«Pie or cake?»

L’intelligenza artificiale sta prepotentemente invadendo la nostra quotidianità e, come prevedibile, anche gli incubi di altrettanti autori e autrici. Li fa suoi Atlas, film di fantascienza disponibile su Netflix dal 24 Maggio, con protagonista Jennifer Lopez.

Cattivissimi robot

In un futuro prossimo, l’IA è applicata a una serie di droidi a uso domestico. Tutto sembra funzionare, finché una sorta di Adamo cibernetico di nome Harlan, interpretato da Simu Liu, misteriosamente aggira i programmi di blocco, acquisisce una coscienza, fa un polpettone del pensiero dell’Agente Smith di Matrix e di Ultron e inizia a guidare i suoi simili alla rivolta contro gli umani. Naturalmente, si tratta proprio del robot della famiglia della nostra protagonista.

Cosa vi ricorda?

Insomma, siamo di nuovo alle prese con una guerra contro le macchine, cliché fantascientifico in voga da 2001: Odissea nello Spazio, fissatosi nell’immaginario collettivo con Terminator e ripreso recentemente dal bel The Creator. Nulla di nuovo, dunque? In effetti no, ma Atlas qualche elemento d’interesse lo offre comunque.

Innanzitutto, è bene affrontare la visione di Atlas sapendo d’aver scelto un prodotto di puro intrattenimento, senza alcun tipo di pretese, di quelli da vedere mentre ci si dedica anche ad altre faccende di casa.

Sebbene l’intreccio presenti una protagonista la cui vicenda familiare è legata a doppio filo alla genesi del conflitto, alcuno spazio è dato a riflessioni o approfondimenti, se non nel minimo sindacale per tenere in piedi la trama.

JLo

In forma strepitosa e sorprendentemente espressiva, Jennifer Lopez presta il volto a un’eroina piuttosto canonica, ma credibile, sulle cui spalle e dalle cui scelte naturalmente dipenderanno le sorti dell’umanità.

Smith

Altro aspetto interessante è il rapporto che Atlas instaurerà col suo compagno d’avventura, un nuovo tipo d’intelligenza artificiale ospitato in un esoscheletro, nel quale la donna, molto titubante, sarà obbligata a calarsi e, soprattutto, a entrare in simbiosi per avere un minimo di speranza nello scontro con il nemico.

Atlas scorre esattamente come ce lo aspettiamo, senza acuti o scivoloni, tolta forse una sequenza con una testa robotica e un pezzo degli scacchi… A funzionare di più è però il rapporto tra l’eroina e l’IA, specialmente nei momenti in cui il tono della pellicola si concede qualche divagazione nella commedia. Troppo poco per un film che non riesce a essere divertente e baraccone come Pacific Rim o serio e profondo, finendo per posizionarsi in una zona ibrida, ma con poco appeal.