Barbara Baraldi: «Dylan Dog sarà la casa (infestata) di tutti»
Quando la notizia è stata ufficializzata, è giustamente rimbalzata ovunque, su tutti i media cartacei e virtuali del nostro Paese. L’avvicendamento alla guida di Dylan Dog di Barbara Baraldi, infatti, chiamata sostituire la lunga (e discussa) direzione di Roberto Recchioni, è stato un evento di grande importanza, perché l’Old Boy è da tempo ben al di là delle pagine di carta sulle quali leggiamo le sue storie ed è una vera e propria icona pop.
Parola a Barbara Baraldi
Sono molte le domande su questo nuovo corso di Dylan Dog, all’indomani del Ciclo della Meteora e delle innumerevoli e spesso stucchevoli diatribe in merito. Abbiamo pensato, quindi, che fosse interessante dare la parola alla diretta interessata, che ringraziamo per aver arricchito le nostre pagine con questa intervista, che tocca certamente le sorti imminenti di Dylan Dog, ma vuole provare anche ad gettare qualche spunto oltre la testata in quanto tale
Sei la prima donna alla guida di uno dei personaggi più importanti e rappresentativi d’Italia, peraltro da «fan numero uno»: è indice anche di un cambiamento rispetto alle tematiche di genere nel fumetto? Vivi questo ruolo con maggiore responsabilità?
Premetto che sono fiera di esserlo e darò tutta me stessa in questa nuova, complessa ed entusiasmante avventura. Più donne lavorano nel mondo del fumetto, anche a livello dirigenziale, e più sarà familiare per una bambina sognare di fare fumetto da grande. D’altronde, in questo lavoro ciò che conta è la sensibilità e la visione del personaggio e dell’evoluzione della serie sul medio e lungo periodo. Non credo esistano modalità di racconto al femminile o al maschile.
È indispensabile la capacità di ogni autore e ogni autrice di raccontare storie che sappiano emozionare, attraverso la lente della propria sensibilità, della propria fantasia e della propria esperienza. Le storie dell’Indagatore dell’Incubo, poi, affrontano da sempre tematiche universali, in cui tutti possiamo riconoscerci. Credo che l’orrore sia uno dei tanti modi per raccontare la realtà che ci circonda, per elaborare le paure ed esercitare la meraviglia.
Dopo il Ciclo della Meteora e i dieci anni di Roberto Recchioni, che indubbiamente hanno caratterizzato in modo significativo la storia editoriale di Dylan Dog, ci si chiede come evolveranno le sue storie: assisteremo a un reboot e ci saranno mutamenti anche tra le varie testate (serie regolare, Old Boy, Color Fest)?
Dopo il riassestamento dell’universo dylaniato avvenuto con la Trilogia del Ritorno non ci saranno altri interventi di questo genere. Sulla serie regolare mi concentrerò soprattutto sulla programmazione, in modo da avvicendare ogni mese storie ad alto impatto emotivo: spiazzanti, allegoriche, ovviamente in chiave contemporanea. Si comincerà con un trittico di albi autoconclusivi, ma uniti da una tematica comune, che dovrebbero uscire già questo autunno, la prima in concomitanza con Lucca Comics & Games.
Come faceva Tiziano, ci saranno storie suddivise in più albi e albi autoconclusivi che porteranno avanti una sorta di continuità, anche a distanza di mesi. Ci sarà poi una bella novità sul BIS già a partire dall’anno prossimo, che confido d’annunciare quando i tempi saranno maturi. Il Color Fest è uno strepitoso contenitore di sperimentazione nel senso migliore del termine e continuerà a esserlo.
L’Old Boy rimane saldo nelle sapienti mani di Franco Busatta, che sta facendo un ottimo lavoro anche a livello di sperimentazione. Lo Speciale continuerà a ospitare le visioni di Alessandro Bilotta, e poi c’è il Magazine, che è appena stato rinnovato, diventando Enciclopedia della Paura. Ogni volta presenterà tre storie brevi tematiche, con relativi approfondimenti. Si comincia con F come Fantasma, M come Mito e S come Sirena.
Quando sarà il Day One del nuovo corso?
Il 30 Giugno è uscita la prima storia sotto la mia curatela. Ho anticipato un albo scritto da Paola Barbato, Frammenti, che vede il ritorno di Angelique, «genio folle» di un albo storico, Sciarada. Si tratta anche dell’ultima storia disegnata dal compianto Luigi Piccatto.
È un modo per dirgli grazie per tutto quello che ha fatto sulle pagine dell’Indagatore dell’Incubo e per tutto ciò che ha rappresentato per noi lettori. Le prime storie completamente concepite nell’ambito della mia curatela, tuttavia, saranno pubblicate a partire dalla fine d’Ottobre di quest’anno.
Potresti dare ai nostri lettori tre motivi per tuffarsi tra le pagine di questo nuovo corso di Dylan Dog?
Ve ne dico uno: spero che leggendolo possiate sentirvi a casa. Per quanto si tratti, inevitabilmente, di una casa infestata.