«L’assassino è…»

Fresco di candidatura all’Oscar, Kenneth Branagh torna al cinema con un nuovo adattamento di un romanzo di Agatha Christie. Dopo Assassinio sull’Orient Express, il regista adatta il celebre Assassinio sul Nilo, figurando ancora una volta come protagonista indiscusso nel ruolo di Hercule Poirot. Il nostro detective, durante una vacanza in Egitto, incontra Bouc, suo caro amico, il quale lo invita a un matrimonio di una ricca e giovane donna (Gal Gadot) con un contadino di bell’aspetto (Armie Hammer). Per varie ragioni, i festeggiamenti si spostano su un battello, che li porterà in un viaggio sul Nilo. Sulla barca, però, la quiete è interrotta da un omicidio. Fra pazze ex, avidi uomini d’affari e vecchie comuniste, il nostro Poirot dovrà smascherare il colpevole.

Un ritmo blando

Per chiamarsi Assassinio sul Nilo, il film di Kenneth Branagh cela per molto tempo quello che dovrebbe rappresentare il conflitto scatenante la vicenda. Per buona parte della storia, infatti, il regista di Belfast cerca d’approfondire il più possibile i rapporti burrascosi che animano i personaggi, sacrificando però il ritmo complessivo della pellicola.

Uno dei tratti più interessanti di Hercule Poirot è il suo arguto ingegno, grazie al quale riesce a risolvere i misteri più intricati. A causa di una struttura della storia difettosa, però, questa parte interessante del personaggio è relegata solo alla fine del film. Poirot è quindi costretto a tirar fuori le soluzioni dal cappello a favore del pubblico, che assiste passivo allo svolgersi della trama.

Pochi indizi

Sebbene alcuni indizi sul colpevole siano forniti nel corso della trama da parte di Kenneth Branagh, alcuni di essi, però, arrivano dal nulla, rivelandosi poco efficaci in termini d’impatto emotivo. Oltre ai difetti strutturali della sceneggiatura di Assassinio sul Nilo, c’è anche da evidenziare con la matita rossa la stessa regia di Kenneth Branagh.

Una regia troppo ricercata

A causa della sua ossessione per le inquadrature ricercate, il regista dimentica la grammatica visiva e porta spesso alla confusione, attraverso un uso della macchina da presa, soprattutto nelle scene di dialogo, posta in punti della scena senza senso.

Nonostante i difetti, però, tutto sommato Assassinio sul Nilo vanta comunque uno charme che potrebbe intrattenere una noiosa domenica sul divano. Sebbene non valga il prezzo di un biglietto al cinema, il film di Kenneth Branagh non è certamente da bocciare, ma lascia il sapore amaro dell’occasione perduta, per la storia senza tempo presa da Agatha Christie e il grande cast avuto a disposizione.