand-held camera, sembrano sempre fuori luogo, mai abbastanza contrastanti con le scene diurne, né sufficientemente simili per mantenere un filo conduttore chiaro.

I personaggi del film

Il vero problema di Arcadian, però, è aver ignorato regola universale «show, don’t tell», come evidenziano i rapporti dei personaggi. Per esempio, quello tra padre e figli non è sviluppato in alcun modo, ne è solo ostentata la forza, così necessaria in un mondo ostile. Anche la recitazione purtroppo non aiuta: la maggior parte degli attori, infatti,. non risulta adeguata al genere, come se provenisse da un fantasy degli anni ‘80.

Nemmeno Nicolas Cage è in grado di salvare Arcadian. L’attore ha portato la sua fanbase nel mondo dell’indie horror, regalando perle di nicchia come Mandy (2018), Color out of Space (2019), Willy’s wonderland e Pig: il piano di Rob (2021). La critica spesso ha accusato Nicolas Cage di non lasciare spazio ai co-protagonisti, ma in Arcadian la sua performance soffre del problema contrario, non riuscendo a portare sulle spalle un film che, invece, ne avrebbe avuto disperatamente bisogno.