Atlantis: il tesoro Disney nascosto in un buco nell’acqua
Atlantis
«Mi piace far esplodere le cose».
Titolo originale | Atlantis: the lost empire |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Durata | 95 minuti |
Data d’uscita | 2 Giugno 2001 |
Genere | Animazione Avventura Disney Fantastico |
Regia | Gary Trousdale Kirk Wise |
Doppiatori originali | Michael J. Fox James Garner Cree Summer Don Novello Phil Morris Claudia Christian Jacqueline Obradors Florence Stanley David Ogden Stiers John Mahoney Jim Varney Corey Burton Leonard Nimoy |
Uscita italiana | 6 Dicembre 2001 |
Un buco nell’acqua
Esiste un brevissimo lasso di tempo fra il Rinascimento Disney, iniziato nel 1989 con La sirenetta, e il Revival Disney, partito con Bolt, in cui lo studio d’animazione per eccellenza non fu un vero e proprio cecchino agli incassi. Ciclicamente, infatti, la casa di produzione di zio Walt si lanciava in periodi di sperimentazione, che portarono a fallimenti sul breve termine, come con Fantasia e Taron e la pentola magica. Oggi parleremo di un altro di questi buchi nell’acqua: Atlantis.
Un progetto sperimentale
Il film nasce come molti flop dello studio, con registi affermati che, una volta incassato il successo con pellicole commerciali, tentano di portare a termine un progetto sperimentale, almeno secondo i canoni Disney. Durante un pranzo in un ristorante messicano, Don Hahn (produttore), Gary Trousdale e Kirk Wise (registi) e Tab Murphy (sceneggiatore), dopo il grande risultato de Il gobbo di Notre Dame, vollero lanciare subito una nuova idea per poter ancora lavorare con la propria crew.
L’ispirazione di Jules Verne
Sin da subito crebbe il desiderio di scostarsi dalla formula dei film Disney, ormai perfezionata ma ritenuta da loro stantia. Lo stile Broadway delle pellicole animate, secondo i filmmaker, aveva fatto il suo tempo ed era il caso di separarsene. Dopo tanti, forse troppi margarita i quattro decisero di realizzare un film su Viaggio al centro della Terra, ma abbandonarono l’idea subito dopo aver letto il romanzo. Nonostante le iniziali difficoltà, però, riuscirono a scrivere un soggetto, traendo ispirazione anche dall’opera di Jules Verne.
Pur di allontanarsi dalla formula disneyana, i registi decisero di chiamare come character designer Mike Mignola, creatore di Hellboy. Sin da subito si respirò un’aria diversa nella produzione, ma tanto cresceva l’ambizione dei registi, quanto lievitavano i costi. Nonostante un via libera arrivato quasi subito da parte di Michael Eisner, i dirigenti della Disney bloccarono alcune loro iniziative da parte.
Un’idea troppo ambiziosa
La grandezza dei fogli di carta, infatti, ricordava molto quella de La bella addormentata nel bosco che, a causa dell’elevato budget, trasformò il progetto in un mostro mangia soldi. Disney decise quindi d’attutire i costi, comunque piuttosto elevati. Sin dalla sceneggiatura, il film diretto da Trousdale e Wise mostrava i segni di un’idea troppo ambiziosa: dai primi storyboard si capì subito che Atlantis sarebbe durato circa 2 ore, ovvero 30 minuti in più della media delle classiche pellicole viste in precedenza.
Da lì, sia per motivi di narrazione che per ovvie ragioni di budget, furono tagliate numerose scene action, con mostri che avrebbero dovuto intralciare il percorso del gruppo di protagonisti. Come se non bastasse, a causa della sparatoria di Columbine, il film dovette risparmiarsi anche sulle scene con le armi da fuoco. Insomma, Atlantis era alla deriva.
Il colpo di grazia
Il colpo di grazia fu dato dai dirigenti della Disney, i quali decisero di tagliare ulteriormente il budget. Va ricordato, poi, come il prologo con protagonisti un gruppo di vichinghi: costata ben 5 milioni di dollari, fu scartata per non essere in linea col resto del film.
Il risultato finale fu un film ambizioso, che però non riuscì, almeno nel breve periodo, a conquistare pubblico e critica, ottenendo una performance piuttosto deludente al box office, arrivando nel suo primo weekend a incassare meno del Tomb raider con Angelina Jolie, non proprio un cult indimenticabile.
Atlantis dovette registrare anche le iniziali accuse di plagio, viste le somiglianze in fatto di design con l’anime Nadia: il mistero della pietra azzurra, diretto da Hideaki Anno. Inutile dire che, dopo il flop, Disney cancellò tutti i piani inerenti a sequel, giostre a Disneyland e serie TV annesse al progetto. Ma cosa resta di Atlantis?
Un cartone rivalutato
Come accaduto per molti flop della casa di Topolino, fu nel tempo rivalutato, riuscendo grazie all’Home Video a diventare persino un progetto redditizio. Purtroppo, la creazione di Don Hahn, Gary Trousdale, Kirk Wise, e Tab Murphy non ebbe neanche il merito d’essere il film che uccise l’animazione 2D della Disney.
La grande palma del disastro andò poi a L’isola del tesoro, flop di maggior impatto e cult forse più amato. Atlantis probabilmente per molti rimarrà un progetto oscuro, come i fondali dell’oceano in cui risiede l’antichissima civiltà. Chissà però che, con l’avvento di Disney+, non possiate ricoprire un film che, in fin dei conti, merita d’essere visto.
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Titolo originale | Atlantis: the lost empire |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Durata | 95 minuti |
Data d’uscita | 2 Giugno 2001 |
Genere | Animazione Avventura Disney Fantastico |
Regia | Gary Trousdale Kirk Wise |
Doppiatori originali | Michael J. Fox James Garner Cree Summer Don Novello Phil Morris Claudia Christian Jacqueline Obradors Florence Stanley David Ogden Stiers John Mahoney Jim Varney Corey Burton Leonard Nimoy |
Uscita italiana | 6 Dicembre 2001 |