Bird Box | Il nuovo horror di Netflix | Recensione
Il voto di Nerdface:
3.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | Bird Box |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2018 |
Durata | 117 minuti |
Uscita | 21 Dicembre 2018 |
Genere | Horror Post-apocalittico Thriller |
Regia | Susanne Bier |
Sceneggiatura | Eric Heisserer |
Fotografia | Salvatore Totino |
Musiche | Trent Reznor Atticus Ross |
Produzione | Netflix |
Distribuzione | Netflix |
Cast | Sandra Bullock Sarah Paulson Rosa Salazar Machine Gun Kelly John Malkovich Trevante Rhodes Lil Rel Howery David Dastmalchian Jacki Weaver Taylor Handley Danielle MacDonald Happy Anderson |
Il voto di Nerdface:
3.0 out of 5.0 stars
«Se guardate, morirete»
«Se guardate, morirete», ordina Mallory ai due bambini che la guardano in silenzio e spaventati. Così inizia Bird Box.
Il lungometraggio prende il nome da una scatola contenente alcuni uccellini, che la stessa protagonista (Sandra Bullock) porta con sé, nel suo viaggio verso la salvezza e che, nel contesto della trama, hanno un significato ben preciso, poiché rappresentano gli unici esseri viventi capaci d’avvertire con anticipo l’avvicinarsi del malvagio. Perché proprio di entità malvagie tratta Bird Box. Entità misteriose, che spingono al suicidio chiunque le guardi.
Un massacro
Durante questo massacro di massa, Mallory si rinchiude insieme ad altri coinquilini casuali all’interno di una casa. Vi trascorrerà cinque anni, sopravvivendo a questa tortura e obbedendo a questa formula: una cecità forzata per restare viva. Ma forse c’è una possibilità di salvezza: deve portare i due bambini fuori dalla casa, su una barca a remi e giù per un fiume pericoloso, verso quella che sembra essere l’unica via di scampo.
Un viaggio pericoloso
I flashback tra questo viaggio in barca e il periodo precedente, quando l’orrore s’è appena scatenato nel mondo, caratterizzano Bird Box. La regista danese Susanne Bier vuole narrare che lì fuori, nel mondo, ci sono creature che uccidono con uno sguardo, ma il pubblico non le vede mai. Ne avverte, però, la presenza e sa che sono altamente distruttivi.
La regista dirige il suo primo horror post-apocalittico con momenti sanguinosi e d’intensa violenza, rievocando situazioni che ricordano film come La Notte dei Morti Viventi, I Figli degli Uomini, A Quiet Place o Blindness, senza però mai creare attimi di vera suspense. Anzi, man mano che si va avanti, la storia perde carisma e spessore, cadendo purtroppo in banalità di trame già viste.
Quella guerriera di Sandra Bullock
Nonostante ciò e grazie al cast composto, tra gli altri, anche dal grande John Malkovich, nel ruolo di Douglas, un alcolizzato che dona al film un elemento aggiuntivo degno di nota, Bird Box è ben strutturato e merita d’essere visto dagli appassionati del genere e dai fan di Sandra Bullock, la quale si trasforma in una guerriera forte e in grado di superare un mondo oramai colmo solo di pericoli.
Le parole della regista
«Avevamo sul set alcuni stuntman seriamente terrorizzati, perché Sandra era un po’ inarrestabile», ricorda con entusiasmo la Bier. «I bambini avevano una sorta di benda semitrasparente, ma Sandra no e cadeva letteralmente su ogni cosa. Detto questo, la cosa più importante dell’avere una benda sugli occhi è riuscire a comunicare e ritengo che per gli attori gli occhi siano uno strumento fondamentale. Sono come i pennelli per i pittori. È un po’ come dire a un pittore di dipingere un bellissimo quadro senza usare i suoi colori. Così abbiamo spinto Sandra a dover comunicare senza lo strumento più importante che ha disposizione di solito. A ogni momento del film ci sentivamo emotivamente coinvolti con le sue azioni, senza usare mai i suoi occhi: una cosa davvero fantastica!».
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Titolo originale | |
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